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IL LETTORE MICHELE T PROSEGUE IL DIBATTITO

E se i Mongoli avessero attaccato l'Europa? parte seconda

I lettori Miìchele T. e Enrico Pellerito concordano: i Mongoli avrebbero potuto attaccare l'Europa.

Qui di seguito la mail del lettore Michele T che prosegue il dibattito su questo "What if?"

La replica

mi presento: il mio nome è Michele [...], e sono un giovane e accanito visitatore del Suo sito, nonché un appassionato di warfare storico.
Per prima cosa mi scuso se la mia forma di espressione non è delle più cortesi ed attente, ma comunicare tramite mail con persone che non conosco di persona mi intimidisce.
Inoltre spero di non infastidirla proseguendo un discorso che magari Lei considera chiuso, solo che di recente mi sono imbattuto molte volte in analisi dello scenario in questione, con risultati molto differenti.
In particolare pochi giorni fa riflettevo su quanto da Lei esposto sulla relazione di Giovanni da Pian del Carpine, quando mi sono imbattuto in alcune conclusioni del professor John France, docente di Medieval Warfare all'Università del Galles, Swansea, proprio sull'argomento. Ritenendole interessanti ho ritenuto potesse essere gradito il riferirle.
Il nostro ritiene ad esempio che l'Europa occidentale sia troppo povera di pastura per permettere all'esercito mongolo il continuo ricambio di monte di cui necessitava per mantenere la sua eccezionale mobilità, anche a livello tattico.
Inoltre, parlando della crociate, il professor France mostra come in più di una occasione la cavalleria pesante sia riuscita a sfruttare la resistenza delle unità europee (in particolare quando operavano in ordine serrato) per ottenere significativi vantaggi tattici sulle unità di arcieri a cavallo mediorientali; in merito a questo specifica che avveniva ogni volta che le unità raggiungevano un alto livello di coordinazione, che non era loro usuale ma non impossibile in campagne militari lunghe. Se combiniamo questo con il fatto che i mongoli vengono additati da più fonti (sto sempre riportando quanto asserisce il signor France) come combattenti validi ma non eccezionali, neppure come tiratori, se ne deduce un quadro non molto positivoper le possibilità dei mongoli di vincere un'Europa occidentale.
Tutto questo può venire ritrovato nel libro "Western warfare in the age of the crusades, 1000-1300", di John France, Routledge, 2003; temo sia solo disponibile in lingua inglese.

In aggiunta a tutto questo spero di non risultare presuntuoso se, pur essendo solamente un dilettante, mi permetto di aggiungere alcune mie considerazioni in merito, solo che non ritengo questo „what if" così ozioso, dato che i mongoli, pur non avendo più avuto un'unità politica e quindi una disponibilità di mezzi pari alla grande invasione del 1236, hanno comunque avuto per i secoli successivi un avamposto da cui riprendere un'espansione verso l'Europa, ovverosia il Khanato dell'Orda d'Oro. Questo secondo me pone il problema sotto una diversa luce, tale da incoraggiarne uno svisceramento approfondito.
Non valuto le possibilità di resistenza morale delle popolazioni europee, perché se a mio avviso ritengo più verosimile uno scenario come quello da Lei prospettato, è anche perfettamente possibile che il signor Pellerito abbia avuto un'intuizione esatta; quello che mi interessa maggiormente è valutare le possibilità pratiche da parte dei mongoli di soggiogare l'Europa in caso questa resistenza ci fosse effettivamente stata.
Io ho individuato sia motivazioni tattiche che strategiche (escludendo completamente la geopolitica dell‚epoca, altrettanto importante, ma difficile da affrontare in un‚analisi di questo tipo).

In particolare, esaminando i fattori tattici, uno dei primi che ravviso era il materiale equino a disposizione: i cavalli europei, con un cavaliere pesante in sella, erano in grado di raggiungere in velocità (anche se neppure lontanamente in agilità) i cavalli arabi utilizzati dai turchi e dai mori, oggetto di una lunghissima e attentissima selezione. Questo era stato uno dei fattori chiave che aveva permesso ai crociati, una volta sviluppate le necessarie caratteristiche di disciplina e spirito di corpo usualmente loro mancanti [su questo punto sono i disaccordo, NZ], di ingaggiare con successo le cavallerie leggere arabe, turche e moresche. I cavalli mongoli, almeno stando al confronto con gli esemplari moderni, non paiono in grado di fare lo stesso.
Un altro fattore chiave erano le armi da tiro: gli europei avevano a disposizione diverse tipologie di arcieri scelti, dotate di armi potenti. Questi includevano i balestrieri genovesi, gli arcieri inglesi e gallesi, e i Saraceni dell‚Italia meridionale. Da più di una fonte si evince che la portata di queste truppe da tiro, in particolare quando appiedate, era considerevolmente superiore ai 50 ˆ 80m di tiro utile degli arcieri a cavallo. Questo senza contare che i mongoli utilizzavano lo stesso arco composito utilizzato da tutti i popoli delle steppe, turchi inclusi. Questo tipo di archi aveva già dimostrato di non essere adatto al clima dell‚Europa occidentale, perdendo potenza ed efficacia se esposto all‚umidità; si veda a questo proposito la battaglia di Lechfeld, in cui il tiro degli Ungari si è dimostrato meno efficace del previsto contro i cavalieri tedeschi.
Se a tutto questo sommiamo il leggero armamento difensivo a disposizione dei mongoli, e il fatto che le fonti li presentano come combattenti individuali validi ma non eccezionali anche nel ruolo di arcieri, e spesso meno che validi in mischia, se ne evince che la superiorità tattica dei mongoli non fosse così alta.
A questo però bisogna aggiungere che in Europa i mongoli si sarebbero trovati in un territorio inadatto alla cavalleria non tanto perché montuoso (buona parte dell‚impero mongolo lo era), quanto piuttosto perché paludoso, o allagabile, o altrimenti coperto di boschi fitti, e costellato di fortificazioni pesanti con una densità che non aveva corrispettivi in Asia.
E si sarebbe trattato di un territorio ostile con una popolazione di molto superiore, di fatto incontrollabile. Ricordiamoci che le forze con cui Gengis Khan aveva invaso la Cina settentrionale erano di molto superiori, soprattutto perché potevano ricevere continuamente rinforzi dalle vicine basi strategiche, e che l‚Europa dell‚epoca secondo diverse stime aveva una popolazione paragonabile a quella della Cina intera; solo che l‚Europa aveva un potenziale militare molto superiore e radicato nel territorio.
A mio avviso, una volta che l‚invasione mongola fosse stata tanto minacciosa da obbligare gli Europei a mobilitare a fondo le proprie risorse, e soprattutto ad accettare la disciplina (cosa che le varie guerre hanno dimostrato che avveniva regolarmente ogni volta che gli eserciti rimanevano assieme per un tempo sufficientemente lungo) la superiorità tattica dei mongoli si sarebbe ridotta a ben poca cosa, e non escludo che questa avrebbe potuto essere la molla che avrebbe portatato a formazioni statali forti con uno o due secoli di anticipo, anziché essere quella che indeboliva l‚Europa di fronte all‚Islam (l‚Islam all‚epoca era già difficilmente capace di grandi espansioni, con la sola eccezione degli Ottomani, di cultura fin troppo bizantina).