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UNA DISCUSSIONE DEL 1993

scenari di guerra civile

gli utenti di MCLink

 



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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 484, 03/10/1993 20:58 [2955] [34]
2 Figli: Msg# 486,497
Da: MCXX79 Massimo G. (Tortona)
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Oggetto: La Guerra Civile Italiana
Boh, le idee sono confuse ma provo a delineare:
LA GUERRA CIVILE ITALIANA
Nella primavera del 1994 il leader della Lega Nord, Umberto Rossi, dichiara la
secessione e la creazione della Repubblica Federale del NordItalia con sede a
Milano e che comprende Piemonte, Liguria, Veneto, Trentino, Venezia Giulia e
Lombardia.
L'Emilia Romagna, l'Umbria, la Toscana, pur simpatizzando, chiedono tempo (Que-
sito: Il PDS accetterebbe un governo forzatamente Leghista? Resterebbe con il
governo "legale" del Sud? Tenterebbe una terza via affermando l'indipendenza di
queste tre ultime regioni restando, semplicemente, "a guardare"?).
Il governo centrale di Roma strepita e lancia tuoni e fulmini: il Presidente
del Consiglio Lampi e quello della Repubblica Scaffaro parlano di Italia Una ed
Indivisibile. I nordisti vengono chiamati ribelli.
Tentativi di accordo tra le due parti non sortiscono alcun effetto.
Prime violenze al Nord contro Meridionali che culminano con l'uccisione di 35
persone nei disordini di Bergamo.
Ai Carabinieri ed alla Polizia vengono impartiti da Roma e da Milano ordini
contradditori: ne risulta il caos dell'ordine pubblico.
Elementi estremisti suscitano manifestazioni a Palermo e Napoli al grido di "A
morte la Lega!!"
Mc-Link al momento conferma che manterra' la connessione con gli abbonati nor-
disti. Uff...Meno male.
Il Presidente degli USA Kleenton esprime "profonda preoccupazione per quanto
sta succedendo in Italia".
Confuso il comportamento dell'Esercito: il Capo di Stato Maggiore fa presente
che ..."l'Esercito reagira' a qualsiasi atto ostile contro di esso (Vi ricorda
qualcosa?)". Per intanto consegna le truppe nelle caserme in stato di massima
allerta.
La CEE promuove riunioni su riunioni nell'intento di appianare la vicenda senza
sortire alcun risultato.
Scoppiano bombe a Venezia, Milano, Torino.
Primi scontri armati sull'Appennino tra bande di irregolari del Nord e del
Sud.
Elementi dell'Alto Comando delle tre armi, di origine nordista, si mettono al-
l'opera per creare una prima rete di comando per un costituendo esercito del
Nord, parte basato su volontari e coscrizione, parte sfruttando i Reparti che
si trovano al Nord i cui comandanti simpatizzano per la causa.
In questa contingenza il primo nucleo dell'esercito del Nord si avvarra' dei
Corpi Alpini, di tradizione nordista.
(1-CONTINUA?)
Vi piace il canovaccio? Se ci state si potrebbe continuare su questo filone,
dividendo questa storia in due sentieri:
1) WHAT IF... Discussione sulle possibilita' teoriche di avvenimenti bellici,
politici, umani, organizzazione delle risorse, spiegamenti logistici e quanto
vi viene in mente nell'ambito di questa ipotetica Guerra Civile.
2) LA STORIA CONTINUA... Si va avanti con la storia secondo fantasia e campo
delle probabilita' a seconda di come ognuno la vede.
Il CapoArea dirige il...traffico.
Terza possibilita': Non se ne parla piu', pero' mi sono divertito!
Cordialita'
**** MAGALL ****
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 486, 03/10/1993 21:45 [321] [33]
Padre: Msg# 484
Da: MCXX17 Ascanio S. ()
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Apprezzo molto il testo, ma avrei preferito leggerlo nell'area "Narrativa".
Spero che vogliate evitare di fare ipotesi "di guerra civile" e che vi concen-
triate invece sul tema che e' "la guerra civile in Italia dal mero punto tecni-
co".
Per favore, lasciamo stare la politica. E' divertente, ma fuori posto in que-
st'area.
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 497, 06/10/1993 22:51 [96] [33]
Padre: Msg# 484
Da: MCXX13 Aldo G. (Milano)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Forza voglio sapere come finisce...
Sidewinder MCXX13@mclink.it-=*=- WinXpress 6.00 pro #39
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 509, 10/10/1993 16:45 [427] [35]
Da: MC5864 Nicola Zotti (Roma)
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Oggetto: Finalmente...
Ok...
Eccovi 20 K di riflessioni sulla guerra civile italiana.
Ne avevo scritti un po` di piu`, ma ho sfrondato il discorso di alcune parti
che avrebbero potuto essere considerate troppo specialistiche.
Vi ringrazio della pazienza che avete avuto nell`aspettare il mio ritorno, ma
ho qualche impegno personale e di lavoro, che mi rendono difficoltoso interve-
nire con la frequenza di un tempo.
Il che non e` detto sia un male...
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 510, 10/10/1993 16:46 [20029] [34]
4 Figli: Msg# 511..537
Da: MC5864 Nicola Zotti (Roma)
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Oggetto: La Guerra Civile Italiana
Le simulazioni come quella proposta sullo scoppio di una guerra civile in Ita-
lia, partono come si puo` immaginare, da premesse molto particolari.
Direi meglio che si tratta di _anti-premesse_: ovvero si dice ``se quella data
condizione che ora viene considerata scontata dovesse venire a cadere allora
...``. Ricordo un interessante piano _segreto_ americano (tanto segreto che io
ebbi modo di leggerlo, figuratevi...) per l`invasione del Canada, che partiva
da assunzioni sinceramente un po` estreme: come la fuoruscita del Canada dal
Commonwealth e la sua entrata nel Comecon (quando ancora c`era...).
Le _anti-premesse_ che dovrebbero verificarsi per scatenare una guerra civile
in Italia sono tante e di troppo difficile realizzazione per far considerare
imminente una guerra tra italiani, sia nella forma di scontro `etnico`, che di
guerra di secessione, che di vera e propria guerra civile, che di golpe, come
ho gia` avuto modo di spiegare in passato. Gia` che ci sono, ammetto pure che
l`ipotesi di una guerra civile, se non mi entusiasma, certo neppure mi spaven-
terebbe, anzi, se non mi mancassero alcuni fondamentali punti di riferimento,
non esiterei un attimo a mettere in piedi una bella unita` paramilitare alla
quale siete tutti invitati fin da ora: su quale fronte combatteremo e` inin-
fluente, l`importante e` partecipare.
E` abbastanza difficile rispondere in modo esaustivo alle domande che sono sta-
te poste. Anche perche` non e` indifferente all`analisi il tipo di guerra ci-
vile che si prepara: un golpe, una guerra di secessione, una guerra civile.
Dal punto di vista militare le tre ipotesi sono enormemente diverse l`una dal-
l`altra, configurando approcci strategici particolari quanto particolari sono
gli scopi politici che motivano il ricorso alle armi. Basti pensare agli ef-
fetti della politica sulla logistica nei tre casi, al differente significato
che assume la leopardizzazione del territorio, al rapporto con gli stati allea-
ti e vicini.
Cosi` prendo in esame solo il caso di guerra di secessione: quello che ritengo
politicamente piu` probabile: il che non vuol dire, lo ripeto, che lo consideri
possibile.
Innanzitutto e` prevedibile che il quadro politico _pre-secessione_ sia enorme-
mente confuso: da questo punto di vista mi pare che quanti sono intervenuti
nella discussione fin ora l`abbiano presa molto molto semplice: tutto sara` in-
vece, complicatissimo.
La decisione di proclamare la secessione sara` preceduta da una catena di at-
tentati, di omicidi politici, di atti di violenza collettiva intensissima. Nel
lasso di 6 - 12 mesi i principali esponenti politici del vecchio regime saranno
rapiti (sul modello Moro) o assassinati, e altrettanto accadra` per quelli del
nuovo (un probabile e facile obiettivo il senatore Miglio), per scatenare il
caos. Le leadership effettive saranno cosi` detenute in parte da sopravvissuti
di primo e di secondo piano, in parte da emergenti dotati di sufficiente spre-
giudicatezza per gestire un conflitto intestino. Fazioni politiche estremisti-
che di vario colore ed ispirazione seguiranno strategie proprie inserendosi
nella lotta come piccoli animali predatori.
Il territorio Italiano non si dividera` nettamente e limpidamente, ma sara` a
sfumature di grigio. Neppure ci sara` una leopardizzazione chiara, ma al con-
trario credo che una prima dichiarazione d`indipendenza faccia esplodere lIta-
lia in fazioni regionali ed interregionali, con lotte intestine furenti: la
guerra di secessione dara` l`avvio a numerose rivendicazioni autonomistiche in
ogni parte d`Italia, non solo al Nord: Siclia e Sardegna, ad esempio, proclame-
ranno la propria autonomia e seguiranno un cammino proprio.
Le stesso campo governativo` non sara` omogeneo, ma sara` anch`esso in qualche
modo _regionalizzato_.
Un governo di coalizione e di emergenza nazionale spacchera` ulteriormente lI-
talia anziche` unirla, perche` i partiti non sentiranno sotto i loro piedi una
base sociale sufficientemente solida per governare con gli stessi metodi su
tutto il territorio. Ne conseguira` una regionalizzazione di fatto dell`Italia
e una notevole confusione e sovrapposizione di ruoli tra Governo nazionale e
Governi regionali. Il Mezzogiorno esasperato per i pogrom antimeridionali al
Nord ed estraneo dalla parte piu` calda dei conflitti, subira` una svolta auto-
ritaria e populista, una sorta di Peronismo senza Peron: tumulti popolari pro-
vocheranno il linciaggio di personaggi particolarmente compromessi del vecchio
regime, ma il rapporto tra politica e delinquenza organizzata si fara` molto
piu` complesso ed ambiguo di quello attuale, ed e` probabile che in conclusione
si arrivi in alcune zone ad una qualche forma di vero e proprio governo della
malavita.
Il meridione, inoltre, sara` un serbatoio di uomini per l`esercito Governativo:
si trattera` di truppe di professionisti, pagati dal Governo nazionale, e di
qualita` e di motivazioni molto variabile: un po` come si verifico` per l`eser-
cito del Viet-Nam del Sud. Il Centro e parte dellEmilia Romagna saranno ammi-
nistrati da un Governo regionale _progressista_ che si trovera` in parte invi-
schiato nel conflitto ed in parte no: si combattera`, per capirsi, per citta`
come Parma e Piacenza, poste sul confine tra nord e centro Italia.
Il Nord sara` in preda al caos piu` totale: si sovrapporranno due governi: il
governo nazionalista del Nord ed il governo secessionista . Essi si combatte-
ranno ovunque e il governo secessionista si trovera` subito nella necessita` di
impiegare le maniere forti per contituirsi delle zone franche libere da perico-
losi virus _nazionalisti_. Si procedera` con estrema energia alla eliminazione
fisica di quadri politici governativi locali, in particolare di sinistra, men-
tre i politici compromessi col vecchio regime saranno arrestati, costretti al-
l`esilio dopo processi pubblici in cui confesseranno i numeri dei loro conti in
Svizzera e i loro beni sequestrati e utilizzati per sostenera la causa.
Il conflitto non sara` localizzato sulle _frontiere_, ma sara` un doloroso in-
treccio di scontri: le grandi citta` del Nord saranno teatro di sanguinose bat-
taglie isolato per isolato: la caccia al meridionale e allextracomunitario di
gruppi di estremisti o di provocatori governativi causera` un`inevitabile rea-
zione di autodifesa e una rapida propalazione della violenza. Isole piu` _nor-
diste_ saranno a fianco ad isole piu` _governative_, con intersezioni di incer-
ta appartenenza.
Per farla breve: complessivamente l`Italia si _libanesizzera`_, localmente si
_bosnierizzera`_, in alcuni casi sporadici si _ulsterizzera`_: nel breve volge-
re di qualche anno il Settentrione, se non riuscira` a liberarsi dal governo
nazionalista e a spostare i combattimenti nel centro Italia (in Romagna) si im-
poverira` in modo drammatico, iniziando un processo di deindustrializzazione
incontrollabile, e altrettanto accadra` per lItalia centrale, sulla quale pese-
ra` in massima parte il peso finanziario del conflitto e, soprattutto, della
secessione per il licenziamento di centinaia di migliaia di impiegati pubblici.
I morti al senttentrione si conteranno in decine di migliaia e l`esodo di gran
parte della popolazione provochera` in pochi mesi la paralisi dell`industria,
alla quale si potra` comunque ovviare assumendo lavoratori extracomunitari.
Prevedibile, invece, che prosperi il Meridione dove leconomia verra` ad assomi-
gliare a quella di un paese del sud est asiatico, in una specie di capitalismo
deregolamentato e paternalista: scarsa o nulla sindacalizzazione, basso costo
della manodopera, eccessi di lavoratori scaricati nellesercito a combattere per
_l`unita` d`Italia_. I capitali si sposteranno per quanto e` possibile dal
Nord al Sud (o dal Nord all`estero): in particolare quelli di provenienza ille-
gale, cosi` incentivando l`economia meridionale.
Veniamo ora ai problemi piu` propriamente militari e alle domande di Ascanio
S..
1) In linea di massima ritengo che le FFAA rimarranno lealiste, in particolare
proprio i corpi migliori: i vertici delle FFAA, nessuno escluso, non accette-
ranno avventure indipendentiste e soprattutto sapranno ben valutare fin dall`i-
nizio la parte perdente, che, sic stantibus rebus, non possono essere che i se-
cessionisti. Ho l`impressione che i carabinieri sarebbero fortemente lealisti:
guiderebbero la repressione dei ribelli. I carabinieri sono una delle realta`
piu` centraliste del nostro apparato statale: centralizzata e` la formazione
dei quadri, fortemente coordinata dal centro ogni funzione di comando, globale
la visione dellItalia nello svolgimento dei loro compiti istituzionali. Questa
organizzazione centralizzata e` una delle _grandi modernizzazioni_ dell`Arma:
ogni casermetta di ogni sperduto comune si sente parte di un organismo piu`
grande, la _cellula_ di un corpo al quale risponde come terminale di una real-
ta` locale con strumenti tecnologici abbastanza moderni ed aggiornati.
Ma voglio ricordare che sta per essere costituita una brigata di professionisti
forte di 5.000 uomini: essa sara` il perno di qualsiasi aggregazione militare
governativa e fara` da catalizzatore per il resto dell`esercito.
Ovviamente quanto detto non esclude che ci siano delle eccezioni anche consi-
stenti, ma credo che le FFAA non si lascerebbero scappare l`occasione per inse-
rirsi con una certa prepotenza in politica, per giocare il ruolo di salvatori
della patria, con un protagonismo che in questo momento potrebbero invidiare al
altri corpi dello stato (leggasi magistratura). Laddove questo ruolo sia eser-
citabile nella Repubblica del Nord, credo ovviamente che alcuni quadri superio-
ri saranno tentati di seguire le sorti dei ribelli.
Va inoltre precisato che le FFAA svolgerebbero un ruolo significativo non tanto
sotto il profilo diretto, intervenendo militarmante, quanto piuttosto come ser-
batoio di armi e di quadri di comando: questi ultimi in particolare sono pre-
ziosi in una guerra civile, soprattutto nella sua fase iniziale. Dal punto di
vista militare il peso delle FFAA nazionaliste non sara` certo trascurabile, ma
neppure decisivo e comunque si dovranno attingere uomini direttamente nella po-
polazione e ci si dovra` avvalere di irregolari.
2) Le guerre civili si combattono `per i civili`, e i civili stanno nelle cit-
ta` quindi le citta` saranno obiettivi strategici prioritari. Temo che cio`
voglia dire combattere _nelle_ citta` e non solo _attorno_ ad esse colpendo le
vene giugulari che le mantengono in vita. Intendo dire che la conformazione di
una eventuale guerra civile italiana mi pare configuri proprio una guerra civi-
le di tipo classico: e questi modelli mostrano che nelle citta` si possono com-
battere conflitti interminabili - vedi Beirut -, e che esse sopravvivono con
mezzi limitatissimi per lungo tempo, se non si riesce a rompere con decisione
gli schieramenti difensivi - vedi Sarajevo -.
3) L`aviazione sara` importe, come e` importante nella guerra moderna, perche`
dominera` il terreno scoperto e le linee di comunicazione: e non e` escluso
qualche modesto intervento contro Milano `Capitale del Nord`. Tuttavia rendere
impraticabile gli areoporti non penso abbia un`utilita` pratica se non nei pri-
mi giorni di guerra. Se fossi un comandante secessionista dovrei fare un`at-
tenta valutazione costi-benefici dell`operazione: un bell`attacco agli areopor-
ti militari e/o civili e` _tradizione_ farlo, ma potrebbe essere meno pericolo-
so e dispendioso costringere i governativi ad impegnare una grande quantita` di
uomini per difendere un largo perimetro attorno ad essi, con l`impiego di pat-
tuglie di guerriglieri di 8-9 uomini incentrate su un lanciamissili spalleggia-
bile Terra-Aria tipo Javelin, Stinger , Blowpipe o anche SA-7 Grail.
Dovesse dipendere da me organizzare una strategia militare di una forza seces-
sionista, inizierei subito premendo affinche` i responsabili politici raggiun-
gessero una nutrita serie di obiettivi: rapporti diplomatici segreti con la
Croazia e la Slovenia, per garantirmi un afflusso d`armi; fonti di finanziamen-
to indirizzate al pagamento degli armamenti stessi; raggiungimento di gradi di
crescente autonomia delle forze dellordine e dei militari, affinche` vengano il
piu` possibile regionalizzati molto prima dell`inizio del conflitto . Comunque
qualsiasi forma di decentramento e` indispensabile dal punto di vista militare,
e qualsiasi obiettivo completato in questa direzione un punto in piu` per la
secessione. Non temo interventi da parte di eserciti esterni: confido molto
sul fatto che l`Italia venga considerato paese marginale e comunque troppo poco
`guerresco` per dare vita ad un conflitto duraturo.
Quindi procederei ad inquadrare gli uomini, operazione enorme ma anche esaltan-
te: attualmente in Bosnia ci sono attualmente circa 200.000 armati che combat-
tono per le varie fazioni: dato che la repubblica del Nord, esclusa l`Emilia
Romagna, ha un territorio doppio rispetto alla Bosnia e una popolazione cinque
volte superiore, fate le proporzioni e arriverete aa avere un`idea di quanti
uomini dovrei inquadrare ed equipaggiare: almeno 500.000 soldati senza conside-
rare i rincalzi necessari dopo i primi mesi di combattimenti. Avrei bisogno di
circa un ventesimo di quella cifra tra ufficiali e sottufficiali, sui quali e`
probabile cadranno le perdite maggiori in particolare all`inizio: sono cifre e-
normi, perche` dovrei far partire tutto da zero o quasi. Naturalmente molto di
questo avverrebbe con la nascita spontanea di gruppi irregolari, ma cio` non
toglie che il compito sia immane: non credo esista in Italia una persona o
gruppo di persone capace di farlo.
Molto stimolante e` pensare all`addestramento iniziale di queste truppe che do-
vrebbe avvenire in modo semiocculto: impossibile, infatti, mantenere il segreto
su operazioni di tale portata, ma indispensabile celare per quanto possibile il
vero scopo.
In linea di massima l`organizzazione dovrebbe essere molto semplice perche`
verrebbe adottata in realta` operative molto diverse l`una dall`altra. Costi-
tuirei una forza centralizzata - le Guardie della Repubblica - da utilizzare
nei combattimenti piu` impegnativi, e ad essa limiterei la dotazione di carri
armati e aviazione.
Baserei la composizione delle mie forze operative in due gruppi: `Pesanti` e
`Leggeri`: i primi composti dagli uomini migliori e dotati di un potenziale an-
ticarro ed antiaereo, i secondi solo di armamento leggero. Strutturerei l`e-
sercito sulla base di gruppi di combattimento misti pesanti/leggeri, con armi
di supporto (lanciagranate, mortai, obici, mitragliatrici pesanti) per dare la
massima autonomia ai reparti. Un gruppo pesante tipo potrebbe essere costitui-
to da un battaglione su 4 compagnie fucilieri e un reparto armi di supporto, la
compagnia fucilieri su 3 plotoni + plotone comando, ogni plotone su 3 squadre,
ogni squadra di 8-9 uomini con un arma anticarro, due mitragliatrici leggere di
accompagamento e 6 fucilieri.
Dal punto di vista strategico procederei ad un esame della dislocazione dei
punti di forza e di debolezza, ad esempio `caserme amiche - caserme nemiche`,
`quartieri ostili - quartieri amici`, e quindi sulla base di questa cartina a
macchie provvederei ad organizzare un`operazione diretta ad assicurarmi i capi-
saldi e a collegarli tra loro isolando quelli del nemico: il che significa ra-
strellamenti, fucilazioni ed epurazioni nelle zone amiche e combattimenti per
l`apertura di corridoi in quelle nemiche o incerte. Su questo concentrerei le
mie forze migliori nella parte iniziale del conflitto.
Nel frattempo assumerei la difensiva sulle zone di confine tra il Centro ed il
Nord e provvederei con reparti scelti a infiltrazioni profonde nel Centro per
ridurne l`efficiacia bellica.
Nell`arco di 3 mesi devo riuscire a _liberare_ almeno tutta la Lombardia set-
tentrionale e orientale, il Piemonte limitrofo alla Lombardia ed alpino, ed un
corridoio veneto fino al confine con Slovenia e Croazia: il Nord Italia produce
armi, ma non in quantita` sufficiente da rendere ininfluente questa strada di
rifornimento. In Trentino si combattera` una guerra a parte e probabilmente si
dovra` intervenire anche in quella zona per garantire un collegamento alterna-
tivo tra Veneto e Lombardia. Di vitale importanza sono i valichi alpini, per-
che` e` escluso che la Repubblica del Nord possa rifornirsi via mare anche qua-
lora ottenga il possesso di porti primari: la Marina, infatti, sara` ovviamente
lealista e la Repubblica Nazionalista sara` padrona del mare anche per l`appog-
gio dell`aviazione.
La pianura padana sara` un terribile luogo di combattimento cosi` pure il Friu-
li, dove si concentrano ancora le maggiori unita` dell`esercito governativo na-
zionale. Si combattera` nelle citta` perche` sono l`obiettivo strategico e
perche` i ribelli dovranno sopperire alla scarsita` di aviazione e di carri ar-
mati con la copertura `dura` fornita dalle citta`.
Regione per regione la guerra avra` queste caratteristiche.
Valle d`Aosta - Proclamera` la sua indipendenza: sporadici scontri sulle monta-
gne, la valle della Dora Baltea sara` teatro di battaglie per il controllo del
traforo del Monte Bianco.
Piemonte - Torino ricordera` Sarajevo: si lottera` per le colline che la sovra-
stano e dalle quali si potra` bombardarla a piacimento. Nuclei di guerriglia
operaia resisteranno nelle fabbriche e nei quartieri operai sabotanto l`indu-
stria bellica. Difficile la situazione di Alessandria che ritrovera` la sua
antica posizione strategica e ne paghera` amaramente lo scotto. Il resto del
territorio sara` retroterra sicuro per i secessionisti, ma questo potrebbe cau-
sare qualche raffreddamento dei piemontesi per la causa ribelle fino alla sti-
pula di una pace separata ed alla nascita di una repubblica piemontese.
Liguria - Genova rimarra` lealista, ma le alpi marittime e l`appennino ligure
saranno teatro di scontri molto aspri: le citta` della costa saranno martoriate
dall`artiglieria: questo potrebbe portare anche all`abbandono di queste citta`
da parte dei lealisti.
Lombardia - Teatro privilegiato degli scontri e motore di tutto il conflitto:
Pavia, Lodi, Cremona e Mantova saranno citta` di frontiera e vedranno la parte
peggiore del conflitto; Varese, Como, Lecco, Sondrio e Bergamo formeranno il
nucleo duro della Repubblica e saranno spesso bombardate dall`aviazione Nazio-
nalista in modo _intelligente_ (si fa per dire). Milano sara` sconvolta da una
guerra civile nella guerra civile e rimarra` un capitolo a parte in qualsiasi
strategia bellica.
Trentino Alto Adige - Proclamera` subito la sua indipendenza e scoppiera` un
conflitto tripartito: tedeschi contro italiani governativi e contro italiani
indipendentisti.
Veneto - Verona diventera` una sorta di Stalingrado del Nord: sara` ridotta ad
un cumulo di macerie. venezia si salvera` per l`impossibilita` da parte seces-
sionista di controllarla; Padova e Vicenza citta` di confine; Rovigo cadra` in
mano nazionalista, ma la guerriglia continuera` nel Polesine; Belluno si divi-
dera` e una parte cerchera` l`annessione con l`Austria per sottrarsi alla guer-
ra, mentre il resto rimarra` lealista. Treviso sara` contemporaneamente in
guerra su due fronti: sud ed est perche` da quelle direzioni arriveranno altri
lealisti.
Friuli - Assai complessa la situazione friulana perche` l`esercito nazionalista
si trasformera` in esercito di occupazione. Il dilemma strategico sara` aggra-
vato dal conflitto internicino tra fazioni dell`esercito e dal problema logi-
stico: l`esercito, infatti, dovra` essere rifornito via mare e cio` potrebbe
rivelarsi assai difficile: si potrebbe ripetere la situazione dell`esercito fe-
derale Jugoslavo in Slovenia.
Rispetto all`esperienza delle guerre civili del passato - amo molto le guerre
civili, in particolare quella spagnola, alla quale avrei senza dubbio parteci-
pato - da quella inglese a quella spagnola, da quella russa a quella americana,
credo che la guerra civile italiana sara` ricordata per la sua caoticita` e so-
prattutto perche` rovescera` completamente la nostra struttura socio-economica,
portando alla rovina coloro i quali l`avranno scatenata.
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 511, 11/10/1993 12:49 [580] [34]
Padre: Msg# 510
Da: MCXX16 Federico P. (Genova)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Eh ... La Madonna!
Meno male che si tratta soltanto di un gioco, e che tale rimanga io mi auguro
fervidamente. A proposito, qualcuno si ricorda di Cassandra? Non vorrei che
fosse il caso!
Per mio conto spero che nell'attuale fattispecie, qualora ci si venga a trova-
re+ proprio alle strette, ci scappi al massimo una semplice rivoluzione dove i
ruoli, anziche' moltiplicarsi in tante fazioni dai contorni non ben definibili,
siano divisi, con quella chiara, netta ed inequivocabile dicotomia che a me
tanto piace, in chi le da' e chi le prende.

-=*=- WinXpress 6.00 pro #25
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 512, 11/10/1993 17:44 [1936] [33]
Padre: Msg# 510
Da: MCXX17 Ascanio S. ()
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
La competenza di Nicola fornisce un quadro realistico di una guerra civile in
Italia. Alcune assunzioni, pero', non le condivido.
Anzitutto, trovo lo scetticismo circa la "possibilita'" dello scoppio di una GC
eccessivo. Ed in particolare, trovo non necessario che sia preceduto da un pe-
riodo di assassinii e rapimenti. Forse, in questo quadro di "preliminari" fatto
da Nicola confluiscono reminiscenze di altre guerre civili, in particolare
quella americana e quella spagnola, che furno caratterizzate da una forte cri-
minalita' politica immediatamente prima dello scoppio delle ostilita'. In altri
casi, per esempio in quello della guerra sociale, la criminalita' politica fu
piccola cosa. Lascerei, quindi, indeterminato il momento del "just before".
La recente affermazione di Canino potrebbe essere un indizio di crepe nelle
forze armate piu' profonde di quelle che possiamo immaginare. In effetti, tutto
mi aspettavo, ma non che un capo di SM sentisse il bisogno di tacciare di tra-
dimento degli ignoti ufficiali filosecessionisti.
Sono poi categorico per quanto riguarda l'aspetto economico in caso di GC con
secessione Nordo-Sud: entro poche settimane il Sud sarebbe completamente a ter-
ra. Anzi, per dirvi quanto la cosa mi sembri critica per il sud, vi confesso
che l'idea della secessione mi tormenta parecchio: posseggo un piccolo patrimo-
nio di famiglia in Calabria, che attualmente, anche se non rende una lira, "va-
le" un po' di quattrini. Se vi sara' secessione, con conseguente rescissione
dei canali commerciali Nord-Sud, sono convintissimo, anzi certo da studioso
dell'economia, che al Sud vi sara' un crollo dei prezzi, con lo svilimento di
tutto il capitale ivi accumulato: una specie di passaggio dall'economia sudame-
ricana all'economia del Sahel. Al Nord, invece, e nonostante gli eventi belli-
ci, l'economia andrebbe alle stelle, magari accompagnata da una inflazione ele-
vatissima, ma con tassi di crescita coreani.
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 514, 12/10/1993 12:17 [1068] [33]
Padre: Msg# 510, 2 Figli: Msg# 515,518
Da: MC5864 Nicola Zotti (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Sul rapporto tra guerra civile ed economia chiedo ufficialmente l`opinione di
Gianluca C., nella sua qualita` di giornalista economico: puo` un territorio
devastato dalla guerra, spopolato dall'esodo forzato e dagli eccidi, con diffi-
coltosi collegamenti internazionali - chesso` un Iraq, una Bosnia, una Lombar-
dia - conoscere un boom economico?
Sulla questione della guerra nelle citta` vi comunico che vige un equivoco: una
guerra civile non e` una guerra normale ed e` ampiamente dimostrato che in que-
so tipo di conflitti anche quando ogni suo cordone ombelicale col territorio
viene interrotto, una citta` non cade spontanemente, ma e` capace di una resi-
stenza virtualmente troppo lunga per non essere esiziale per la causa della
guerra civile: Mostar, Sarajevo, Spalato insegnano.
Il fatto che ad esempio Sarajevo non sia caduta nelle mani dei serbi e` la pro-
va dell`incapacita` del loro esercito di inventare qualcosa di meglio del `cir-
condali-assediali-bombardali` che hanno prodotto fin ora: ovvero una dimostra-
zione di inettitudine e non di sagacia bellica.
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Msg# 515, 12/10/1993 15:39 [291] [33]
Padre: Msg# 514, Figlio: Msg# 516
Da: MCXX12 Enrico F. (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Clancy con presupposti molto piu' traballanti di Zotti ha costruito un best
seller intitolato "Uragano Rosso"; praticamente la terza guerra mondiale.
Se Zotti volesse, affiancato magari da un narratore, potrebbe tirar fuori un
ottimo romanzo sulla futura guerra civile, mi sembra avvincente.
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 516, 12/10/1993 15:50 [176] [32]
Padre: Msg# 515, Figlio: Msg# 517
Da: MCXX17 Ascanio S. ()
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Come Monicelli, Zotti vive ed opera in un paese fuori mercato. Per questo, non
vendera' mai quanto Clancy, indipendentemente dalla sua bravura....del resto,
vale per tutti noi.
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Msg# 517, 12/10/1993 16:03 [319] [32]
Padre: Msg# 516, Figlio: Msg# 520
Da: MC5864 Nicola Zotti (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Gia', S. ha ragione: ma, credetemi, non mi cruccia tanto non avere un
mercato, quanto il fatto che l'Italia non abbia non dico una cultura stori-
co-militare - che sarebbe chiedere troppo - ma semplicemente una cultura stori-
ca o un affetto verso il proprio passato pari alla meta' di un qualsiasi paese
del globo...
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Msg# 518, 12/10/1993 18:42 [2325] [32]
Padre: Msg# 514, 2 Figli: Msg# 522,530
Da: MCXX24 Gianluca C. (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Troppo buono Nicola, ma non sono un grande esperto delle implicazioni economi-
che della guerra civile. Cerchero' comunque di dire la mia brevemente. Una sec-
cessione, con tutte le implicazioni politiche e militari che Nicola ha ben
spiegato, si tradurrebbe, secondo me, in un impoverimento pauroso di entrmbe le
parti del Paese. In un secondo tempo (quando cioe' la situazionme si fosse sta-
bilizzata) sarebbe il Nord ad essere favorito.
Mi spiego meglio. La rappresaglia del Nord verso il Sud comporterebbe il blocco
dei trasfermenti di materie lavorate (credo l'80% via gomma, cioe' sy Tir, il
resto via rotaia), di mezzi e tecnoogie e, persino, di energia elettrica. Il
Paese, infatti, si regge sull
elettricita' prodotta dalle centrali del Nord e da quella importata dalla Fran-
cia (quellanucleare) e dalla Yugoslavia (quella idrica). Anche il gas, p
[A[A[B[Cer il 70% viene dall'ex Unione Sovietica, attraverso gasdotti che pas-
sano le frontiere del Nord Italia. Le conseguenze, per il Sud, sarebbero cata-
strofiche. Le industrie di trasfmazione dei prodotto agricoli si fermerebbero,
come anche le grandi aree industriali del Napoletano e della Puglia. A poco
valgono le obiezioni di chi ritiene che il Mezzogiorno, con i suoi porti, sa-
rebbe autosufficiente. Oltre la meta' dei traffici marittimi tocca gloi scali
del Nord (Genova, Trieste, Ravenna).
Il Nord, insomma, avrebbe la potenzialita' per essere autosufficiente. Il Sud
no.
Esiste, pero', secondo me, un problema che va oltre queste considerazioni e che
non sono in grado di valutare. Cioe' la capacita' del Paese di organizzare
un'economia di guerra. Ci sono esempi, come la Germania hitleriana, in cui no-
nostante il quasi totale isolamento dal resto del mondo industrializzato, non
ha impedito il formarsi e rafforzarsi di una ricca base industriale, capace di
soddisfare le necessita' di sopravvivenza, e non solo, del Paese. Credo che al
Nord, dunque, passato il primo periodo di confusione, la situawione si stabi-
lizzerebbe. Al Sud, invece, no. Ci vorrebbero decenni per creare le basi per la
costruzione di un'economia industriale. Il Mezzogiorno finirebbe per essere co-
me l'Albania o, forse piu' realisticamente, come un Paese del Maghreb, a forte
capacita' agricola, ma incapace di trasformare i prodotti.
Scusate gli errori, ma ho scritto on line.
Gianluca
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 520, 12/10/1993 20:56 [693] [32]
Padre: Msg# 517
Da: MCXX31 Piergiorgio C. (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
>ma semplicemente una cultura storica o un affetto verso il
>proprio passato...
La cultura storica, come la chiami tu, ce l'hanno insegnata quelli che, durante
la II G.M. imbiancavano stazioni in Francia, invece di combattere in divisa!
Ergo sui libri di storia, scritti dai "vincitori" (quelli dell'8 settembre, per
capirci), la storia stessa non si insegna in modo, come dire, imparziale. Che
cultura storica ti aspetti che abbiamo?
In quanto all'affetto per il passato, io riesco ad andare indietro e provare
affetto per i miei progenitori, quelli che hanno costruito le mura Serviane e
la Cloaca Massima. Gia' qualche lustro dopo si erano rovinati....
Ciao
Pg
\________Pgpress 1.00
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rubriche/giochi/agonistika/WARFARE
Msg# 522, 13/10/1993 11:25 [5254] [33]
Padre: Msg# 518, Figlio: Msg# 524
Da: MC5864 Nicola Zotti (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Le argomentazioni di Gianluca mi fanno comprendere meglio anche le preoccupa-
zioni di S.. In particolare mi si e` fatto riflettere sulla struttura e-
conomica italiana e certo il problema della dipendenza del Meridione dalle com-
messe settentrionali non e` una cosa che si esamina cosi` in quatttro e quat-
tro, otto. Penso che, in effetti, un sud Italia _magrebino_ sia una prospetti-
va alternativa credibile al mio sud Italia _filippino-thailandese_: diciamo che
la prima e` una posizione pessimistica, la seconda ottimistica, e quindi per
definizione meno realistica.
Tuttavia il problema rimane appeso a premesse e domande che restano ineludibi-
li: innanzitutto credo che la situazione _stabilizzata_, per parafrasare Gia-
nluca, sia di tipo bosniaco: non vedo una Repubblica del Nord che combatte ai
suoi `confini`, ma un nord Italia trasformato in campo di battaglia, con aree
_nazionaliste_ e aree _secessioniste_ intrecciate e mischiate, e cio` vuol dire
morte e distruzione dal Po in su, relativa calma dal Po in giu`, vuol dire il-
legalita` internazionale dei secessionisti, vuol dire comunicazioni praticamen-
te impossibili tra area e area: e bisogna vedere se la il dado fabbricato a To-
rino riesce a raggiungere il bullone fabbricato a Milano.
Approfondiamo alcuni punti, per quanto e` possibile.
Le vie di comunicazione
Le citta` portuali ed i porti in particolare sarebbero controllati dai naziona-
listi: i secessionisti non potrebbero far passare nulla da Genova o da Trieste
anche se le occupassero, cosa di cui dubito, perche` la marina nazionalista lo
impedirebbe. Rimarrebbero le vie rotabili che sarebbero luoghi privilegiati di
battaglia: qui, comunque vada lesito dei combattimenti, la vedo brutta per i
nazionalisti e segno un punto a favore delle tesi di Gianluca. Tenere libere
le autostrade per l`esercito nazionalista sara` compito arduo anche per la sem-
plicita` con cui si puo` bloccare un`autostrada o una ferrovia. Tuttavia que-
sto discorso vale, seppure in misura inferiore, per i secessionisti, perche`
anche per loro l`approvvigionamento non sarebbe affatto semplice, soprattutto
tra aree liberate.
L`energia
1) La questione energetica centro-meridionale - Il gas algerino segue una via
tranquilla, e anche se non sarebbe certo sufficiente a soddisfare il fabbisogno
complessivo, certo basterebbe per quello primario e di guerra. Inoltre il pe-
trolio arriva nei porti e questi, lo ribadisco, sarebbero nazionalisti.
2) La questione energetica settentrionale - Chi mai puo` garantire all`indu-
stria settentrionale l`afflusso di energia? Bloccare il gas mi pare semplice e
bombardare le raffinerie affare ancora piu` semplice.
L`industria
Una cosa che non tutti sanno e` che la maggior parte della nostra industria
bellica e` concentrata nel centro-sud Italia: Nel settore Areonautico Aerita-
lia, Aermacchi, Alfa Romeo, Breda, CNA, IAM, IRVIN, METEOR, OMA, OML, SICAMB,
SIA, hanno in tutto od in massima parte le loro attivita` nell`Italia naziona-
lista. LAgusta a Frosinone potrebbe sopravvivere perche componenti essenziali
dei suoi elicotteri vengono prodotti dalla IAM di Brindisi, LAgusta a Varese
no. La situazione e` piu` o meno la stessa nel settore elettronico-missilisti-
co (concentrata nel Lazio: CISET, CSTM, Contraves, Elettronica S.p.A., ELMER,
Fatme, Litton, MES, Mistral, MPE , OMI, Rocwell Collins, Selenia, Sistel, Ser-
vomeccanismi, SIGME, ), mentre nel settore meccanico la situazione e` rovescia-
ta, anche se le armi leggere della Beretta vengono prodotte sulla Prenestina a
Roma. La chimica torna ad essere centromeridionale, perche`gli stabilimenti
della Snia Viscosa che producono esplosivi sono prevalentemente nel Lazio.
Pero` e` di cruciale importanza l`autonomia complessiva di un sistema economi-
co: conosco aree del nord Italia, la zona di Lecco ad esempio, che contengono
un sistema economico ad imprenditoria privata compatto e concentrato in pochi
chilometri quadrati praticamente autosuffciente, anche in considerazione del-
l`accesso a valichi alpini con l`estero dai quali ricevere le materie prime:
potrebbero dall`oggi al domani trasformarsi nel cuore industriale-militare del-
la Repubblica del Nord. Invece il sistema ecnomico centro meridionale, a capi-
tale pubblico e piu` disperso, mi da` minor affidamento in quanto efficienza.
Certo, i bombardamenti aerei potrebbero trasformare Lecco in un cumulo di mace-
rie, pero` l`eventualita` mi pare remota.
Comunque e` in atto una deindustrializzazione del nord Italia che non mi pare
il caso di sottovalutare, ma di cui per altro e` difficile esaminare compiuta-
mente ogni risvolto.
NOTA: S. potrebbe darci qualche dettaglio sulle aziende citate? Com'e' il
loro stato di salute? quante sono ancora in vita (i miei dati hanno 10 anni o
giu' di li')? Lui forse ha trattato con qualcuna di esse per motivi professio-
nali e otrebbe essere interessante saperne di piu'.
La questione demografica
Che dire poi delle popolazioni? come si comporteranno i meridionali al Nord? .
Se ci saranno esodi di popolazioni, chi fara` andare avanti le fabbriche del
nord se i nordisti doc devono combattere? Inoltre il Nord negli scorsi anni ha
ridotto la sua popolazione, mentre il sud l`ha aumentata: anche questo e` un
problema da non sottovalutare.
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Msg# 524, 13/10/1993 12:56 [976] [33]
Padre: Msg# 522, Figlio: Msg# 525
Da: MCXX24 Gianluca C. (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Forse sbaglio, ma non credi, Nicola, che in caso di guerra civile gli scontri
armati sarebbero molto piu' rarefatti di quanto da te previsto? Mi spiego: il
tuo scenario e' piu' da guerra tradizionale (attacchi agli snodi fgerroviari,
difesa strenue dei porti, distruzione delle industrie), ma credo che invece si
tratterebbe di piccole scaramucce armate e di un possente sistema di controllo
delle citta' (stile assedio) da parte dei nazionalisti. Ma non sono un esperto
er quindi mi posso sbagliare.
Insomma, in caso di guerra civile credo non convenga a nessuno distriggere in-
frastrutture e stistema produttivo. Il cvambiamento di regime, nella guerra ci-
vile, si presuppone debba essere piu' veloce di una guerra noirmale e quindi
non dovrebbe (notare il condizionale) cmportare l'eliminazione di un'intera
classe dirigente. Quanto ai meridionali che lavorano al Nord, la prospettiva di
tornare in un Mezzogiorno impoverito non credo alletti nessuno.
Grazie.
Gianluca C.
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Msg# 525, 13/10/1993 13:51 [1210] [32]
Padre: Msg# 524, Figlio: Msg# 526
Da: MC5864 Nicola Zotti (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Gianluca: siamo nel campo delle ipotesi.
Concordo con te, comunque, nel ritenere l'Italia paese nel quale non allignino
odi ancestrali quali quelli di cui si nutre la guerra in Bosnia e, di conse-
guenza, poco probabili scontri feroci e protratti nel tempo.
Tuttavia l'odio e la ferocia alimentano se stessi e quando dovesse iniziare un
conflitto di questa portata nessuno puo' sapere dove andra' a finire.
Sulle altre questioni non mi pronuncio: gli scenari possono essere tanti e le
circostanze che possono pesare sulla realizzazione di uno o di un altro in lar-
ga parte non preventivabili.
Mi chiedo a questo punto: chi veramente pensa ad una secessione ha mai affron-
tato una riflessione come quella che stiamo conducendo noi qua? Ha la minima
idea dei problemi che essa comporterebbe?
Infine ripeto, e non mi stanchero' mai di farlo, che qui di esperti non ce ne
sono: io posso avere piu' letture e una maggiore interiorizzazione delle que-
stioni di te o di altri utenti, ma cio' non mi autorizza a considerarmi un e-
sperto, ne', tanto meno, ad avvalorare le mie opinioni con la sacralita' del
"tecnico": qui dentro quello che vale e' la logica dell'analisi e la fondatezza
dei punti di riferimento, non altro.
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Msg# 526, 13/10/1993 16:04 [441] [32]
Padre: Msg# 525, Figlio: Msg# 527
Da: MCXX12 Enrico F. (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
In uno scenario da guerra civile che cosa ne sara' delle basi americane in Ita-
lia?
I nazionalisti tenteranno di impadronirsene? Rimarranno li' buone buone mentre
intorno si spara? In fondo per dei guerriglieri verosimilmente a caccia di armi
rappresenterebbero un bell'obiettivo, certo rischierebbero dis catenare la rea-
zione americana a favore dei governativi, ma cosa succederebbe? E" impensabile
che se ne stiano li' come isole felici no?
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Msg# 527, 13/10/1993 18:44 [978] [32]
Padre: Msg# 526
Da: MC5864 Nicola Zotti (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Una premessa lessicale: ho chiamato nazionalisti i fautori del governo unitario
nazionale e secessionisti i partigiani della divisione dello Stato.
Credo proprio che le basi Nato rimarrebbero tranquille ed indisturbate come
Guantanamo: tuttavia potrebbe anche accadere che una brigata di secessionisti o
addirittura di governativi di tendenze estremistiche (di destra o di sinistra
farebbe lo stesso) al grido di "Fuori la Nato dall'Italia" vada a tirar granate
dentro il recinto di qualche base Nato.
Non credo che questo scatenerebbe la reazione americana: la reazione piu' dee-
cisa probabilmente verrebbe dai superiori della scheggia impazzita: e msarebbe
una reazione che scoraggerebbe eventuali imitatori.
Tra parentesi penso che gli americani non aspettino altro che andarsene dall'I-
talia, in particolare dalle costose ed inutili basi sulla frontiera "rossa":
credo che al massimo siano interessati alle basi navali nel Mediterraneo, a
quelle non rinuncerebbero volentieri.
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Msg# 528, 13/10/1993 23:04 [507] [34]
Padre: Msg# 523
Da: MCXX87 Emilio D. (Anguillara Sabazia)
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Oggetto: Re:Comunicazione Di Servizio
> zionale contributo e per chiedere a suo fratello Emilio: cosa accidenti
c`e`
> mai di noioso nelle uniformi della Guardia Imperiale di Napoleone?!?
Non c'e' niente di noioso nelle Uniformi della Vecchia Guardia.
Anzi.
E' solo che cercavo di distogliere un minimo l'attenzione dalla Guerra Civile
Italiana, visto che, pochi giorni dopo che si era parlato di occupare Saxa Ru-
bra, Repubblica aveva pubblicato in prima pagina il titolo "Occupate Saxa Ru-
bra"!
Segue comunque un interessante (spero) quesito.
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Msg# 530, 14/10/1993 01:58 [782] [32]
Padre: Msg# 518, Figlio: Msg# 531
Da: MCXX18 Angelo L. (Vibo Marina)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Oddio, si potrebbe anche dire che il bisogno aguzzerebbe l'ingegno, no? Tu
svincolami dalle leggi romane e con un'aggiustatina fiscale in pieno stile hong
kong vedrai se in capo a dieci anni non vengono a mendicare tutti al sud.
Fantasie? Mettimi la totale esenzione fiscale per le imprese per dieci an-
ni(rinnovabile in caso di attivo)+tutte le facilitazioni richieste (terreni
gratis, vie di comunicazioni ad hoc etc.) e vedi che anche la Coca Cola si tra-
sferisce da Atlanta a Crotone.
E le banche? Le trasformiamo in perfetto stile Isole Cayman: io non vedo non
sento e non parlo. A quel punto ce lo compriamo noi il nord, e a prezzi di rea-
lizzo.
Le regole? Quando sei alle strette te ne freghi delle regole...

KOALAvedremo--- Via EzPress V.3.0beta
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Msg# 531, 14/10/1993 10:01 [705] [32]
Padre: Msg# 530, Figlio: Msg# 532
Da: MCXX17 Ascanio S. ()
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Il Sud non ha la tradizione culturale e civile dell'economia moderna. Per tale
ragione, ogni tentativo, da qualunque parte esso provenga, di introdurre regole
di mercato, incentivi fiscali, competizione, ecc. e' destinato miseramente a
fallire. E'- proprio come sostiene Miglio - una questione etnica, ovverossia di
una particolare cultura ereditata nei secoli dalle stirpi che popolano la linea
a sud del Volturno. L'unico modo per "Modernizzare" il Sud sarebbe quello di
spargere sulle sue citta' e campagne un batterio capace di infettare il sistema
nervoso e cancellare la memoria, avviando poi un grandioso piano di rieducazio-
ne. Te lo dico io, che sono del Sud e che nel Sud non potrei mai lavorare.
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Msg# 532, 14/10/1993 11:50 [335] [32]
Padre: Msg# 531
Da: MCXX24 Gianluca C. (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
Ma come pensi di far funzionare scuole, uffici pubblici, treni, autobus, acque-
dotti, gasdotti e quant'altro, senza imporre una qualche tassa ai cittadini o
alle imprese? Insomma, l'esenzione fiscale parziale o tatale va bene, ma alle
isole Cayman, oppure in singole citta' come Dublino. Non certo per un'area va-
sta come il Mezzogiorno.
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Msg# 537, 15/10/1993 17:35 [311] [32]
Padre: Msg# 510, Figlio: Msg# 538
Da: MCXX13 Aldo G. (Milano)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
>> Milano sara` sconvolta da una
>>guerra civile nella guerra civile e rimarra` un capitolo a parte in qual-
siasi
>>strategia bellica.
Speriamo di no!!!!
Per me e Roma il vero bersaglio: con tutti i ministeri e il vero cuore dello
Stato italiano...
Sidewinder MCXX13@mclink.it-=*=- WinXpress 6.02 pro #39
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Msg# 538, 15/10/1993 18:56 [707] [32]
Padre: Msg# 537
Da: MC5864 Nicola Zotti (Roma)
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Oggetto: Re:La Guerra Civile Italiana
G.: bisogna che lei si rassegni: la guerra non arrivera' mai a Roma,
che sara' teatro al massimo di qualche attentato.
Il campo di battaglia di una guerra di secessione sara' proprio il Nord seces-
sionista e Milano sara' teatro di scontri durissimi: i Boys contro le Brigate
Rossonere, i leonkavallini contro gli abbonati alla Scala, l'associazione napo-
letani a Milano contro "Milano ai milanesi".
Qualsiasi questione metropolitana "aperta" verra' risolta a revolverate, e la
lotta tra nazionalisti e secessionisti sara' solo una frazione di quelle che
infiammeranno la citta'.
Mi spiace molto per Milano, citta' nella quale sono nato, ma il suo destino in
caso di una guerra di secessione e' questo.