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UN'IPOTESI SU COME I ROMANI LANCIAVANO IL PILUM

La salva di pila

nicola zotti

 

Il lancio del pilum è uno degli argomenti più controversi e dibattuti della tattica romana. Le ipotesi su come i romani lanciassero quest'arma, nelle sue versioni leggera e pesante, si riducono sostanzialmente a due: il lancio stazionario e quello in movimento, ciascuno con qualche possibile variazione.

Quello stazionario è ritenuto il più improbabile, ma sembra poter ricavare da un brano di Giulio Cesare (de bello civili III 46) che i legionari invece lo praticassero:

Milites legionis VIIII subito conspirati pila coniecerunt et ex inferiore loco adversus clivum incitati cursu praecipites Pompeianos egerunt et terga vertere coegerunt;

La stessa sensazione emerge da quest'altro brano nel quale Tacito negli Annales (XIV 36-37) riporta prima il discorso di Gaio Svetonio Paolino alle truppe nella battaglia di Verulamium (61 d.C.) che concluse la rivolta in Britannia di Boudicea e quindi il suo svolgimento:

Conferti tantum et pilis emissis post umbonibus et gladiis  stragem caedemque continuarent, praedae immemores [..] Ac primum legio gradu immota et angustias loci pro  munimento retinens, postquam in propius suggressos hostis  certo iactu tela exhauserat, velut cuneo erupit.

Da questi testi si evince che il lancio dei pila e la carica immediatamente successiva appartengono a due momenti distinti e non alla stessa dinamica, come invece sarebbe stato il caso se il lancio fosse avvenuto in movimento.

Gli storici antichi ci riferiscono di battaglie che durano svariate ore, mai meno di due e frequentemente almeno quattro: data l'ora variabile romana questo significa battaglie che durano dalle 2 ore e mezza a cinque ore, in Estate.

Un così lungo periodo non poteva essere completamente dedicato al combattimento corpo a corpo: è altamente probabile che vi fosse una lunga fase di tiri reciproci seguiti da brevi corpo a corpo intervallati da pause e/o da altri periodi di scambio di giavellotti.

È inoltre perfettamente logico che i romani avessero vari dispositivi tattici a seconda delle circostanze: contro una carica di cavalleria ad esempio il tiro avrebbe per forza di cose dovuto essere effettuato da fermo dai ranghi posteriori, mentre i primi protendevano i pila contro i cavalli.

Fatta questa precisazione, descriverò un modello sintetico e in certa misura astratto di lancio del pilum durante un movimento avanzante contro il nemico.

Preciso che si tratta di un modello astratto perché si esamina il caso particolarissimo di un tiro da parte di un'intera un'unità

Il presupposto tattico è che i pila dovevano giungere sul nemico in un intervallo di tempo molto breve, in modo da esercitare un effetto "massa". Non possiamo dire quale numero di pila fosse necessario per ottenere questo effetto e dunque il calcolo che effettuerò riguarda tutti i 120 pila di una centuria di 60 legionari disposti su 6 fila.

Le premesse tecniche da cui parto sono molto semplici e quasi rudimentali: ho volutamente trascurato complicazioni come il calcolo delle traiettorie che non modificano la sostanza dell'analisi: non credo, infatti, che i "miles legionari" ne abbiano mai fatti...

Ipotizzo una velocità delle truppe di 2 metri al secondo: i piccoli rettangoli rossi sono i romani (visti di fianco), quelli verdi i loro avversari. Calcolo, invece, la velocità del pilum in 15 metri al secondo. Le distanze di tiro sono quelle citate dal pioniere dell'archeologia sperimentale Marcus Junkelmann in "Die Legionen des Augustus".



1. la valutazione della distanza

Le due schiere si stanno muovendo l'una contro l'altra e la prima linea romana, composta dai soldati più esperti, è pronta al lancio: in prima linea è anche il centurione che valuta ad occhio la distanza del nemico e conosce la capacità di lancio dei suoi uomini. Nessun pilum deve andare sprecato. 35 metri è una distanza "giusta", perché gli avversari stanno avanzando e avvicinandosi.

Il centurione urla l'ordine: "Mittite!", lanciate!




2. Il primo lancio
La prima linea prosegue nello slancio, allunga il passo e tira il primo pilum. Si tratta del pilum leggero, la cui distanza di lancio può superare i 30 metri.



3. I lanci proseguono in successione
Immediatamente, una fila dopo l'altra in rapidissima successione, a circa mezzo secondo di intervallo, gli uomini lanciano il proprio pilum leggero.


4. Il lancio prosegue alla cieca
Dopo la seconda linea, i lanciatori non vedono il bersaglio: cercano solo di tirare il più lontano possibile fidandosi della decisione del centurione, sul suo giudizio che la distanza sia quella giusta.


5. Si prepara il lancio del pilum pesante
La prima linea si prepara al lancio del pilum pesante: a questo punto probabilmente non è più necessario un ordine del centurione, ma l'azione prosegue in modo spontaneo. Al momento la distanza degli avversari è lievemente superiore a quella che un pilum pesante può effettivamente compiere, ma il bersaglio si sta avvicinando e quindi portandosi a distanza utile.


6. La prima fila lancia il pilum pesante

La prima salva di pila arriva sul bersaglio. I legionari della prima linea allungano il passo e tirano il pilum pesante: hanno potuto osservare l'esito del loro lancio precedente e quindi il loro attuale tiro sarà più efficace. Contemporaneamente la penultima fila tira il proprio pilum leggero.


7. Sono passati appena tre secondi...
I pila iniziano a cadere sul bersaglio in rapida successione: anche il legionario in seconda fila lancia il suo pilum pesante e finalmente l'ultima fila dei legionari tira il suo pilum leggero.


8. Il corpo a corpo si sta approssimando

I legionari in prima fila estraggono il gladio e si preparano al combattimento: davanti a loro i nemici iniziano a cadere e le loro fila si stanno scompaginando. Nella migliore delle ipotesi sulla decina di metri di fronte della centuria i nemici che devono abbandonare il combattimento, morti o feriti, sono almeno due o tre, quelli che hanno dovuto liberarsi dello scudo forse il doppio.


9. Inizia un terribile secondo
In un solo secondo (dal 4o al 5o secondo) arriveranno sul nemico il doppio dei pila caduti finora: 60 pila in un secondo distribuiti sui circa nove-dieci metri di fronte. Dopo i pila leggeri, infatti, iniziano anche a cadere i primi pila pesanti.


10. Le perdite nemiche si fanno consistenti
Le due schiere sono a15-16 metri l'una dall'altra: l'impatto dei pila in questo momento deve essere fortemente demoralizzante. Un effetto in particolare non viene abbastanza valutato: la riluttanza degli avversari dei ranghi successivi al primo di sostituire i caduti e di ristabilire l'ordine della propria formazione, che si somma alla difficoltà oggettiva causata da morti e feriti che bloccano il cammino o da quanti rallentano o si fermano per provare a liberare il proprio scudo da un pilum che vi è rimasto conficcato: chi si ferma bruscamente viene urtato dal compagno che lo segue, in un tamponamento a catena. Lo scompiglio della formazione nemica è molto alto ma non è ancora al massimo.


11. Viene lanciato l'ultimo pilum
Dopo cinque secondi da quando il centurione ha dato il suo ordine, viene lanciato l'ultimo pilum. A questo punto le due schiere sono sotto i 15 metri di distanza e lo scontro corpo a corpo è ormai imminente.


12. L'ultima goccia
Le ultime tre salve di pila che colpiscono gli avversari sono forse le più efficaci, nonostante siano tirati alla cieca dagli uomini in 4a, 5a e 6a fila. Le perdite subite hanno causato uno shock negli avversari: alcuni accelerano il passo, altri lo rallentano, tutti sono disorientati perché devono contemporaneamente rimanere concentrati sull'imminente scontro alla spada eppure controllare i pila che cadono dall'alto e dei quali hanno misurato il tremendo effetto.


13. gli ultimi dieci metri prima dello scontro
Le due schiere sono vicinissime. I nemici dei romani non hanno avuto il tempo materiale di mettere ordine nelle proprie fila, né hanno potuto racimolare la tranquillità e il sangue freddo necessari. Dovrebbero fermarsi, ma se lo facessero subirebbero in modo ancora più violento gli effetti della carica lanciata romana.


14. Cade l'ultimo pilum
In 4 secondi (dal secondo 2,5 al secondo 6,5) sono arrivati sull'avversario 120 pila: uno ogni 1.375 cm2 del fronte avversario, ovvero uno ogni quadrato di 38 cm scarsi di lato. Un effetto di saturazione terribile. Se consideriamo la probabilità che un uomo su dodici sia incapacitato e 2 su 12 abbiano ricevuto un pilum conficcato nello scudo, questo si traduce in 10 nemici in meno e una ventina fortemente intralciati e praticamente impossibilitati ad usare lo scudo. Peggio ancora la loro formazione è disordinata ed incapace di esercitare uno sforzo omogeneo.


15. Conclusione: il corpo a corpo
Nei due secondi immediatamente precedenti lo scontro tra le due schiere, l'avversario della legione romana probabilmente ha solo il tempo per riflettere sull'inevitabile sconfitta che lo attende.