Il giornalista Aldo Cazzullo scrive un articolo su Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega, Umberto, e lo conclude con un commento su quest'ultimo, riportando un elogio alla forza di volontà che questi dimostra nonostante i gravi problemi di salute.
Cito dal Corriere della sera del 12 settembre 2008:
«Vedendolo [l'on. Umberto Bossi, NdNZ] avanzare in Transatlantico con il passo incerto e lo sguardo duro, un parlamentare di buone letture l'ha accostato al generale Dumesnil, amputato a Wagram ma mai domo, al punto da gridare ai prussiani che lo assediavano a Vincennes, alle porte di Parigi: "Vi renderò questo castello quando voi mi renderete la mia gamba!".
Non contesto, ovviamente, il paragone, ma le "cattive letture" di Cazzullo, che ha citato, senza controllare, quanto ascoltato da un parlamentare, sulle cui letture, invece, non mi esprimo per mancanza di riscontri.
Innanzitutto il nome esatto del protagonista dell'aneddoto è Pierre Yrieix Daumesnil, e fin qui credo che tutti voi considererete un errore veniale quella "a" in meno.
Sul fatto che i parlamentari nemici a cui Daumesnil rivolse la frase citata fossero russi, e non prussiani, ritengo la maggioranza di voi disposta ancora a chiudere un occhio.
Non fatelo, però, sulla frase, che in originale suona «Je rendrai Vincennes quand on me rendra ma jambe», una polisemia che ha tratto in inganno Cazzullo (o l'ignoto deputato) ed è stata tradotta in modo non solo errato, ma anche senza senso.
Una traduzione non letterale, ma almeno significativa, poteva essere "consegnerò Vincennes quando mi si consegnerà la mia gamba".
Infatti Vincennes poteva arrendersi, ma non essere resa (al contrario della gamba) a chi non l'aveva mai occupata prima.
|