torna alla homepagetorna alla homepage
storia militare e cultura strategica
torna alla homepage
 
dalle discussioni
dell'area Warfare di MClink,
a cura di Nicola Zotti
home > what if? > Ingegneri e guerrieri


ricognizioni
in territorio ostile


recce team

storie
strategia
tattica
what if?
vocabolario
documenti
segnalazioni
link
scrivici


quelle piccole sciabole incrociate

quelle piccole spade incrociate

Viaggi nei
campi di battaglia d'Italia
sulle carte del Tci


COME FARE UN WHAT IF?

Ingegneri e guerrieri


Nicola Zotti



Confronti inattuali tra guerrieri: un samurai contro un vichingo, tanto per fare un esempio tra i molti oggetto di "Deadliest Warrior", programma di una televisione via cavo (e a quanto mi dicono anche in Italia su un canale Sky con il titolo di "All'ultimo sangue").

Ero incerto se trattare questa questione nella colonnina infame o qui: se ho preso questa scelta è perché ritengo che quanti amano questo genere di indagini spettacolarizzate meritano rispetto e attenzione.

Ciò non toglie che si possa esprimere in merito qualche giudizio se non qualche perplessità sul modo in cui vengono realizzate.

In sintesi, un equipe di ingegneri e di esperti di vario genere, compresi reenactors, formulano ipotesi sui fattori determinanti di un combattimento ipotetico e ne affidano la valutazione complessiva ad un modello basato sul metodo di Montecarlo.

Questo produce una lunga serie di esiti, dai quali si può ricavare un risultato più probabile di altri. E la trasmissione può arrivare ad una conclusione.

Ci sono una serie di obiezioni che potrei sollevare, ma che, in realtà, non accettando le "regole" della trasmissione, hanno valore nullo: ad esempio è evidente, infatti, che non stiamo parlando di "la guerra", che è un atto collettivo e non uno scontro tra "prototipi".

Altre obiezioni sono più aderenti alle regole del gioco, ma in fine non meno inutili: contestare il modello utilizzato, ad esempio, o domandarsi come è stato elaborato, sulla base di quali dati e di quali giudizi, significa solo andare a cercare il pelo nell'uovo, con un po' troppa capziosità per i miei gusti.

Sempre muovendosi nello spazio delle regole del gioco, si potrebbe anche osservare che il samurai modello con la sua katana e il vichingo modello con l'ascia a due mani, "combattono" ma non soffrono, non odiano, non vogliono uccidere veramente, non hanno paura, riducendo lo scontro a qualcosa che ne simula la parte meno importante: gli aspetti meramente tecnici: quanto taglia una spada, qual è la forza di impatto di un'ascia, o le prestazioni delle altre armi nella panoplia teorica di questi guerrieri: fattori significativi in guerra, ma di fatto non sempre decisivi del contesto nel quale li si inserisce, ovvero in una battaglia.

Un'obiezione, questa un po' più potente, ma aggirabile dall'affermazione che quei fattori, per quanto significativi, sono in parità tra i contendenti, elidendosi a vicenda.

Ecco: però c'è un punto che proprio non si può aggirare: queste simulazioni meramente tecniche sono esercitazioni da ingegneri che con la guerra non c'entrano nulla, e neppure con un ipotetico confronto tra guerrieri. Perché se è vero che una spada samurai non può tagliare una cotta di maglia vichinga, è altrettanto vero che il samurai, appena se ne accorgesse, non avrebbe più motivo di continuare a combattere in condizioni di svantaggio per permettere all'ingegnere di completare la propria statistica e manderebbe il metodo Montecarlo a farsi benedire.

Da un confronto bellico, sia pure astratto e ipotetico, non si può eliminare la ricerca del vantaggio relativo, che è l'unico di qualche rilevanza, perché è questo l'obiettivo che viene perseguito in guerra.

Il contesto della guerra non è uno stesso confronto ripetuto un numero statisticamente significativo di volte, ma l'insieme sinergico di numerosi confronti nello stesso spazio di tempo.

E se un duello è per definizione ad armi pari, la guerra al contrario è asimmetrica, e allora delle due l'una: se non cosento ad entrambi i contendenti di guadagnare dinamicamente un'assimetria favorevole non è guerra, se mi baso su un'assimetria statica non è un duello.