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UN BUROCRATE AL COMANDO

James W. Ripley (1794-1870)


nicola zotti

 


Se fosse dipeso dal generale James Wolfe Ripley, lo Steampunk, il genere letterario e non solo che tante menti brillanti hanno coltivato con le loro opere memorabili, non sarebbe mai nato.

È probabile, anzi, che se ne avesse avuta la possibilità, la scure della censura avrebbe duramente perseguito non solo gli scienziati e i tecnici, ma soprattutto chi, come gli scrittori di fantascienza, eccitava le menti dell'opinione pubblica fino al parossismo, proponendo un mondo dominato dall'innovazione scientifica e tecnologica e che da esse traeva la soluzione salvifica di ogni problema.

Gli anni Cinquanta dell'Ottocento per gli Stati Uniti e in Europa furono l'epoca della celebrazione della scienza e della tecnologia. L'era dell'"invenzione dell'invenzione".

Scientific American era in vendita già dal 1845 (e vi è rimasto ininterrottamente fino ai giorni nostri: un record per un periodico) coltivando un pubblico di curiosi della scoperta scientifica e dell'innovazione tecnologica, dell'Hype come lo chiamiamo oggi, della "last new thing".

Un solo uomo si oppose con tutte le sue forze alla marea montante di un'opinione pubblica che vedeva nella tecnologia e nella scienza la soluzione non solo dei problemi della vita quotidiana, ma soprattutto, visto l'incarico che egli ricopriva, la risposta ai terribili problemi di una guerra.

James W. Ripley dal 1861 al 1863, infatti, fu "Chief of Army Ordnance Department" dell'Unione, vale a dire il responsabile degli approvvigionamenti militari degli Stati Uniti d'America in due anni cruciali della guerra civile.

Un incarico delicatissimo che egli svolse seguendo in modo ferreo le proprie convinzioni, che non erano quelle del resto del paese, né del suo Presidente.

Anche un incarico da fare accapponare la pelle a chiunque, viste le condizioni di strutturale disorganizzazione di tutto il settore approvvigionamenti unionista.

Cronicamente sotto organico, il Dipartimento guidato da Ripley aveva la formale responsabilità di tutta la produzione e degli acquisti di armamenti, ma in realtà spesso esso veniva scavalcato dai singoli generali, che si appropriavano dei fondi e facevano acquisti per proprio conto. Le stesse armerie statali erano praticamente indipendenti e la sua autorità su di esse scarsa.

Forse ancora più limitante fu una condizione strutturale che non dipendeva certo da Ripley: la diffusa convinzione che si sarebbe trattato di una guerra breve.

Invece la realtà si rivelò come sappiamo diversa: l'escalation del conflitto portò sempre più uomini in divisa e con questo la necessità di armarli.

La distruzione all'inizio del conflitto dell'armeria di Harper's Ferry kasciò la sola Springfield a fornire fucili all'Esercito, e con una produzione di 1200 armi al giorno, c'era poco da stare allegri.

Ripley suggerì che si iniziassero a comperare armi in Europa, cosa che la Confederazione già faceva, ma i produttori della Pennsylvania tramite i loro rappresentanti politici si opposero: la loro produzione era scarsa e poco standardizzata, ma gli affari sono affari.

Mancavano anche l'acciaio speciale per le canne di fucile, gli attrezzi, per non parlare del personale specializzato, ma vennero persi mesi prima di rivolgersi all'estero.

Nel frattempo Ripley si pose l'obiettivo di produrre 100.000 fucili l'anno, raggiungendolo nel gennaio del 1862. Per l'ottobre dello stesso la produzione di Springfield raggiungeva le 20.000 unità al mese.

Indubbiamente un successo. Ma per la disperazione di Ripley il danno era già stato fatto. Nelle mani dei soldati dell'Unione c'erano decine di tipi diversi di fucili, per non parlare dei cannoni: in tutto nel 1863 si calcolano più di 600 (!) tipi diversi di munizioni, e non deve stupire che ci fossero reggimenti che dovevano uscire dai combattimenti per mancanza di cartucce.

Disperato, Ripley produssenel giugno 1861 un documento in favore della standardizzazione:

Un grande male è ora in special modo prevalente riguardo le armi per il servizio militare: è la grande varietà delle invenzioni. Sono state introdotte in servizio molti tipi e calibri di armi, producendo confusione nella manifattura, la consegna e l'uso del munizionamento. Questo male può essere fermato solo rifiutando di accettare qualsiasi requisizione o nuova e non testata proposta di acquisto, e al contrario aderire fermamente alla regola dell'uniformità delle armi per le truppe della stessa tipologia, siano esse cavalleria, fanteria e artiglieria.

Senza contare che quanti sollecitano questi contratti vogliono ordini per grandi quantitativi di armi che io ritengo certo non saranno in grado di consegnare che tra molti anni, quando probabilmente non ne avremo più bisogno.

La scure di Ripley non discriminava, ma colpiva indifferentemente ogni tipo di arma: fu così che egli si oppose con ogni mezzo a sua disposizione all'introduzione dei fucili a retrocarica.

Gli storici lo accusano oggi, di aver in questo modo allungato la guerra di un paio d'anni e molto probabilmente hanno ragione.

Le sue argomentazioni col senno di poi ci appaiono quanto meno fragili: secondo lui i fucili a retrocarica costavano troppo, ed è vero, ma è altrettanto indubbio che in guerra questi calcoli hanno poco senso; complicavano il munizionamento: ma almeno uno di quelli proposti (il Marsh) usava le stesse cartucce dello Springfield; erano fragili: ma sia i test che l'esperienza in combattimento dimostrò il contrario; portavano a minore accuratezza nella mira: mentra al contrario la maggiore facilità di caricamento lasciava tempo agli uomini per mirare con più tranquillità; incoraggiavano lo spreco di munizioni: eppure non risulta che nessuna unità armata di fucili a retrocarica si sia mai trovata in questa situazione per non parlare del fatto che un'obiezione di questo tipo lascia perplessi relativamente a come venissero mal percepiti i vantaggi di un aumento del volume di fuoco.

Va da sé che alla fine Ripley fu costretto ugualmente a cercarli sul mercato, ma la sua pignoleria burocratica nei confronti dei fornitori fu tale da scoraggiarli e solo quando egli fu rimosso dall'incarico si dettero da fare producendone in poco tempo mezzo milione.

Stesso destino seguì la carabina a ripetizione Spencer (7 colpi: il migliore fucile della guerra), che Ripley si rifiutò persino di considerare e Lincoln fu costretto ad acquistare direttamente.

La rivoluzione industriale aveva portato le ferrovie e il telegrafo: in ambito militare i fucili a retrocarica e a ripetizione, le mitragliatrici, i cannoni in acciaio a canna rigata e a retrocarica, le mine di terra e di mare, le barriere di filo di ferro, le corazzate: tutto ciò venne usato in un lungo, grande conflitto per la prima volta durante la Guerra civile americana, Ma nessuna di queste invenzioni fu il prodotto di uno sforzo scientifico di guerra coordinato su larga scala. Furono sicuramente innovazioni, ma ognuna di esse fu sviluppata prima della guerra.

Nel Nord si brevettavano qualcosa come 100 invenzioni ogni singola invenzione del Sud: era impossible per Ripley in un simile contesto seguire produzione e contemporaneamente Ricerca e Sviluppo

La burocrazia ragiona concretamente: non conosce numeri ordinali, ma solo numeri cardinali. Non è il primo che interessa, ma l'1, il 2, il 3, ecc.

Individuato il "sufficientemente buono" (non "il meglio" che, come è noto, è nemico del bene) si preoccupa della produzione di massa, nella fattispecie delle centinaia di migliaia di fucili che dovevano equipaggiare le truppe dell'Unione.

L'incarico di Ripley avrebbe dovuto essere separato da quello della valutazione dell'introduzione di nuovo materiale all'inizio del conflitto, ma questo non fu fatto, anche perché, come ho anticipato, l'idea che si stesse affrontando una guerra "breve" era strutturalmente contraria alla pianificazione di lungo periodo tipica delle funzioni di Ricerca e Sviluppo.

Oggi ci troviamo in una situazione opposta: l'avversario principale è l'obsolescenza. Le armi non vengono distrutte dal nemico, quanto dalllo scorrere del tempo, e nessun'arma un po' sofisticata, secondo la mia modesta opinione, ha sufficiente munizionamento per una guerra lunga.

Se poi ci mettiamo pure la crisi economica e i tagli alla spesa militare credo che possiamo aprire un orizzonte in cui un Ripley sarebbe veramente il benvenuto.