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UN UOMO CON LE IDEE CHIARE

José Millán-Astray Terreros (1879 - 1954)

nicola zotti

Guardate bene questa fotografia di José Millán-Astray Terreros. Più sotto c'è la stessa fotografia con qualche piccola aggiunta, ma per il momento vorrei che la guardaste così com'è.

Millán-Astray è il fondatore della Legione straniera spagnola, il "Tercio".

Probabilmente anche solo per questo meriterebbe un ritratto in questa galleria di documenti.

Ma c'è qualcosa che mi ha personalmente colpito ancora di più.

Non sono le sue opinioni politiche, molto lontane dalle mie e neppure le sue gesta, che come vedremo sono comunque notevoli.

José Millán-Astray Terreros

Ciò che riesce in qualche modo ad impressionarmi in Millán-Astray è la chiarezza con la quale sapeva quello che voleva: e questa è una virtù che aiuta nella vita, lasciatevelo dire da uno che invece ancora non lo ha capito.

Millán-Astray voleva morire. E ci provò con pervicacia e insistenza, riuscendoci, alla fine, anche se non nel modo che avrebbe desiderato. Questo desiderio era riassunto nel suo motto "Viva la muerte!" che più di un grido di battaglia era una vera e propria concezione dell'esistenza.

A 17 anni conobbe il battesimo del fuoco, servendo nella campagna delle Filippine del 1896-'97 e quindi intraprese una carriera, non particolarmente rapida, che nel 1912 lo portò nelle enclavi del Marocco spagnolo al comando di truppe native, i cosiddetti "regulares".

La Spagna aveva appena stabilito un protettorato sulle impervie montagne della costa nord dell'Africa, incontrando l'accanita resistenza delle "kabyle" (tribù) degli Yebala, dei Gomara e di quelle delle montagne del Rif.

Per 9 anni
Millán Astray fu impegnato in questa opera di "pacificazione" e si convinse che per portarla a termine serviva qualcosa di meglio che un esercito di riservisti e coscritti.

Davanti a lui stava il fulgido esempio della Legione straniera francese e a quello si ispirò, riuscendo a far approvare dal governo spagnolo il 4 settembre 1920 la costituzione di tre "bandera" (battaglioni), del "Tercio de Extranjeros". Venne nominato Tenente Colonnello e posto al comando.

In una vittoria come questa c'era anche per
Millán Astray una piccola sconfitta: avrebbe preferito il titolo di "Legión", anziché "Tercio", il nome degli invincibili reggimenti della Spagna rinascimentale.

E
"Legión" continuò pervicacemente a chiamarla, come dopo di lui ha fatto chiunque vi abbia prestato servizio.

Tra questi anche Francisco Franco Bahamonde, futuro dittatore di Spagna, che a 27 anni, chiamato da Millán-Astray
, diventò il secondo in comando della neonata Legión, rinunciando per questo anche all'imminente matrimonio con la fidanzata Carmen Polo Martínes-Valdés.

Il 17 settembre 1922 Millán-Astray stava esaminando la situazione sulla linea avanzata del fronte proprio con Franco, quando la sua massima aspirazione fu per la prima volta delusa.


Una pallottola lo colpì al petto sopra il cuore, buttandolo a terra. «Mi hanno ucciso!» esclamò rimettendosi in piedi e scoprendo la ferita sanguinante. «Viva la Spagna! viva il re! viva la Legión!»: sarebbero state delle ottime ultime parole, ma sopravvisse.

Il 10 gennaio 1922, ritornato al fronte da giusto 2 mesi ci provò ancora. Guidando le sue truppe in una ritirata venne colpito alla gamba destra. Non ancora pienamente recuperato dalla prima ferita dovette essere evacuato.

Poco più di un mese dopo Millán-Astray era nuovamente al comando delle sue truppe. Lo attendevano mesi di feroci combattimenti e cocenti delusioni: nemmeno una ferita di striscio e per di più gli venne revocato il comando della
Legión per faide interne tra i militari e i politici. Al suo posto il 13 novembre venne nominato il 41enne Tenente Colonnello Rafael de Valenzuela Urzais e Millán-Astray fu dirottato al comando di un'unità dell'esercito.

Ironia della sorte volle che de Valenzuela il 5 giugno del 1923, guidando i suoi uomini in una carica alla baionetta al grido di "legionari al combattimento! legionari alla morte!", fosse colpito in pieno petto morendo sul campo assieme ad altri 185 legionari.

Una specie di schiaffo per Millán-Astray
che comunque non perse occasione per riprovarci.

Tre giorni dopo la morte di Valenzuela Francisco Franco (trentenne) fu promosso Tenente Colonnello e messo al comando della Legión:
rapidamente diventò Colonnello e all'età di 33 anni, il 3 febbraio 1926 divenne il più giovane Generale di Brigata d'Europa e dovette lasciare la guida della Legión.

Era il via libera per Millán-Astray che, finalmente anche promosso Colonnello (a 46 anni), potè tornare a comandare la sua creatura .

Il 10 febbraio 1925 avvenne
materialmente il passaggio di consegne: per inciso devo ricordare che 5 giorni dopo la promozione a Colonnello ovvero il 26 ottobre 1924, Millán-Astray era stato coinvolto in uno scontro a fuoco mentre si recava ad assumere il comando di una colonna e colpito al braccio sinistro: inutili furono i tentativi di salvarglielo dalla cancrena e il braccio venne amputato.

Comunque, anche senza un braccio, come detto sopra, il 10 febbraio 1926 Millán-Astray felice approdò a Melilla per tornare alla Legión. Giusto in tempo per partecipare alla grande offensiva congiunta che nella primavera avrebbe visto impegnati 140.000 spagnoli e 325.000 francesi contro i ribelli del Rif.

Il 4 marzo del 1926
la 4a Bandera aveva catturato un'importante altura e Millán-Astray stava emanando ordini per approntarla a difesa quando una pallottola lo colpì al volto distruggendogli l'occhio destro, fracassandogli la mascella e uscendo dalla guancia sinistra.

Nonostante tutto trovò la forza di gridare "Viva la Spagna! viva la Legión" prima di essere trasportato all'ospedale da campo.

A questo punto avrete probabilmente perso il conto (ecco l'immagine annunciata), per cui è utile un riepilogo.


Il 28 luglio del 1926 Millán-Astray era nuovamente al comando della Legión. Vi rimase per meno di un anno. Dopo aver sostenuto personalmente 62 scontri a fuoco, venne infine promosso Generale di Brigata e dovette definitivamente abbandonare la Legión.

Negli anni successivi sostenne attivamente Franco mettendo a sua disposizione il proprio carisma, passione e la sua capacità dialettica che derivavano da una famiglia di poeti. Suo padre e sua sorella, infatti, coltivarono con successo le lettere, attitudine profonda anche in José Millán-Astray.

Fu anche sostenitore del nazismo e si impegnò a favore del reclutamento di volontari per la "División Azul" che avrebbe combattuto in Russia come 250ma Divisione di Fanteria della Wehrmacht.

Morì per un colpo al cuore nel 1954: un colpo apopletico qualsiasi, però, non di arma...


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