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Anghiari rivisitata...

Nicola Zotti



To: xxx@yyy.zzz" <xxx@yyy.zzz>
From: Nicola Zotti <n.zotti@mclink.it>
Subject: Anghiari e la colonnina
Cc:
Bcc:

Gentile Sig. Zotti,
seguo da tempo il suo blog con piacere ed interesse. Quindi quando oggi ho letto su corriere.it l'articolo "Divise dalla storia o create in laboratorio Province, gli accorpamenti (im)possibili", ho subito pensato: forse qui c'è del materiale per la colonnina infame..

http://www.corriere.it/politica/12_giugno_25/province-divise-storia-laboratorio-rizzo_c16b7756-be86-11e1-8494-460da67b523f.shtml

Ecco il passo che mi ha lasciato perplesso:
"E in Toscana, dove teoricamente potrebbe sopravvivere una sola delle Province esistenti, quella di Firenze, che ne sarà di Arezzo? Fiorentini e aretini si guardano in cagnesco dalla battaglia di Anghiari di sei secoli fa. Cruciale per i destini della Toscana e la supremazia di Firenze, fu poco più di una rissa da stadio, se dobbiamo credere a ciò che scrisse Niccolò Machiavelli: «Ed in tanta rotta e in sì lunga zuffa che durò dalle venti alle ventiquattro ore, non vi morì che un uomo, il quale non di ferite ne d'altro virtuoso colpo, ma caduto da cavallo e calpesto spirò». Pare certo che morirono più cavalli che cristiani, ma a Sansepolcro, ne potete stare certi, c'è qualcuno che ancora gli girano."

Forse l'autore, essendo come tutti i giornalisti attento specialmente all'attualità, aveva in testa le recenti ricerche sul capolavoro perduto di Leonardo, tanto da non ricordare (mi corregga se sbaglio) che ad Anghiari ad essere sconfitte dai fiorentini nel 1440 furono le milizie viscontee comandate da Niccolò Piccinino. Credo che in realtà intendesse piuttosto la battaglia di Campaldino, che però risale al 1289: un po' più di sei secoli fa.

Poi paragonare Anghiari ad una zuffa da stadio solo per il citatissimo (e tendenzioso) commento del Machiavelli. Mah..

Cordiali saluti
Gabriele Merlin
Domodossola (VB)

 

La mia risposta:

 

Eh sì, gentile sig. Merlin, questa è proprio clamorosa: Sergio Rizzo compie un errore di quelli come non se ne vedono spesso.

Purtroppo noto con lei che l'inveterata abitudine dei nostri intellettuali a modificare i fatti storici a proprio uso e consumo, condendoli con il sarcasmo per rendere il falso più digeribile al lettore, da Machiavelli in giù fino a noi non è cambiata.

Così Machiavelli cancellò per il proprio interesse ideologico 899 dei 900 morti di Anghiari (confronta gli studi di Michael Mallett pubblicati, ad esempio, in "Signori e Mercenari"), e Rizzo lo segue facendo buon uso della propria ignoranza, cercando un po' di "colore" a sostegno delle sue tesi, per altro condivisibili.

Da Machiavelli gli intellettuali italiani hanno assorbito solo quel "il fine giustifica i mezzi" che un altro intellettuale italiano, eccentrico rispetto a questa tradizione, Norberto Bobbio, tanto citato quanto poco imitato, spiegò dover esssere modificato in "il fine giustifica solo i mezzi che non modificano, corrompendolo, il fine".

E di scopi corrotti dai mezzi utilizzati per raggiungerli è piena la nostra storia passata e la nostra cronaca recente.

Per fortuna ci sono ancora persone come lei che, alla vigilia dell'anniversario di Anghiari (proprio il 29 giugno) hanno ben sveglio il proprio ricordo e il proprio senso critico.

La ringrazio per la segnalazione, che naturalmente ospiterò con queste mie parole a commento sulla prossima Colonnina infame.

Un cordialissimo saluto,

Nicola Zotti