torna alla homepagetorna alla homepage
storia militare e cultura strategica
torna alla homepage
 
dalle discussioni
dell'area Warfare di MClink,
a cura di Nicola Zotti
 
home > colonnina infame > quei bottoni sulle maniche


ricognizioni
in territorio ostile


recce team

storie
strategia
tattica
what if?
vocabolario
documenti
segnalazioni
link
scrivici


quelle piccole sciabole incrociate

quelle piccole spade incrociate

Viaggi nei
campi di battaglia d'Italia
sulle carte del Tci


UNA LEGGENDA

Quei bottoni sulle maniche

nicola zotti

La questione meriterebbe una ricerca approfondita.

Io ne propongo una veloce, ma confido nell'apporto dei lettori.

Perché abbiamo i bottoni sulle maniche delle giacche? E a quando risale questo uso?

Come anticipavo in homepage, la domanda è stata posta in un quiz televisivo.

Domanda: "Nel 1500 la regina Elisabetta per evitare una cattiva abitudine dei suoi soldati impose una modifica alle loro uniformi. Quale?"

Risposta "esatta": i bottoni alle maniche delle giacche.


Agnolo Bronzino, particolare dall'adorazione dei pastori (1535)



Non avevo mai sentito prima questa versione della storia, che ho rinvenuto solo in Italia, ad esempio nel sito di questo produttore di bottoni.

Non ne ho trovato menzione da nessuna altra parte (in particolare su siti inglesi: il che è strano se conoscete gli inglesi...) e, per quel poco che ne so di uniformologia, tenderei ad escluderlo.

L'esercito di Elisabetta I è uno dei più scalcagnati della storia inglese, non esisteva un esercito stabile da poter "uniformare" in qualche modo, ma i soldati venivano spesso reclutati direttamente nelle galere o provenivano dalle milizie locali.

Responsabili della vestizione delle truppe erano i colonnelli o i Lord-luogotenenti e i loro commissionari, non la regina: che per altro era famosa per la sua avarizia e ho dei dubbi che avrebbe speso soldi in bottoni.

Lorenzo Lotto, particolare del ritratto di uomo col mantello di velluto nero (1535)


Dalle immagini che vi ho proposto qui sopra si ricava che i bottoni alle maniche delle giacche avevano un uso probabilmente pratico già in epoca precedente al regno di Elisabetta.

E naturalmente era una moda italiana.

Conoscevo comunque diverse leggende relative ai bottoni delle giacche ed in effetti hanno tutte la stessa motivazione "nasale".

La più antica faceva risalire l'introduzione dei bottoni sulle maniche delle giacche ad uno sconosciuto comandante di nave britannico del Seicento. In quell'epoca gli equipaggi delle navi venivano integrati con il rapimento di bambini. Questi erano così disperati e malinconici da piangere in continuazione, pulendosi il naso proprio con le maniche delle giacche.

C'è chi sposta avanti questa decisione e la addebita a Nelson o chi la mette più o meno in mezzo assegnandola a Federico II.

Io vi lascio giudicare queste immagini, che hanno entrambe origine in Olanda.


Particolare da la compagnia del capitano Reinier Reael di Fran Hals (1633-1637)

Come si può chiaramente vedere due personaggi su quattro hanno i bottoni alle maniche delle giacche (anche il secondo da destra li ha ma con questo ingrandimento non risulta con chiarezza).

Sono distinti gentiluomini che difficilmente si sarebbero puliti il naso sulle maniche delle giacche.

La più antica immagine che ho trovato però è questa che segue, del pittore e studioso militare olandese Jacques de Gheyn II che su commissione del conte Giovanni II di Nassau-Siegen realizzò ed illustrò l'opera "Maniement d'Armes", edita nel 1607.

La stampa, custodita al Museo Getty, è stata datata 1597.


Moschettiere che spegne la miccia, Jacques de Gheyn II (1597)

Non posso dare premi a nessuno, però sarebbe interessante vedere chi trova immagini più antiche di questa.

Comunque vi sottopongo la mia ipotesi: i bottoni sulle maniche delle giacche esistevano per scopi pratici. Poi nel Cinquecento hanno assunto una funzione ornamentale.

Quando nel Seicento gli eserciti hanno avuto bisogno di un gran numero di uniformi, i sarti per non dover regolare la lughezza su misura per ciascuno cucivano bottoni che permettevano di fissare le maniche dopo averle adeguatamente rimboccate in questi due modi:

Moschettiere inglese del 1669


Moschettiere inglese del 1685

Naturalmente è un'ipotesi: mi piacerebbe sapere quanto è plausibile.

Mi risponde il lettore Corrado Re:


Carissimo Nicola,
quando ho un po' di tempo leggo qualcosa dal suo sito e trovo sempre cose interessanti.
Proprio per questo motivo ho pensato di scriverle a proposito di qualcosa che ho appena letto.
I bottoni sulle maniche: nelle uniformi di fine seicento - settecento, a quanto ne so i bottoni, sulle maniche nascevano da un'origine diversa: non la "taglia unica" dei sarti dell'esercito da poter poi adattare (infatti lo stesso uso della manica rivoltata si trova anche nell'abbigliamento civile dove ovviamente si trattava di capi su misura), ma la moda del tempo. Infatti era "di moda" l'abito abbondante, che faceva uso di molto tessuto, inoltre il gusto dell'epoca per il colore tendeva a metter in risalto anche l'abbinamento di tessuto esterno e fodera. Da qui l'uso della manica rivoltata ed in seguito anche dei baveri rivoltati. Solo verso la fine del settecento, per risparmio, le uniformi tesero ad un taglio più attillato (soprattutto nell'esercito imperiale, dove i fondi erano sempre miseri), ma l'uso dei risvolti rimase perchè erano diventate le "mostre" (da cui le nostre mostrine) che identificavano i reggimenti secondo l'abbinamento dei colori di tessuto , risvolti, bottoni ecc. . Concludendo però c'era un motivo anche pratico (documentato) dei risvolti: l'uniforme composta da abito, veste ecc. era unica per estate ed inverno; in pratica quello con i risvolti era il cappotto (d'altra parte ci si trovava nel periodo definito della "piccola glaciazione" con estati molto più fresche delle attuali, quindi andava bene anche d'estate) ed i risvolti stessi servivano a coprire le mani nei momenti più freddi.
Un'ultima cosa riguardo alla salva di pila: l'articolo è per me interessantissimo (l'approccio scientifico-quantitativo e non qualitativo è l'unico, secondo me, che in certi casi riesce ad essere significativo), sarebbe però molto utile riuscire a tenere conto (almeno per l'effetto sul morale) del fatto che il lancio di giavellotti, ma anche di pila avveniva spesso anche dall'altra parte: sicuramente Sanniti, Iberi, Etruschi e Galli lo usavano. Per tutti infatti sono documentati rinvenimenti  di lunghe e pesanti punte di giavellotto con innesto a cannone, pressoché identici a quelli romani repubblicani. Sicuramente anche il plium non era un'invenzione romana, ma sicuramente un'arma mutuata da altri  e perfezionata al meglio.
Questa, beninteso, non vuol essere una critica, ma la speranza  di vedere la seconda puntata de "La salva di pila" anche se capisco che è ben più difficile impostare un'ipotesi di lavoro che tenga conto di questi fattori, ben più difficilmente determinabili .
Rinnovandole i complimenti le mando i mie saluti e le auguro buon lavoro!
Corrado Re