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Il corpo d'armata

nicola zotti


Quando durante le guerre della rivoluzione francese gli eserciti si fecero più numerosi fu necessario raggruppare tra loro le divisioni in unità maggiori ma mantenendone le caratteristiche di autonomia d'azione che le avevano ispirate.  Nacque così il corpo d’armata, inaugurato nel 1800 dal Generale Moreau che aggregò le 11 divisioni dell’Armata del Reno in 4 Corpi, che assunsero le caratteristicheoriginarie delle divisioni, ovvero la composizione multiarma.

Napoleone comprese la potenzialità dell’intuizione di Moreau e nel 1804 fece dei Corps d’Armee un’istituzione definitiva.

La riorganizzazione delle armate francesi operata da Napoleone giusto alla vigilia della campagna di Austerlitz ebbe una grande parte nel determinarne l’esito. Un Corps d’Armee francese è costituito di norma da tre o quattro divisioni di fanteria, una divisione di cavalleria leggera, e varie batterie di artiglieria.  Appoggiavano questi elementi combattenti unità di specialisti del genio e i pontonieri, formalmente aggregati all’artiglieria.

Le dimensioni delle divisioni vennero ridotte in media a 10mila uomini e ciò ne diminuì drasticamente la capacità di operare indipendentemente dal resto dell'armata: il loro ruolo originario, però, era stato come detto assunto dal corpo d'armata e con ben altra consistenza.

La dimensione del corpo d’armata era variabile e attentamente considerata da Napoleone a seconda del compito che doveva svolgere nei suoi piani operativi.

All’occasione, come avvenne per l’VIII Corpo di Mortier, poteva rendersi necessaria l’estemporanea creazione di una nuova formazione per la quale concorrevano unità provenienti da altri Corpi.

Al comando di un Corps d'Armée è un ufficiale di alto grado, onorato dal titolo di Maresciallo. E' un militare di carriera esperto – coadiuvato da un nutrito staff tecnico di sua fiducia – il cui compito è quello di garantire l’esecuzione alla lettera degli ordini dell’Imperatore.

Napoleone ha nominato personalmente tutti i marescialli: essi hanno ricevuto la responsabilità di guidare un Corpo d’Armata dopo aver dato prova in più occasioni di valore personale, di fedeltà assoluta, di brillanti qualità militari e anche la capacità di districarsi in politica.

Ovviamente non tutti i Marescialli eccellevano in ciascuna di queste caratteristiche, anzi, più di una volta ognuno di essi dovette subire, per un motivo e per l’altro, la terribile ira del proprio padrone.  Era comunque Napoleone a giudicare i meriti e il ruolo che l’individuo doveva giocare nei suoi schemi.

Il Maresciallo gode nell’espletamento del proprio compito di una sensibile libertà d’azione: ha un obiettivo categorico da raggiungere, ma ha anche l'autorità (spesso) e i mezzi (più raramente) per riuscirci.  I piani a vasto raggio di Napoleone comportano che egli faccia un investimento di fiducia nelle capacità dei propri collaboratori: ma – fidarsi è bene… – le distanze tra un Corpo e l’altro sono tali che è sempre possibile portare aiuto ad un Corpo in difficoltà ed eventualmente correggere gli errori o affrontare gli imprevisti.  E' la norma, però, che il Maresciallo durante una campagna si trovi in condizione di dover decidere in perfetta solitudine su questioni della massima importanza che possono avere un'influenza decisiva sul suo successo finale.

L'autonomia d'azione diminuisce man mano si discende la scala gerarchica. Però anche i generali di Divisione sono spesso chiamati a decisioni strategiche cruciali e non si tirano mai indietro dimostrando l'utilità del sistema delle promozioni per merito e non per censo – carrière ouverte aux talents – ereditato anch'esso dalle riforme di Carnot: un uomo che merita ampiamente l'appellativo di "organizzatore di vittorie" con il quale è passato alla storia.

Anche il corpo d'armata, come la divisione, rimase concettualmente invariato fino alla seconda guerra mondiale.