Verso la metà del IX secolo le bellicose popolazioni scandinave avevano esteso il raggio di azione delle proprie razzie fino alle valli della Loira e della Senna, troppo lontani dalle loro basi di partenza per farvi ritorno nel breve spazio della bella stagione nordica.
Si erano dunque insediati in queste zone ed essendo non solo espertissimi marinai ma anche abili contadini, avevano fondato delle vere e proprie colonie, capaci di attrarre e di ospitare nuovi venuti.
Il re di Francia Carlo il Semplice decise per primo di certificare il fatto compiuto, volgendolo a suo favore. Offrì così a Rollone, capo di una di queste comunità di “uomini del nord”, di diventare suo vassallo, con l’intenzione di farne uno scudo contro altri invasori della sua stessa razza.
È del 14 marzo 918 il primo documento ufficiale con il quale il re ricorda le concessioni fatte «ai Normanni della Senna, vale a dire a Rollone e ai suoi compagni… per la difesa del regno».
Poveri e poco numerosi, i normanni erano però eccezionali combattenti, rapidi ad imparare ed estremamente pragmatici nel giudicare una buona idea o un uomo di talento quando lo incontravano.
in pochi decenni erano indistinguibili dai loro vicini franchi o bretoni ma li avevano superati nell’abilità a combattere a cavallo tanto che la principessa bizantina Anna Comnena scrisse che una loro carica avrebbe aperto una breccia nelle mura di Babilonia.
Appena un secolo dopo troviamo un gruppo di loro, di ritorno da un pellegrinaggio in terra santa, nel porto di Salerno respingere da soli una razzia di pirati saraceni: era l’inizio della vera e propria passione dei normanni per il Mezzogiorno d’Italia.
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