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UNO SCULTORE E LA SUA GUERRA

Henri Gaudier-Brzeska (1891-1915)

nicola zotti

 


Henri Gaudier-Brzeska nel suo studio


Henri Gaudier-Brzeska ha sempre esercitato un forte fascino su di me.

Oggi mentre ne parlo devo ammettere che un po' di quell'ardore è scomparso.
Forse i miei orizzonti sono cambiati col tempo e ho raggiunto una maggiore qualità critica, forse non ho più l'età per le passioni artistiche estreme.

Tuttavia la vita di Henri Gaudier-Brzeska rimane eccezionale. Una vita che si bruciò in 5 anni: il tempo di decidere di fare lo scultore; di emigrare da Parigi a Londra compiendo un percorso eccentrico rispetto ai maggiori suoi colleghi artisti di quella generazione; scolpire 80 opere; diventare uno dei fondatori del movimento Vorticista assieme ad Ezra Pound; e infine tornare in Francia allo scoppio della Grande guerra per arruolarsi volontario, combattere, venire decorato e nominato sergente.

Morirà il 5 giugno 1915 combattendo a Neuville St. Vaast.

Come integrazione del ragionamento sul rapporto tra civiltà e guerra, l'esempio di uno scultore che scelse, per patriottismo e senso del dovere, di condividere la grande tragedia della sua era, mi pare appropriato.

Tanto più che Henri Gaudier-Brzeska, come potete leggere in coda a queste note, fece giungere ai suoi colleghi vorticisti le proprie riflessioni dalle trincee, che vennero pubblicate sul secondo e ultimo numero della loro rivista-manifesto Blast, nel luglio del 1915, quando lo scultore era già morto da due mesi.

Il Vorticismo fu un movimento di avanguardia forse secondario rispetto ad altre correnti artistiche dell'inizio del secolo scorso.

Influenzò e venne influenzato dal Cubismo, che indubbiamente ha avuto ben altro peso sulla nostra civiltà.

Tuttavia, anche solo la copertina del primo numero della rivista Blast ci dimostra che, a parte il misconosciuto merito dell'invenzione del rosa shocking (attribuito invece a Elsa Schiaparelli), è rinvenibile nell'estetica vorticista molta della nostra modernità e della nostra comunicazione.

Nel suo scritto Gaudier-Brzeska intreccia indissolubilmente la sua vicenda artistica con quella umana e bellica: sono inseparabili, come inseparabili sono le civiltà dai conflitti in cui sono coinvolte.


La copertina del primo numero della rivista vorticista Blast

 

(La traduzione è mia. Maiuscole e sottolineature sono quelle dell'originale)

Vortex Gaudier-Brzeska
(scritto dalle trincee)

HO COMBATTUTO PER DUE MESI  e posso ora misuare l’intensità della vita.

MASSE UMANE brulicano e muovono, sono distrutte e crescono ancora.

CAVALLI sono consumati in tre settimane, muoiono lungo il lato della strada.

CANI vagano, sono distrutti, e altri vengono.

CON TUTTA LA DISTRUZIONE che lavora attorno a noi, NULLA E’ CAMBIATO, NEPPURE SUPERFICIALMENTE. LA VITA HA LA STESSA FORZA, E’ L’AGENTE MOTORE CHE PERMETTE AL PICCOLO INDIVIDUO DI ASSERIRE SE STESSO.

L’ESPLODERE DEI PROIETTILI, i colpi di fucileria, reticolati, proiettori, motori, il caos della battaglia, ALLA FINE NON MODIFICA i profili della collina che stiamo assediando. Una compagnia di PERNICI razzola di fronte alla nostra trincea.

SAREBBE INSENSATO CERCARE EMOZIONI ARTISTICHE TRA QUESTE PICCOLE NOSTRE OPERE.

QUESTO SPREGEVOLE MECCANISMO CHE FUNGE DA PURGA PER UN’UMANITA’ SOVRABBONDANTE.

QUESTA GUERRA E’ UN GRANDE RIMEDIO.

NELL’INDIVIDUO ESSA UCCIDE ARROGANZA, AUTOSTIMA, ORGOGLIO.

ESSA SOTTRAE ALLE MASSE NUMERI DI UNITA’ SUPERFLUE, LE CUI ATTIVITA’ ECONOMICHE SONO NOCIVE, COME LE RECENTI CRISI COMMERCIALI CI HANNO DIMOSTRATO.

LE MIE OPINIONI SULLA SCULTURA RIMANGONO ASSOLUTAMENTE LE STESSE.

E’ IL VORTICE DEL VOLERE, DELLA DECISIONE, CHE COMINCIA.

TRARRO’ LE MIE EMOZIONI ESCLUSIVAMENTE DALLA DISPOSIZIONE DELLE SUPERFICI, presenterò le mie emozioni come DISPOSIZIONE DELLE MIE SUPERFICI, I PIANI E LE LINEE DALLE QUALI SONO DEFINITI.

Come questa collina dove i tedeschi sono così solidamente trincerati mi dà una sensazione fastidiosa, semplicemente perché i suoi dolci pendii sono rotti dalle opere campali. che lanciano lunghe ombre al tramonto. Allo stesso modo io riceverò sensazioni, di qualsiasivoglia definizione, da una statua, A SECONDA DEI SUOI PENDII, modificata all’infinito.

Ho fatto un esperimento. Due giorni fa ho strappato ad un nemico il fucile Mauser. La sua pesante ed ingombrante forma mi ha sommerso con una potente immagine di brutalità.

Per lungo tempo sono rimasto in dubbio se mi piacesse oppure no.

Ho deciso che non mi piaceva.

Ho spaccato il calcio e con il mio coltello l’ho scolpito in una forma attraverso la quale ho tentato di esprimere un più gentile ordine di cose, che io preferivo.

MA VOGLIO SOTTOLINEARE che LA MIA SCULTURA ha ricevuto il suo effetto (così come l’aveva il fucile) da un'assai semplice composizione di linee e piani.

(In calce al testo, compariva questo trafiletto)

Mort pur la patrie

Henri Gaudier-Brzeska: dopo mesi di combattimenti e due promozioni per merito, Henri Gaudier-Brzeska fu ucciso durante una carica a Neuville St. Vaast, il 5 giugno 1915.