Ho visitato Campo Imperatore sul Gran Sasso da bambino, verso la fine degli anni Sessanta, e ne conservo il ricordo di un paesaggio con un'invincibile vocazione all'isolamento, alla quale il massiccio volume dell'albergo dava involontariamente un drammatico contributo.
Un vuoto dominato dal verde onnipresente dell'erba dell'altopiano, la vera padrona del luogo, che sembrava irridere il tentativo dell'uomo di renderlo ospitale.
In questa natura intimamente ostile si svolgono gli eventi principali di "Liberate Mussolini!" un libro di Greg Annussek che racconta lo sviluppo e l'esecuzione della "Unternehmen Eiche", l'operazione Quercia con la quale un commando tedesco portò a compimento la liberazione di Benito Mussolini dalla prigionia susseguente i fatti del 25 luglio 1943.
Da quel giorno Mussolini non è più il "duce", ma si è trasformato da "uomo politico" in pura "materia politica", un ingrediente nelle strategie altrui.
Nelle mani di Badoglio e del re il corpo di Mussolini è un ingombrante ed indesiderato bagaglio, che vorrebbero consegnare agli anglo-americani appena possibile, ovvero prima che intervengano i tedeschi ad appropriarsene: gli alleati interessati a certificare un successo, i tedeschi intenzionati a spremere da quanto avanzava del regime fascista il materiale umano sufficiente a prolungare la guerra in Italia.
Il racconto di Annussek è assai ben documentato per quanto riguarda il suo tema centrale, ovvero la genesi e lo svolgimento dell'Operazione Quercia da parte dei tedeschi, e la sua scrittura accompagna il lettore molto piacevolmente lungo l'intricato itinerario di incredibili eventi che la caratterizzarono.
Più superficiale Annussek appare nella trattazione di alcuni elementi di contesto, ad esempio quando descrive il rapporto umano e politico tra HItler e Mussolini, oppure quando tratteggia la "guerra parallela" dell'Italia.
Non mi sento, però, di trasformare questa osservazione in una vera e propria critica: il suo obiettivo è un altro e soprattutto potrei rivolgere questa stessa censura alla maggioranza degli storici anglosassoni.
Come dicevo, il libro ha un altro sostanziale pregio, che il lettore appassionato di storia militare non mancherà di apprezzare: apre un'interessantissima e non comune finestra sulla costruzione di un'operazione di commando, che viene descritta con grande vivacità e dovizia di particolari.
L'Operazione Quercia fu il frutto di un'intensa collaborazione/competizione tra Wehrmacht e SS: la prima rappresentata dal maggiore Harald Mors, responsabile dell'operazione, dal generale Kurt Student, la mente dietro al piano, e dal tenente dei paracadutisti barone Georg von Berlepsch, l'esecutore materiale dell'azione. Le seconde incarnate da Otto Skorzeny: viennese, e quindi tedesco del Sud, dimostrerà un vero talento per l'arte di arrangiarsi, un uomo la cui personalità e la cui vita oltrepassano l'immaginabile e dimostrano come la realtà superi la fantasia.
E oltre l'immaginabile fu la liberazione di Mussolini, che significò la sconfitta dell'unico vero avversario con il quale i tedeschi dovettero fare i conti: la natura arcigna, impervia e ostile di Campo Imperatore. |