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L'ADDESTRAMENTO DELLA CAVALLERIA ROMANA

Il galoppo cantabrico

nicola zotti



Il galoppo cantabrico o circolo cantabrico è una delle molte attività addestrative, nemmeno la più complessa a dire la verità, della cavalleria romana di epoca imperiale.

Arriano nella Tattica ne fa una vivida descrizione per cui è saggio da parte mia lasciare subito la parola a lui.

Aggiungo solo che come manovra di combattimento, per quanto mi consta, fu usata praticamente solo dalle Marine della Seconda guerra mondiale per proteggersi dagli attacchi aerei.

La traduzione dal greco è mia.


(40) Oltre a questo vi è un galoppo conosciuto come il "cantabrico". A mio parere esso prende il nome dal popolo iberico, il Cantabrii, perché i Romani da questi lo adattarono ai propri scopi. Viene eseguito nel modo seguente. La formazione difensiva di cavalleria, come descritto in precedenza [il riferimento è a una manovra illustrata in un paragrafo precedente NdNZ], protetta dalle proprie armature, è posizionata sulla sinistra del tribunale, tranne che per i due cavalieri che ricevono l'attacco diretto con i giavellotti. Caricano da destra, [come nell'esercitazione precedente [anche in questo caso il riferimento è a una manovra illustrata in un paragrafo precedente NdNZ], e ruotano a destra. Mentre eseguono la loro carica, un'altra carica inizia sulla sinistra del tribunale e ruota in un cerchio. Questi cavalieri non utilizzano più giavellotti leggeri [vedi sopra NdNZ], ma lance di grandezza intera senza punte di metallo, comunque sufficientemente pesanti per essere impegnative per i lanciatori, e non senza pericolo per gli uomini a cui sono destinate. Per questa ragione essi hanno l'ordine di non mirare agli elmi degli uomini a cavallo che scorrono, e non gettare la lancia al cavallo, ma prima che esso ruoti ed esponga qualsiasi parte del suo fianco o riveli la sua schiena mentre si gira, essi devono mirare al suo scudo e colpirlo il più forte possibile con la lancia. La precisione di questo addestramento si basa sul fatto che l'uomo nel cerchio cantabrico dovrebbe arrivare il più vicino possibile a quelli che scorrono assestando con la lancia un colpo dretto al centro dello scudo, che dovrebbe battere pesantemente su di esso o penetrarlo direttamente attraverso. Il secondo uomo viene alle prese con il secondo dell'altro gruppo, il terzo con il terzo, e così via per tutta la formazione nello stesso modo. Il rumore è enorme, e in questo esercizio il movimento opposto appare elegante. Un gruppo fa pratica nella precisione e nella veemenza manovrando la lancia, l'altro nella sicura difesa contro un attacco.