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UN CASO DA MANUALE

Come non si fa analisi strategica

Nicola Zotti



Sono debitore di questa segnalazione per la colonnina Infame all'amico Federico Bartelli, finissimo osservatore ed esperto di cose militari.

Così, grazie a lui, ho qui davanti a me l'articolo di e-polis del 5 luglio 2008 a firma di Aldo Forbice, intitolato "Iran, la lunga ombra di una nuova guerra".

L'articolo, che potete trovare praticamente identico su il Tempo.it è un esempio ideale di come in Italia si faccia (male) l'analisi strategica.

Errori terminologici e concettuali un po' dilettanteschi si sommano a vere e proprie fallacie analitiche, ma leggiamo e commentiamo assieme.

«Israele si sta preparando ad attaccare l'Iran con bombe di profondità per distruggere tutti i siti nucleari. Non è escluso neppure l'uso di piccole bombe atomiche per essere certi della distruzione totale degli impianti. Siamo in grado di confermare questa terribile notizia da fonti attendibilissime, come adesso vi diremo.»

Ovviamente, quelle che eventualmente colpiranno i bunker iraniani non saranno "bombe di profondità" (non mi risulta che i laboratori nucleari iraniani siano all'interno di sottomarini) ma bombe ad alta penetratività "Bunker-buster" di tipo GBU-28 (Guided Bomb Unit 28) che Israele ha a sua disposizione. Transeat sulle "piccole bombe atomiche" e soprattutto sul riferimento alle "attendibilissime fonti", quest'ultimo repertorio di un brutto giornalismo.

Prosegue l'articolo ipotizzando la data dell'attacco...

«.. vicina ad agosto, forse durante le Olimpiadi di Pechino (quando il mondo è distratto dalle competizioni sportive e i riflettori sono accesi nella capitale cinese per possibili rischi di azioni terroristiche)»

In sintesi Israele potrebbe contare sulla disattenzione del mondo attaccando durante i giochi olimpici: in pratica Forbice afferma che se scateni la Terza guerra mondiale durante un'importante manifestazione sportiva rischia di non accorgersene nessuno.

Due i "grilletti" possibili dell'azione militare israeliana secondo Forbice: il primo...

«...Se sarà prodotta una quantità di uranio arricchito sufficiente per mettere a punto la prima bomba nucleare»

In realtà è evidente a chiunque che se mai gli israeliani attaccheranno, lo faranno prima che venga prodotta qualsiasi quantità di uranio arricchito: farlo dopo sarebbe come chiudere la porta quando i buoi sono già scappati.

Il secondo possibile movente strategico per Israele secondo Forbice sarebbe rappresentato...

«... dall'installazione dei potenti missili russi SA (che risultano già acquistati da Teheran). L'Iran dispone già di missili a media e lunga gittata, ma quelli russi potrebbero rafforzare, non solo il dispositivo difensivo, ma anche quello offensivo, essendo in grado di colpire obiettivi israeliani, oltre che le basi americane nel Golfo persico».

Per infomazione di Forbice, "SA" significa "Surface-Air": ciò di cui dunque egli sta parlando, senza capirne il senso, è un sistema antiaereo, ovvero eminentemente difensivo, confondendolo probabilmente con i missili balistici attualmente in dotazione all'Iran come gli Shahab 3 -- al centro di recenti polemiche per una serie di foto taroccate dagli stessi iraniani [attenzione: nel titolo dell'articolo del Corriere della Sera che riporta la notizia e le foto, Shahab è scritto erroneamente "Sahab"!] -- o come i più perfezionati Ghadr-110: entrambi, però, di produzione iraniana e non russa.

Il problema dei "missili russi SA" è, oltretutto, estremamente controverso e nebuloso: ciò di cui si sta in realtà parlando è della possibile acquisizione da parte degli iraniani di un sistema difesa aerea di ultima generazione e non di un "missile".

Gli iraniani hanno già nei loro arsenali il sistema S-300PMU-1, (che il dipartimento della difesa statunitense chiama SA-20A, e la NATO SA-20 GARGOYLE), probabilmente acquisito dalla Bielorussia, perché il ministero della difesa russo ha posto il veto alla sua vendita all'Iran.

Una delle caratteristiche di questo sistema è la possibilità di avvalersi di diversi tipi di missile: oltre i missili 5V55R, 48N6E e 48N6E2, il sistema S-300PMU-1 può utilizzarne due molto modermi: il 9M96E1 e il 9M96E2.

Lo S-300PMU-1 è già un ottimo sistema antiaereo: originariamente progettato per contrastare aviazione e missili Cruise, è stato successivamente abilitato anche ad intercettare missili balistici: in questo senso l'equilibrio della regione è già compromesso, e l'eventuale acquisizione da parte iraniana di un sistema di difesa aerea ancora più perfezionato come l'S-400 di cui si parla da un po', indubbiamente complicherebbe ancora di più le cose.

Come avrete compreso il giornalista Forbice parla di cose che non conosce: rendendo come minimo un cattivo servizio ai suoi lettori.

E se mai Israele attaccherà effettivamente i laboratori nucleari iraniani, nessuno potrà sostenere che l'analisi di Forbice era giusta: al massimo si potrà dire che ha portato sfortuna...