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I sardi hanno vinto la battaglia di Lepanto

nicola zotti


Il 7 ottobre 1571 nello specchio di mare antistante la città di Lepanto nel golfo di Corinto, venne combattuta una delle più decisive battaglie della storia, tra la flotta dei turchi ottomani e quella della “Lega Santa”, una coalizione di stati cristiani promossa dal papa Pio V.

I turchi ottomani furono sconfitti, e con le galee della loro flotta affondarono anche i progetti di illimitata espansione che essi avevano coltivato per secoli ed avevano portato ad un passo dal realizzare concretamente.

Invece, persa la flotta e con essa la possibilità di dominare il mare, proiettando a piacimento la propria minaccia in tutto il Mediterraneo, dovettero accontentarsi, ancora per qualche secolo, di effettuare sporadici aggressioni esclusivamente per via di terra. Attacchi “telefonati”, che vennero regolarmente respinti, seppure con qualche apprensione.

Prima di rivelare che cosa c’entrino i sardi con questo importante avvenimento storico, è necessario fare un passo indietro di qualche centinaio di anni.

Nel 1297 papa Bonifacio VIII aveva assegnato la Sardegna alla dinastia aragonese di Spagna.

Fino a quel momento, e per i trecento anni precedenti, la Sardegna si era autogovernata sulla base del sistema dei “giudicati”: l’isola era divisa in quattro governatorati autonomi – Arborea, Cagliari Lugodoro e Gallura – che erano riusciti, seppure tra mille difficoltà, a preservare la propria indipendenza dalle voraci attenzioni delle repubbliche marinare Genova e Pisa.

Ma contro re Giacomo II d’Aragona ogni tentativo di resistenza fu inutile. I tre secoli di dominazione spagnola non furono un periodo felice per l’isola: trascurata, sfruttata e soggetta a continue carestie.

Tra le servitù a cui la Sardegna fu sottoposta, una particolarmente importante per gli spagnoli era quella militare. La Spagna era diventata la principale potenza europea ed era impegnata in continue guerre contro i suoi nemici, con un inesauribile bisogno di truppe. Durante i primi decenni del XVI secolo aveva quindi effettuato una radicale riorganizzazione su base territoriale delle proprie armate, costituendo centri di reclutamento e di addestramento stabili in ogni regione del proprio impero: Sardegna compresa, dove venne formato il “Tercio de Cerdeña”, con sedi a Cagliari e a Tempio Pausania.

La guida della “Lega Santa” fu affidata al giovanissimo don Giovanni d’Austria: appena venticinquenne aveva già però una certa esperienza di questioni militari e si dimostrò saggio e all’altezza del difficile compito di tenere assieme i litigiosi alleati.

Dove dimostrò ancora maggiore lungimiranza, fu nella scelta della propria guardia personale, la forza d’élite che voleva avere con sé sulla propria ammiraglia, la Réal: i 400 archibugieri del Tercio de Cerdeña. E furono proprio questi che impressero la svolta decisiva alla battaglia, prima respingendo numerosi attacchi dei turchi e quindi abbordando e conquistando la loro nave ammiraglia, la Sultana.

PS: questo testo è stato oggetto di uno scambio di mail tra me e un lettore .