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SEMPLICE, TROPPO SEMPLICE (I CONTI SENZA L'OSTE)

Se il piano Schlieffen fosse stato applicato alla lettera

nicola zotti

Le ultime parole sul letto di morte di Alfred von Schlieffen furono: "Macht mir den rechten Flügel stark!“: fatemi forte l'ala destra!

Questa frase era sintomatica di un'ossessione ed è servita negli anni seguenti a sintetizzare il mito del piano Schlieffen, l'archetipo del piano perfetto, della grande occasione militare persa per l'inettitudine di chi quel piano si doveva limitare ad applicarlo alla lettera ed invece lo modificò fino al punto da snaturarlo.

Un mito nato dopo la sconfitta, quando la Germania cercava capri espiatori per giustificare una tragedia tanto grande, e ne trovò uno di comodo in Helmut Johannes Ludwig von Moltke: il responsabile dell'ultima stesura del piano strategico tedesco.

Contribuì notevolmente a diffondere questa opinione anche Basil Liddell Hart che nel suo "History of the first World War" è pieno di elogi per il piano di Schlieffen e piuttosto sprezzante verso le modifiche adottate da von Moltke.



Alfred Graf von Schlieffen

In realtà, se mi consentite lo schematismo, il piano di von Moltke era anche l'unico possibile, ma non per questo doveva essere un piano vincente.

Se non altro perché in guerra gli osti senza i quali non si possono fare i conti sono troppi.

Già dopo la vittoria nella Guerra franco-prussiana, in Germania si era consapevoli che la pace e i territori acquisiti con essa erano una realtà molto precaria: la Francia avrebbe cercato la sua vendetta.

La questione si complicò col tempo, perché la Grande Germania dell'imperatore Guglielmo iniziò a guadagnarsi crescenti ostilità in Europa, fino ad essere virtualmente circondata: ad est dalla Russia, sul mare dalla Marina britannica, a ovest dalla Francia.

Il successore di
Helmut Karl Bernhard Graf von Moltke, il grande innovatore e militare prussiano, alla carica di Capo del "Großen Generalstab", Alfred Graf von Waldersee, fu quindi incaricato di studiare un piano per rompere l'accerchiamento strategico tedesco.

Inevitabilmente la Germania doveva prepararsi ad una guerra preventiva: se avesse lasciato l'iniziativa ai suoi avversari ne sarebbe rimasta irrimediabilmente schiacciata.

Il risultato lo potete leggere nello schema qui sotto: prevedeva un attacco iniziale contro la Russia, seguito, dopo la sconfitta di questa, da un attacco contro la Francia.

(vedi: il piano di von Moltke senior)


il piano di von Moltke senior (1885/'86) e di von Waldersee: prima la Russia

Il rinsaldarsi dell'alleanza franco-russo-britannica portò ad una revisione del piano, che comunque manteneva il suo tratto fondamentale: la necessità per la Germania di affrontare una guerra su due fronti.

Alfred Graf von Schlieffen, successore di Waldersee, nel 1905, impostò un piano strategico che ribaltava le priorità del piano precedente: il primo nemico contro il quale indirizzare le armate tedesche doveva essere la Francia, mentre contro la Russia si sarebbe adottata una disposizione eminentemente difensiva, con il minimo delle forze necessarie, contando anche sulla lentezza della mobilitazione russa, valutata tra le 6 e le 8 settimane.


Primo piano di von Schlieffen (1905): attacco solo sull'ala destra

Il piano prevedeva un unico grande attacco che, violando la neutralità dell'Olanda, avrebbe costituito un lungo fronte ruotante sul perno sulla fortezza di Metz, mentre l'ultimo soldato tedesco sulla destra avrebbe "sfiorato con la manica il canale d'Inghilterra".

Il piano prevedeva che la Francia sarebbe stata sconfitta in 42 giorni, e ad ognuno di essi corrispondeva un obiettivo che l'armata tedesca doveva tassativamente raggiungere. A titolo indicativo riporto nello schema le posizioni che dovevano essere raggiunte il 23 agosto e il 1 settembre.


Piano di von Schlieffen: dettaglio della manovra

Von Schlieffen non era un militare "clausewitziano": non comprendeva il predominio della politica sulla sfera militare e la cosa ebbe una conseguenza immediata sulla sua carriera e anche una sulla sua concezione strategica.

Un anno dopo la stesura del piano, von Schlieffen fu dimissionato dal Kaiser Guglielmo II e sostituito nel 1906 con von Moltke junior.

Nonostante la rimozione, von Schlieffen continuò a perfezionare il proprio piano. Affascinato dalla battaglia di Canne, la studiò a fondo, trovandone l'ispirazione che cercava: l'attacco principale sarebbe rimasto comunque quello dell'ala destra, ma l'ala sinistra doveva risucchiare in territorio tedesco l'esercito francese, esponendolo ad un contrattacco da sud che lo avrebbe chiuso in una trappola.


Secondo piano di von Schlieffen (1912): la ripetizione di Canne

Questa seconda stesura del piano prevedeva che 54 divisioni riunite in cinque armate operassero sull'ala destra, mentre solo 8, in due armate, tenessero il fronte a sud.

In altre parole von Schlieffen era disponibile a cedere suolo tedesco al nemico -- anche ad est contro i russi -- per guadagnare il tempo necessario all'ala destra per sconfiggere i francesi: un'idea brillante e coraggiosa ma anche rischiosa.

La predisposizione francese verso l'offensiva favoriva indubbiamente le speranze di von Schlieffen, ma era tutt'altro che scontato che i francesi avrebbero interpretato la guerra secondo le intenzioni tedesche. Ovvero, di fronte ad un'impetuosa offensiva nemica a nord, avrebbero risposto con un altrettanto impetuosa, e per di più ottusa, offensiva a sud, innescando una specie di gara a chi sarebbe arrivato prima a sfondare, anziché correre ai ripari per evitare la manovra aggirante.

Va aggiunto che i territori che von Schlieffen era propenso a sacrificare, seppure temporaneamente, erano di recente acquisizione quando il piano venne inizialmente concepito, ma molto più "tedeschi" quando la guerra scoppiò e quindi lasciarli volontariamente al "nemico" diventava una scelta politica improponibile.


Il piano di von Moltke junior (1914): rispetto della neutralità olandese e rafforzamento dell'ala sinistra difensiva

La revisione di von Moltke portò a 56 divisioni l'attacco dell'ala destra e il rafforzamento a 16 di quella sinistra. Le armate dell'ala destra dovevano accalcarsi in uno stretto corridoio perché fu deciso di non violare la neutralità dei Paesi Bassi, mantenendo in questo modo l'accessibilità ai porti olandesi che rifornivano la Germania di preziose materie prime.

Von Moltke è stato criticato da molti autorevoli studiosi per la sua decisione di rivedere il piano di von Schlieffen, ma personalmente giudico queste critiche di scarsa sostanza.

  1. L'adozione del piano di von Schlieffen avrebbe sicuramente permesso alle armate germaniche di distendersi su un territorio più vasto, esplicando con più efficacia la propria superiorità numerica. Però le difficoltà logistiche non sarebbero diminuite, ma sarebbero progressivamente cresciute con l'aumentare delle distanze e della dispersione delle unità. I problemi logistici che causarono un successo solo parziale, e quindi in definitiva la sconfitta, del piano di von Moltke, avrebbero a maggior ragione fatto fallire in modo molto più fragoroso quello di von Schlieffen. Non va dimenticato, infatti, che il treno dei rifornimenti si muoveva con i cavalli e questi soffrirono enormemente già con il più ridotto impegno del piano von Moltke: uno sforzo maggiore avrebbe fatto collassare irrimediabilmente il sistema.
  2. L'effetto sorpresa, con la limitata velocità operativa della fanteria, poteva essere ottenuto solo se si coprivano distanze brevi: attaccare l'Olanda avrebbe allertato con molto anticipo non solo gli alleati ma persino i belgi. Questi ultimi opposero una resistenza molto superiore a quella prevista dal piano di von Schlieffen, che sarebbe stata ancor più efficace in caso di una sua piena attuazione.
  3. Le forze armate tedesche avevano un'ottima propensione alle operazioni di aggiramento, soprattutto a livello di unità maggiori, e in alcuni casi anche a livello di compagnia e di plotone. Questa, stante la mobilità relativa della fanteria, è una virtù quando il campo di battaglia è limitato, ma si trasforma in un difetto quando l'avversario ha la capacità di creare numerosi capisaldi improvvisati, perché spezzetta le azioni in una serie di episodi difficili da controllare a livello superiore: le mitragliatrici e persino le prime autoblindo provocarono inaspettati rallentamenti alle colonne di von Moltke ma avrebbero rappresentato un vero incubo per le precise e scadenzate manovre previste dal piano von Schlieffen. Lo schieramento germanico sarebbe presto caduto nel caos, con varchi aperti tra un'unità e l'altra e notevoli rischi di contrattacchi locali.
  4. I russi impiegarono 10 giorni a compietare la propria mobilitazione, anziché le 6-8 settimane previste da von Schlieffen, e anche se in definitiva a Tannenberg e ai Laghi Masuri vanificarono questo successo organizzativo, molto per colpa propria, si deve considerare quanto sia stato alto il rischio corso dai tedeschi per aver adottato il piano von Schlieffen ad est.
  5. Infine, il piano von Schlieffen non prendeva in considerazione l'intervento di una spedizione inglese, che invece si rivelò di estrema importanza, e al contrario faceva conto (e affidamento) su un contingente alleato italiano nei Vosgi: e anche in questo caso sappiamo come andò a finire.

Insomma il piano di von Schlieffen era una specie di dinosauro che sarebbe probabilmente naufragato molto prima e molto peggio del tanto vituperato piano di von Moltke.