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I POSSIBILI ERRORI DEL PENSIERO UNICO

Come trattare con gli occidentali?

nicola zotti

Termopili 480 a. C., Isole Falkland 1982 d. C. Afghanistan e Iran 2007 d. C.: immaginate di essere il re dei re Serse, il dittatore Galtieri, un talebano o il presidente iraniano Ahmadinejad: come vi comportereste per risolvere un conflitto con le democrazie occidentali?

Avete tre opzioni strategiche:

  1. combattere e non trattare,
  2. combattere e trattare,
  3. non combattere e trattare,

che per voi sarebbero praticamente equivalenti, e tra le quali vi potreste spostare con maggiore agilità rispetto al vostro avversario.

Ad esempio, non avete alcuna difficoltà a ricordarvi che trattare non è un imperativo etico, ma uno strumento politico: quello che per voi è un fatto assodato, nel campo occidentale è invece un argomento spinoso e sul quale si giocano i punti-patente del politicamente corretto.

Infatti, mentre voi siete in vario modo il detentore assoluto del potere, in Occidente le voci ad esprimersi saranno molte e per questo solo motivo, se è difficile che qualcuno dall'interno contesti la vostra scelta, è praticamente sicuro che la vostra causa trovi un sostegno diretto o indiretto tra gli occidentali in varie forme e per motivi diversi, creando un insidioso problema politico e strategico per il vostro interlocutore.

In Occidente la contraddizione ha ampissimi margini di legittimità: e può spingere, e spinge sovente, i confini del libero arbitrio fino al tradimento del "sacro". Ne ho già parlato ricordando il regicidio in Shakesperare e le congiure che causarono la fine dell'Impero bizantino.

Se foste Serse, Galtieri, Ahmadinejad o i talebani l'opinione che vi siete fatta delle democrazie occidentali è che sono intrinsecamente deboli ed incapaci di assumersi dei rischi: il dittatore argentino Leopoldo Galtieri, ad esempio, quando decise di invadere le isole Falkland aveva ottimi rapporti con le democrazie occidentali e con la Gran Bretagna della signora Thatcher e riteneva, a ragione, attraversasse un momento di particolare fragilità politica.

Questo indubbio vantaggio di cui godete, non è sufficiente però a risolvere il vostro conflitto con gli occidentali: avete bisogno di precipitare la situazione compiendo voi un primo drammatico passo.

Dovete fare paura: se volete fare le cose in grande potete invadere il territorio nemico con un'immensa armata, con mezzi inferiori potete occupare un'isola oppure semplicemente prendere prigionieri 15 militari in pattuglia o un giornalista e i suoi accompagnatori.

A questo punto il più è fatto. Al resto penseranno gli occidentali. Alcuni inizieranno a trovare delle giustificazioni alla vostra minaccia, altri sosterranno che "in fondo ce la siamo cercata", altri ancora sfrutteranno l'occasione per colpire il proprio avversario politico indebolito.

Ad esempio se foste Serse potrete sicuremente contare su qualche greco che parteggerà apertamente per voi, o come minimo riterrà preferibile essere vivo e soggetto piuttosto che libero e morto.

Attenzione però: c'è un rischio.

L'abitudine alla polemica e alla disunione, che a voi è sconosciuta, in Occidente è pane quotidiano, è aria respirata, è latte materno, è sport, è prestigio.

Se è sicuro che ci saranno delle divisioni, altrettanto sicuro è che il vostro interlocutore se ne possa infischiare e decida di opporsi a voi con le sole forze sue e di quelli che la pensano come lui.

Mi spiego meglio perché come sostenitori del pensiero unico potreste avere delle difficoltà a capire: nulla di male, fa parte intrinseca della vostra cultura e, come cercherò di dimostrare, possibile motivo di valutazioni errate e di errori.

Il problema nella cultura occidentale non è il conflitto, ma la modalità in cui
esso viene metabolizzato dal sistema: "quello che non strozza, ingrassa", anche in politica, e gli occidentali hanno stomaci che si sono dimostrati capaci di triturare il granito.

Una prima possibilità, quella per voi più favorevole, ma non per questo meno insidiosa, è che il vostro avversario si trasformi in una entità cedevole e plastica: per fare cessare la vostra minaccia ingoierà l'amaro boccone che gli proponete, e lo digerirà più o meno facilmente trasformandolo in un proprio problema interno. La cosa non ha molte conseguenze, voi vi morderete le mani per non aver chiesto di più e in breve tempo il conflitto che credevate velenoso sarà trasformato dal metabolismo occidentale in un rifiuto organico.

Se invece vi dice male, fornirete agli occidentali una specie di pillola energizzante che gli farà esprimere una forza per voi inconcepibile e che deriva proprio dalla convinzione di sé che origina dall'abitudine al conflitto: e dal nulla potrebbe emergere un Leonida che ve la potrebbe far pagare cara.