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dell'area Warfare di MClink,
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IL PIANO DI BATTAGLIA PIU' ANTICO: n. 2

L'incursione

nicola zotti



Nel giugno del 2008 ho definito l'imboscata "il primo piano di battaglia adottato dall'uomo": avendo anteposto a questa frase "probabilmente", tutto sommato mi sento meno colpevole nel rivedere questo giudizio, assegnando all'incursione almeno pari diritti di primogenitura.

Si potrebbe infatti avviare con questo tema una potente discussione astratta sulla filosofia dei conflitti, nonché sulla natura dei processi economici: l'istinto predatorio dell'uomo, la sua tendenza ad "arrotondare" con la rapina le proprie risorse economiche, precedono o seguono altri impulsi?

Essendo la guerra un atto collettivo, e politico, che cosa determinò per la prima volta il consenso comunitario indispensabile a portarlo a compimento? L'invidia per i possessi altrui o la difesa dei propri?

La questione che pongo, essendo collegata ad un piano di battaglia, ha una valenza che la emancipa dalla sua primitività cronologica, perché presuppone -- immaginatevele -- tutte le premesse della guerra, così come la conosciamo: un esercito organizzato, un comando autorevole, degli ordini da eseguire disciplinatamente.

L'incursione è un attacco di sorpresa contro una forza o una posizione nemica (una città, una caserma, un caposaldo, ecc.), finalizzato alla distruzione di una minaccia o alla conquista di risorse. È caratterizzata dal movimento occultato sull'obiettivo, da un combattimento breve e violento, da un rapido sganciamento dall'azione e infine dalla ritirata sulle posizioni di partenza, eventualmente con il bottino depredato.

Un'incursione presuppone una buona conoscenza del territorio e delle risorse nemiche. Vi è quindi connaturata una fase di intelligence volta a individuare l'obiettivo dell'azione militare.

Acquisite le necessarie informazioni, l'incursione procederà in un modo simile all'imboscata.

Innanzitutto le forze verranno divise in tre elementi:
  1. gli elementi di avvistamento
  2. gli elementi di sicurezza
  3. gli elementi di attacco

 


I primi si schiereranno attorno all'obiettivo per controllare il territorio e verificare le condizioni in cui si potrà svolgere l'azione.

È essenziale possano comuncare tempestivamente al comando ogni possibile cambio nelle condizioni previste per l'attacco od eventuali imprevisti.

Non devono affrontare forze nemiche se non in casi estremi, ma rimanere occultati in osservazione.


Gli elementi di sicurezza interverranno su posizioni predisposte per isolare l'obiettivo dal possibile intervento di forze nemiche in soccorso e per proteggere la forza principale.

Blocchi stradali, imboscate e altre forme di arresto vengono effettuate in località conosciute e con modalità stabilite in precedenza.


Infine la forza principale condurrà l'attacco all'obiettivo, rapidamente e senza diversioni che rallentino il conseguimento dello scopo dell'incursione.

Terminato l'attacco, particolare cura dovrà essere posta al ripiegamento, che sarebbe in ogni caso difficoltoso e potrebbe essere reso particolarmente lento da un eventuale bottino.

In previsione di questo, verranno preventivamente schierati lungo la via di ritirata altri elementi di avvistamento e sicurezza, che proteggeranno la testa e i fianchi della colonna principale, mentre durante il movimento retrogrado gli avvistatori e gli elementi di sicurezza che avevano circoscritto l'area di attacco costituiranno la retroguardia: a questo scopo i primi a ritirarsi saranno gli elementi più lontani, seguiti via via dagli altri.