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GLI STRATEGHI NON SONO PIU' QUELLI DI UNA VOLTA

Tutta colpa di un amalgama mal riuscito?

Nicola Zotti



Datemi del provocatore, ma gli strateghi non sono più quelli di una volta.

Il 19 dicembre 2008 ad una riunione del Partito democratico, l'on. Massimo D'Alema ha spiegato le cattive acque in cui il suddetto partito naviga, defindolo "un amalgama mal riuscito".

Naturalmente a me, che di politica politicante non mi occupo, la parola "amalgama" ha avuto un'eco immediata nella storia dell'arte militare e, con un fulmineo rimbalzo della mente, ha provocato le considerazioni che vi propongo.

Come forse alcuni di voi sapranno l'"Amalgame" fu un provvedimento preso dalla Francia rivoluzionaria per rimediare al florilegio di formazioni spontanee ed incontrollabili che costituivano il suo esercito, affiancando i reggimenti ereditati dall'Ancien Régime.

Non credo che l'on. D'Alema volesse fare un riferimento così particolare nella sua dichiarazione, altrimenti non gli sarebbe sfuggita la sua intima incongruenza.

Infatti la Rivoluzione vinse le battaglie decisive per la sua sopravvivenza prima che l'Amalgame divenisse legge e naturalmente prima che fosse effettiva e generalizzata.

Valmy, Jemappes e Fleurus furono vinte da armate disomogenee e confuse perché gli uomini che le componevano ad ogni livello, e ciascuno coi propri meriti e le proprie responsabilità, erano migliori degli avversari.

I Leader delle armate, in particolare, seppero trarre il meglio dal materiale umano che avevano a disposizione, e a Valmy, Dumouriez e Kellermann seppero "amalgamarsi" benissimo vincendo assieme.

Non sappiamo se Dumouriez, Kellermann e Jourdan, qualora fossero stati sconfitti avrebbero avuto il cattivo gusto di dare la colpa ad "un amalgama mal riuscito", accusa che indirettamente -- ma non troppo -- avrebbe rimandato la patata bollente ai reggimenti e ai semplici soldati e ufficiali che li componevano.

Certo la sconfitta avrebbe segnato indelebilmente la loro carriera, e forse anche messo a repentaglio la loro stessa vita.

Possiamo rimpiangere le drastiche misure "rivoluzionarie"? possiamo chiedere almeno che chi viene sconfitto si faccia da parte?

Chissà.

Certo che quando una società è vitale, seppure in modo turbolento, sa disfarsi di una classe dirigente senza futuro anche quando vince: il carissimo prezzo del Termidoro fu pagato dai Giacobini per la vittoria di Fleurus: ma forse la nostra non è una società vitale.