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NAPOLEONE E LA SUA RIORGANIZZAZIONE TATTICA

Il decreto del 18 febbraio 1808

nicola zotti


Tra le centinaia di decreti imperiali emanati da Napoleone uno dei più importanti, almeno per chi si interessa di storia della tattica militare, è il decreto del 18 febbraio 1808.

A prima vista si tratta solo di un decreto di riorganizzazione dei battaglioni e dei reggimenti di fanteria, ma in realtà i suoi scopi andavano ben al di là, per assumere un significato strategico, dimostrando la chiara volontà di Napoleone di avviare una nuova stagione di guerre e anche il forte legame che unisce -- o dovrebbe unire -- strategia e tattica.

Dopo tre intensi anni di campagne, subito dopo la pace di Tilsit, siglata il 9 luglio del 1807, Napoleone comprendeva la fragilità dei risultati conseguiti, ma non aveva gli strumenti per rafforzarli.

Fortunatamente per lui, i suoi avversari erano ridotti in condizioni anche peggiori, ma c'era però poco da stare tranquili: la situazione francese, in particolare per quanto riguardava ufficiali e sottufficiali era molto grave.

Possiamo ricavare gli ufficiali francesi feriti o deceduti dal 1805 al 1807 dall'enciclopedico lavoro di A. Martinien "Tableaux par corps et batailles des Officiers blessés et tués pendant les guerres de l'empire (1805-1815)".

Da questi dati risulta che i 140 reggimenti della fanteria leggera e di linea avevano perso nel periodo 3.114 ufficiali, contro i 300 della cavalleria e della guardia.

In pratica, possiamo stimare che alla fine di questo ciclo di campagne l'esercito francese si trovasse con circa il 20-25% di ufficiali in meno di quando le aveva cominciate, facendo un'ottimistica valutazione degli ufficiali feriti che tornavano in servizio, e la situazione doveva essere analoga per i sottufficiali.

Un esame del decreto ci farà comprendere in che modo Napoleone risolse il problema.

Il decreto

Il processo di riorganizzazione comprendeva 3 misure:

1) la riduzione delle compagnie dei battaglioni da 9 a 6,
2) la definizione dell'organico reggimentale a 5 battaglioni di cui 4 "da guerra" e 1 di deposito,
3) la riduzione dei reggimenti a 122 (96 di linea e 26 leggeri) più uno leggero che mantenne la vecchia organizzazione.

Delle 6 compagnie del battaglione di linea, 4 erano di fucilieri, una di granatieri e una di volteggiatori. I reggimenti di fanteria leggera avevano 4 compagnie di chasseur, una di carabinieri e una di volteggiatori.

Questa riorganizzazione dava a ciascun reggimento un totale complessivo teorico di 3.970 uomini: 108 ufficiali e 3.862 sottufficiali e uomini di truppa.

Vi furono un po' di problemi in questa redistribuzione degli uomini, come è testimoniato dall'esito immediato della riorganizzazione:

17 reggimenti di linea su 5 battaglioni e 2 compagnie di elite in eccesso (4.136 uomini)
69 reggimenti di linea su 4 battaglioni (3.682 uomini)
4 reggimenti leggeri su 5 battaglioni e 2 compagnie di elite in eccesso (4.136 uomini)
22 reggimenti leggeri su 4 battaglioni (3.682 uomini)
1 reggimento leggero con la vecchia organizzazione (9 compagnie e 4.136 uomini)
3 reggimenti assegnati alle colonie con 7 battaglioni (5.480 uomini)

I 122 reggimenti previsti dal decreto avrebbero dovuto avere una composizione standardizzata:

1 colonnello, 1 maggiore, 4 chefs de batallion, 5 aiutanti maggiori, 1 quartiermastro-tesoriere, 1 ufficiale pagatore, 1 porta aquila, 1 chirurgo maggiore, 1 aiutante chirurgo, 1 tamburo maggiore, 1 caporale tamburo, 4 capimastri.
Le compagnie erano uniformate su: 1 capitano, 1 tenente, 1 sottotenente, 1 sergente maggiore, 4 sergenti, 1 caporale furiere, 8 caporali, 121 soldati, 2 tamburini: in totale 140 uomini.

Erano dunque previsti 488 battaglioni da guerra che avrebbero avuto bisogno di un totale di 1.464 ufficiali reggimentali e 8.784 ufficiali di compagnia. Altri 244 ufficiali reggimentali e 1.464 ufficiali di compagnia servivano per i 122 battaglioni di deposito.

Limitandoci al calcolo per i 488 battaglioni da guerra possiamo valutare l'esigenza teorica per completare i ranghi di 40.992 sottufficiali nelle compagnie e 360.144 uomini.

Secondo i piani di Napoleone, dunque, il suo esercito, facendo tutte le somme (compreso il reggimento ancora su 9 compagnie) doveva raggiungere la ragguardevole cifra di 10.329 ufficiali di compagnia, 48.202 sottufficiali e 422.472 uomini di truppa.

Il rapporto quadri/truppa

Trattando dell'evoluzione dei reggimenti napoleonici, abbiamo visto qual era la consistenza dell'esercito francese precedente il 1808. Possiamo quindi confrontare tra loro gli organici prima e dopo la cura di Napoleone.

prima del 1808 dopo il 1808 differenza %
battaglioni 422 488 +66 15,6%
ufficiali 10.128 8.865 -1.263 -12,5%
sottufficiali 47.274 41.370 -5.904 -12,5%
truppa 330.004 362.448 +32,444 +9,8%

A fronte ad un aumento di 66 battaglioni (il 15,6% in più) e del numero degli effettivi di truppa (+32.444), corrisponde un taglio del 12,5% nella necessità di quadri: ovvero circa la metà di quanto abbiamo stimato essere le perdite dovute alle guerre. Ciononostante a Napoleone, secondo quanto abbiamo stimato, mancavano ancora almeno un migliaio di ufficiali e 5 volte tanti sottufficiali per riuscire a completare i ranghi reggimentali: senza la riforma del decreto la situazione sarebbe stata ancora peggiore, ma questo vuoto avrebbe comunque richiesto degli anni per essere colmato.

La riduzione del rapporto tra quadri e uomini di truppa era sensibile.

prima del 1808
dopo il 1808
differenza
ufficiali/truppa 3,1% 2,4% -0,6%
sottufficiali/truppa 14,3% 11,4% -2,9%
quadri/truppa 17,4% 13,9% -3,5%
uomini di truppa
prima del 1808
dopo il 1808
differenza
1 ufficiale ogni 32,6 40,9 +8,3
1 sottufficiale ogni 7,0 8,8 +1,8
1 quadro ogni 5,7 7,2 +1,5

Come si deduce, infatti, dalla tabella qui sopra, la riduzione dei quadri in ogni compagnia raggiungeva il 3,5%: ogni 100 uomini di truppa i quadri passavano da più di 17 a meno di 14, ovvero da 1 quadro ogni 5,7 uomini a 1 ogni 7,2.

I vantaggi della riforma


La riforma napoleonica, rimediava così almeno in parte alla carenza dei quadri, a spese però di una riduzione del rapporto col numero degli uomini di truppa, che aveva come ovvia conseguenza negativa una diminuzione della capacità di controllo dei primi sui secondi.

In realtà, però, altri fattori controbilanciavano ampiamente questo aspetto negativo.

Un primo vantaggio era già insito nella semplice standardizzazione degli organici, che metteva finalmente ordine, almeno formalmente, in un ventennio di giungla rivoluzionaria: reggimenti organizzati tutti sulle stesse basi costituivano un riferimento solido e affidabile sia per i comandanti superiori che per gli stessi ufficiali reggimentali.

Un grande vantaggio veniva anche dall'istituzione del battaglione di deposito che poteva fornire rimpiazzi addestrati con una certa continuità.

I generali di brigata e i comandanti di reggimento, poi, avevano a disposizione unità più piccole ma in numero maggioree quindi potevano articolare sul campo di battaglia tattiche più elastiche.

Quest'ultimo vantaggio veniva aumentato da motivazioni precipuamente tattiche: i battaglioni su 6 compagnie, infatti, avevano una velocità di schieramento sul campo di battaglia sensibilmente maggiore, fino a 3 volte nel caso di passaggio da linea a quadrato (circa 5' contro 1' e 30") e 30" più veloce passando da colonna a linea (3' contro 2' e 30"), solo per fare alcuni esempi.

Possono sembrare guadagni minimi, ma in battaglia potevano fare la differenza e la riduzione nel numero dei quadri per reggimento veniva ampiamente compensata da questo aumento complessivo della maneggevolezza dei battaglioni.

La prova dei fatti


Indubbiamente la riforma del decreto 18 febbraio 1808 raggiunse il suo scopo. Nella campagna del 1809 la Francia fu in grado di sconfiggere ancora una volta gli austriaci, nonostante l'impegno della guerra in Spagna.

Permaneva l'uso di "non mettere tutte le uova in un unico paniere", ovvero la pratica di dividere i battaglioni dei reggimenti su più scenari operativi, per limitare la possibilità che interi reggimenti venissero spazzati via, rendendo impossibile reintegrarli con i rincalzi, cosa che non avverrà, invece, durante la campagna di Russia quando i reggimenti vennero impiegati a pieno organico, per l'occasione portato a 5 battaglioni di guerra:

Senza il decreto, probabilmente, per Napoleone sarebbe stato impossibile allestire armate delle dimensioni di quelle che preparò per invadere la Russia, anche dopo 3 anni di relativa pace, che comunque vennero impiegati per sfornare ufficiali e sottufficiali in abbondanza.

Visti gli esiti della campagna di Russia, però, viene da chiedersi se il successo del decreto non si sia ritorto contro Napoleone, convincendolo a intraprendere imprese che altrimenti non avrebbe neppure concepito
.