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GLI SCIENZIATI IGNORANTI

Le 17 molecole che non hanno cambiato la storia

nicola zotti


Penny Le Couteur e Jay Burreson autori di " I bottoni di Napoleone. Come 17 molecole hanno cambiato la storia" «sostengono che i bottoni delle uniformi dell'armata napoleonica, fatti di stagno, si sbriciolassero alle basse temperature, mettendo in notevoli difficoltà i soldati impegnati sul fronte russo (e, chissà, ipotecando così l'esito della campagna)»«così i soldati invece di prendere i fucili per difendersi, usavano le mani per tenere su i vestiti».

Questo almeno quello che ho trovato su vari siti che parlano del libro in questione.

Personalmente non so nulla del difetto dello stagno, ma posso assicurare che nessun soldato napoleonico avrebbe mancato di trovare una soluzione alla perdita di un bottone, tanto più che solo una metà li aveva di stagno (bianchi) mentre l'altra li aveva in ottone (gialli).

Inoltre so che all'arrivo dell'inverno russo (cioé prima che i bottoni di stagno si sfaldassero per il freddo) la campagna del 1812 era già volta al peggio per la Grande Armée: dei 691.501 uomini che avevano varcato il Neman il 23 giugno 1812, il 18 ottobre, giorno di inizio della ritirata, ne rimanevano a Napoleone circa 100.000 (più qualche altro migliaio distribuito in operazioni secondarie).

Infine solo 10.000 riuscirono a lasciare vivi la Russia.

I morti della Grande Armée assommarono a circa 500.000 unità, dei quali 410.000 durante i mesi caldi, soprattutto per malattia e debilitazione, e 90.000 durante quelli freddi.

Insomma i bottoni di stagno sono assolti da ogni colpa nell'insuccesso della campagna del 1812.

Il 17 giugno 2010 ho ricevuto questa interessantissima integrazione di conoscenzada parte del lettore Andrea Mugoni, e ve la sottopongo

Caro sig. Zotti,

Premetto che leggo con grande interesse i suoi articoli e li trovo di una lucidità straordinaria.
Comunque , riguardo il presunto problema dei bottoni di stagno potrei fornirle delle informazioni.
L articolo dei bottoni lo lessi qualche anno fa su focus, che come rivista stimola la curiosità ma non approfondisce i temi a dovere, credo.
Io sto per conseguire la laurea in farmacia, e due o tre cose di chimica ritengo di conoscerle. Dunque , tornando ai bottoni di stagno,
è noto da tempo una sua proprietà chiamata "peste dello stagno" , tenuto cioè a temperature molto basse per lungo tempo, la sua struttura cristallina cambia e
il metallo si sbriciola. Tra l' altro esiste anche "il pianto dello stagno" (una barra di stagno stride se piegata).
Ora , ritengo impossibile che la cosa sia avvenuta durante la campagna di russia:
Primo, perchè lo stagno NON è mai puro , e si trova sempre con un pò di piombo e antimonio , cosa che stabilizza la lega così formata.
Secondo, le temperature necessarie si avvicinano ai 40 gradi sotto lo zero (per quanto mi riguarda ho tenuto un mese un campione di stagno-piombo a -20
per due mesi e non è successo niente).
Esclusa l ipotesi chimica , sono convinto che la sconfitta di Napoleona in russia sia dovuta, a molti (non tutti) dei motivi illustrati da Lev Tolstoj.In tutti i libri di testo si descrivono i fenomeni del pianto e della peste dello stagno, che si verificano con stagno puro. Quindi forse, la tecnologia del passato non consentiva
di ottenere livelli di purezza accettabili. 
Sospetto però fortemente che il motivo risieda nella pratica di sofisticare il metallo, piuttosto costoso (basti pensare alla produzione del bronzo), con altri metalli più disponibili, cioè piombo e antimonio, cosa di cui si lamentano almeno due autori da me letti , Vannuccio Bringucci (pirotechnia), e Paolo Sangiorgio (La farmacia descritta secondo .. ecc).

Cordiali saluti Andrea Mugoni