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IL MOMENTO DELLA VERITA'

L'assalto


nicola zotti


Lo scorso luglio abbiamo visto una sequenza ideale di un attacco frontale condotta contro una trincea durante la Grande Guerra.
.
Mancava a quella descrizione l'ultima e conclusiva fase: il combattimento "all'interno" della trincea.

Come abbiamo visto, questo compito era assegnato a una aliquota di truppe specializzate posta in una linea arretrata: quando le prime avessero indebolito a sufficienza le difese nemiche, sarebbe arrivato il loro turno di penetrarvi per cercare di sopprimere gli ultimi focolai di resistenza.

Immediatamente prima di entrare nella trincea venivano lanciate delle granate per evitare di trovare dei nemici e per creare una zona di sicurezza abbastanza ampia.

Una volta dentro poteva poteva comunque accadere di finire in mezzo ai nemici, nel qual caso aveva inizio immediato una mischia furibonda, durante la quale non si dava quartiere e ogni mezzo era buono per sopraffare l'avversario

Lo spazio nella trincea poteva essere molto angusto, per cui venivano spesso usate armi bianche contundenti, spesso improvvisate, o armi bianche corte, soprattutto coltelli, coltellacci e simili: una specie di abbordaggio, se mi passate il termine, con armi di cui qui sotto potete vedere un campionario.

mazze ww1
pugnale ww1


Molto frequente era però un'altra evenienza. La trincea, infatti, era in se stessa una fortezza e andava espugnata pur essendovi già penetrati.

La insidia più semplice era quella costituita dalla sua stessa natura a "greca": studiata per impedire, mediante le parti rientranti chiamate "traverse", di essere presi da colpi di infilata, diveniva teatro di un lungo e faticoso combattimento condotto passo passo con meticolosa determinazione dagli assalitori e difeso atrettanto strenuamente dagli occupanti.

Qui sotto in sintesi la dinamica di questo combattimento visto dall'alto.

assalto

A = Assaltatori
G = Granatieri
PG = Portagranate
S = Sottufficiale in comando
R = Rincalzi


Le traverse costituiscono barriere dietro le quali possono nascondersi degli avversari: una sezione di assaltatori si disporrà dietro l'angolo della traversa aspettando che i granatieri lancino con precisione le loro granate al di là di essa.

Eventuali nemici in agguato dovrebbero essere almeno storditi consentendo agli assaltatori di poterli spacciare con poca difficoltà.

Il nemico, tuttavia, può compiere la stessa azione nascosto dalle traverse più distanti: prenderà di mira proprio i granatieri, in modo da isolare gli assaltatori dai loro rincalzi.

A questo punto può essere inevitabile, e anceh conveniente, cercare il contatto corpo a corpo con gli assaltatori stessi, che sono privi di sostegno.

Con i contendenti mischiati, non è più possibile lanciare le granate, ma è inevitabile, per chi è sopravvissuto, aggiungersi alla mischia.

Solo quando ogni minaccia è realmente cessata si possono prendere, se la testa ce la fa, dei prigionieri.