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L'INFINITA ILLUSIONE

la tecnologia non è LA risposta

nicola zotti

 

Scriveva più di un secolo fa Alfred Thayer Mahan nel suo "The influence of Sea Power upon the French Revolution and Empire":

"Storicamente, buoni uomini su navi deboli hanno la meglio su uomini deboli su navi buone; ripetutamente la Rivoluzione francese ci insegna questa lezione, che la nostra epoca, con la sua ansia verso l'ultima novità in fatto di innovazione di materiali, ha largamente espulso dalla memoria".

Possiamo accettare lezioni dalla Rivoluzione francese, oggi, come fece Mahan?

fanteria hi-tech


Sinceramente ho qualche dubbio. La tecnologia significa troppo per noi, siamo abituati ad attribuirle così tanto valore, forza e capacità risolutiva, che le parole di un uomo dell'Ottocento che ci porta ad esempio fatti del Settecento, possono poco per convincerci.

Eppure tutti noi conosciamo qualcuno che rincorre il computer più aggiornato e potente, senza effetti evidenti sulla sua intelligenza o sul valore delle sue idee.

La tecnologia per il nostro conoscente è sintomo di altre mancanze e succedaneo di altri bisogni.

Abbiamo visto l'effetto inebriante che la tecnologia provoca su di lui, l'ingannevoie senso di superiorità che lo porta a commettere errori fatali.

E conosciamo anche il negozio dove ha trovato quel computer e dove anche noi potremmo senza problemi procurarcene uno.

Dovremmo quindi comprendere come il margine di vantaggio non siano le armi ma da chi e come vengono usate, e che la superiorità tecnologica non garantisce una supremazia strategica, né supplisce alla mancanza o ai difetti di una strategia.

Tanto più in un mondo dove i gap tecnologici si recuperano senza problemi, magari acquistando su internet il virus del carbonchio.

Persino quando una tecnologia militare è disponibile in abbondanza, impiegata da unità appositamente addestrate e assistita dalla dottrina più coerente con essa, non abbiamo garanzie di successo.

In guerra, infatti, la caotica imprevedibilità degli avvenimenti, la capacità reattiva del nemico e l'ineliminabile tributo da pagare all'attrito, possono cancellare qualsiasi vantaggio tecnologico, anche in un periodo molto breve.

Più difficili da colmare sono altri svantaggi: quelli più propriamente umani.

Sono le istituzioni politiche, culturali e sociali a determinare la forza di una comunità, a consentire quel vantaggio non illusorio né fuorviante, come può essere quello tecnologico, da cui può scaturire una superiorità militare.

Una superiorità nelle strategia, nella capacità di adattamento agli imprevisti, nella lettura della complessità, nello sfruttamento delle opportunità, nella soluzione dei problemi: una superiorità che affonda le sue radici nella cultura e nella politica.