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ALLA CARICA CONTRO UN MITO...

Come e perché nascono i miti

nicola zotti


Il 1 settembre 1939 i tedeschi varcarono il confine polacco in Pomerania, sorprendendo (non solo in questo settore del fronte...) le guardie di frontiera e altre unità avanzate che si trovarono subito in difficoltà e impossibilitate ad un ripiegamento sulle posizioni di seconda linea.

Venne incaricato di facilitare il ripiegamento di queste truppe il 18o reggimento ulani "Pomorskich" (della Pomerania), comandato dal colonnello Kazimierz Mastalerz.

Spingendosi verso la frontiera, alcuni elementi del reggimento scoprirono un'unità di fanteria tedesca (circa 800 uomini) appartenente al 76o reggimento della 20a divisione motorizzata al comando del luogotenente generale Mauritz von Wiktorin, nascosta in un bosco nei pressi del villaggio di Krojanty.

La 20a divisione motorizzata costituiva il fianco sinistro del 19o corpo corazzato di Heinz Guderian.

Il colonnello Mastalerz, vista l'opportunità di cogliere di sorpresa i tedeschi, ordinò una carica immediata, che ebbe l'effetto sperato: l'unità tedesca fu dispersa e messa in fuga, tanto che il luogotenente generale von Wiktorin considerò l'ipotesi di una ritirata tattica.

Solo l'intervento di Heinz Guderian in persona alla testa di numerosi carri armati, permise di raddrizzare la situazione: ma ci volle del tempo perché le forze tedesche si riorganizzassero e i polacchi riuscirono a sfuggire dalla sacca in cui erano rinchiusi.

Le perdite polacche erano comunque state rilevanti (circa 30 uomini sui 250 impiegati) e la zona era insanguinata dai cadaveri di uomini e cavalli (tra i quali anche quello del colonnello Mastalerz). Così quando due giornalisti italiani (uno dei quali era Indro Montanelli) raggiunsero la zona, testimoniarono che la cavalleria polacca, con incoscienza, aveva caricato i carri armati con sciabole e lance.

Forse fu lo stesso Guderian a "imboccare" i giornalisti italiani, perché anche nelle sue memorie è contenuto un accenno a questa "particolare" versione dell'episodio.

In realtà, infatti, i carri armati erano arrivati solo a battaglia conclusa e anzi gli ulani del 18o si erano allontanati proprio per evitare di scontrarsi con loro.

In nessuna delle 16 cariche della cavalleria polacca compiute durante l'invasione della Polonia questa si scontrò contro unità di mezzi corazzati, e il mito dei polacchi "incoscienti" venne poi diffuso ad arte dai tedeschi e dai russi: i primi perché intendevano sottolineare il proprio strapotere tecnologico che aveva la meglio sul coraggio primitivo dei polacchi, i secondi perché volevano stigmatizzare l'inettitudine della classe dirigente polacca che aveva mandato ad un inutile sacrificio i suoi soldati.