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a cura di nicola zotti

 

 
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FARE I CONTI SENZA L'OSTE

Il piano perfetto

nicola zotti

In una marchettona natalizia per pubblicizzare un mediocre libro sulla battaglia di Austerlitz, il giornalista del Corriere della Sera Silvio Bertoldi, probabilmente mal consigliato dalle mediocri asserzioni del mediocre autore del libro, riferendosi alle cause della sconfitta austro-russa, scrive:

«C'è un piano preparato dal capo di stato maggiore austriaco Weyrother, considerato perfetto: ma nessuno lo rispetta, nemmeno ci si preoccupa di conoscerlo e gli austro-russi ne pagheranno le conseguenze. Lezione evidentemente inutile per gli stati maggiori: nella prima guerra mondiale il perfetto piano di attacco alla Francia del tedesco von Schlieffen fu disatteso dai generali dipendenti che vollero fare di testa loro e ne derivò la sconfitta della Marna»

Che il piano di Weyrother fosse "perfetto" è probabilmente opinione condivisa dal solo Weyrother: uno che i conti li faceva senza l'oste, e che oste!

Purtroppo il piano di Weyrother fu rispettato ed eseguito finché coincideva con le intenzioni dell'oste, ovvero di Napoleone, che ne sfruttò a fondo tutte le manchevolezze.

Catastrofico l'accostamento con un altro piano "perfetto": il piano Schlieffen per l'attacco alla Francia nella Prima guerra mondiale.

Qui Bertoldi riferisce impropriamente che il piano "fu disatteso dai generali dipendenti che vollero fare di testa loro": in realtà Alfred Graf von Schlieffen era morto il 4 gennaio del 1913 e dal 1906 il responsabile della progettazione strategica dell'impero germanico era Helmut Johannes Ludwig von Moltke, nipote di un famoso e importante zio: Helmut Karl Bernhard Graf von Moltke, il vincitore della guerra franco-prussiana e grandissimo innovatore militare.

Von Moltke nipote modificò il piano di von Schlieffen: e fece bene. Il piano di von Schlieffen non era perfetto per niente, anche uno stratega non all'altezza dello zio come era Ludwig von Moltke, lo comprese e cercò di ovviarne le lacune: impresa inutile, perché non c'era mente di stratega che potesse ancora risolvere i problemi connessi alla guerra dell'era industriale.

Alla [sconfitta della] Marna, dunque, l'esercito del Kaiser arrivò non tanto a causa di generali "dipendenti" insubordinati e presuntuosi, ma per altre cause, che avrebbero inciso ancor più ferocemente sul piano Schlieffen nella sua formulazione originaria: le mitragliatrici, la logistica, le dottrine tattiche antiquate che ancora una parte degli ufficiali tedeschi imponeva alle proprie truppe.

Insomma, temo proprio che Bertoldi non abbia capito molto di Austerlitz, né della logica militare nel suo complesso.

Singolare, perché poi Bertoldi conclude: «...quando si è capita Austerliz si capisce anche ciò che la precedette. E soprattutto ciò che ne seguì».

Se lo dice lui...