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LA PRIMA SCONFITTA DI NAPOLEONE

Quando i galluresi le suonarono a Napoleone

nicola zotti


Ho raccontato di quando i galluresi diedero un contributo decisivo alla vittoria nella battaglia di Lepanto. Se però in questa battaglia si fecero “aiutare”, da molte migliaia di spagnoli, veneziani, genovesi e soldati di altre nazionalità, a sconfiggere Napoleone Buonaparte ci pensarono praticamente da soli.

Nel 1793 Napoleone, nemmeno ventiquattrenne, si trovava in Corsica e aveva aderito entusiaticamente alla rivoluzione, quando nella sua isola natale, invece, si stavano sviluppando moti indipendentisti animati e capeggiati da Pasquale Paoli.

Fu così che il Direttorio affidò al giovane Buonaparte l’azione secondaria di una manovra più ampia che doveva portare alla conquista della Sardegna: il suo obiettivo era l'assalto dell’isola della Maddalena, già allora un’importante base navale.

Il 22 febbraio Napoleone, alla guida di poche centinaia di uomini della guardia nazionale corsa, dopo un tentativo andato a vuoto e nonostante lo scarso entusiasmo delle truppe e dei marinai, riuscì ad attraversare le Bocche di Bonifacio, uno dei più insidiosi bracci di mare del Mediterraneo col vento contrario: dimostrando così al mondo già alla sua prima azione militare di non capire nulla di strategie navali, ma di essere un uomo molto deciso e fortunato.

Per ironia della sorte, quello stesso 22 febbraio la flotta francese impegnata nell’attacco principale contro Cagliari era stata sconfitta: ma questo Napoleone non poteva saperlo.

Occupata con un colpo di mano l’isola di S. Stefano di fronte alla Maddalena, Napoleone vi dispose la batteria di 3 cannoni ed il mortaio che aveva con sé, ed iniziò un bombardamento che doveva ammorbidire le difese dell’isola e la volontà di resistenza della popolazione.

Gli abitanti della Maddalena, però, tennero duro, nonostante i primi colpi centrassero proprio la chiesa dove la popolazione si era rifugiata, e riusciono anche a respingere con il fuoco dei loro moschetti tutti i tentativi francesi di sbarcare sulla loro isola.

Non contenti, organizzarono una spedizione contro la piccola flotta di appoggio francese che fu bersagliata da improvvisati proiettili incendiari: già demoralizzati per il difficile viaggio e per nulla entusiasti dell'operazione, i francesi presero il largo, convinti che la spedizione fosse fallita. Ora si doveva convincere Napoleone, e la cosa era più difficile.

Napoleone rifiutò categoricamente di reimbarcarsi abbandonando l’impresa e soprattutto i suoi cannoni: a convincerlo ci pensarono i galluresi che contrattaccarono sbarcando a S. Stefano e quasi riuscirono a catturarlo mentre cercava disperatamente di reimbarcare i suoi pezzi di artiglieria, nonostante le proteste dei marinai che erano venuti a raccoglierlo.

Così oggi la piazza principale di La Maddalena si chiama Piazza XXIII  febbraio 1793 ed è dedicata proprio al ricordo di questa vittoriosa difesa dell’isola contro Napoleone Buonaparte.

L'episodio in sé, a prima vista, non significa molto. In realtà dimostra che il carisma non è solo una qualità personale, ma è frutto di fatica, impegno, e soprattutto successi. Successi che infondano fiducia in quello stesso carisma.

E per Napoleone la strada per dimostrare di valere qualcosa era ancora lunga.