Per non parlare, poi, della soddisfazione che proveranno gli amici wargamisti e modellisti che vi troveranno tutti i dettagli di cui hanno bisogno per completare i propri pezzi. O gli appassionati di costume e di arte, per i quali la carrellata di mezzo secolo di illustrazioni, alcune delle quali -- ad esempio quella della copertina che vedete in questa pagina -- sono veri capolavori.
Insomma, siamo in molti ad avere più di un motivo per sfogliare con compiacimento questo libro.
Aggiungo che a me ha mosso una serie di considerazioni: ve le sottopongo perché magari, dopo aver letto "Ascari d'Eritrea", vi verrà voglia di raccontarmi le vostre.
Innanzitutto credo noterete un "salto" tra la marzialità composta e pensierosa degli ascari nelle foto e quella invece spavalda e selvaggia rappresentata nelle illustrazioni.
Spiegare gli ascari agli italiani a quanto pare richiedeva agli artisti un contributo di retorica (non solo in epoca fascista, ma soprattutto in epoca fascista) e di esotismo che questi uomini non suggeriscono, e neppure sembra richiesto dagli ufficiali italiani che spesso compaiono al loro fianco: seri e raccolti come gli ascari.
Guardando quelle foto e quelle illustrazioni ho avuto l'impressione che abbiamo perso una grande occasione.
Non l'occasione di tenerci l'impero, ovviamente, ma quella di capire meglio un popolo e magari comprendere, guardandoci con i loro occhi, che cosa apprezzassero in noi. Per coltivarlo e farlo crescere anche in patria.
|