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L'EUROPA CAMBIATA DA UNA BATTAGLIA

Bouvines: la più importante battaglia del Medioevo


nicola zotti


I tre principali protagonisti della battaglia di Bouvines probabilmente non erano in grado di comprendere quale sarebbe stata la portata di quel fatto d'armi.

Filippo Augusto, il sovrano francese, alla vigilia dei suoi cinquanta anni e dopo 34 anni di regno, con la battaglia di Bouvines metteva a rischio il futuro della Francia. La sua sconfitta avrebbe infatti comportato conseguenze pesantissime: la perdita delle recenti conquiste Angiovine e Normanne a vantaggio di Giovanni Senzaterra, i conti delle Fiandre avrebbero riguadagnato l'indipendenza dalla Francia, e l'imperatore Ottone IV avrebbe conservato i propri possedimenti Lotaringi. Si dovranno attendere più di tre secoli e l'imperatore Carlo V perché la Francia si trovi nuovamente ad affrontare un pericolo paragonabile.

Giovanni Senzaterra, sconfitto in più occasioni sul suolo francese da Filippo Augusto, cercava una rivincita che gli permettesse di riconquistare i territori perduti, neutralizzando così anche l'insoddisfazione dei suoi Baroni. In Francia essi avevano i propri feudi di origine, che amavano frequentare più di quelli inglesi, e francese era la loro cultura e la loro lingua. La sconfitta a Bouvines è stata quindi vista dagli storici come un momento fondamentale per la nascita della nazione inglese: questo al di là della Magna Carta, primo esempio di "costituzione" tesa a circoscrivere il potere di un re.

L'imperatore Ottone IV, scomunicato nel 1210 per i suoi dissidi con papa Innocenzo III, si schierò al fianco di Giovanni Senzaterra per l'allenaza tra Filippo Augusto e Federico II di Svevia, re di Sicilia e suo avversario per la supremazia imperiale. La condotta di Ottone, non fu sufficientemente energica e autorevole e il suo contributo di uomini alla coalizione troppo scarso per conferirgli sufficiente voce in capitolo. La sua esclusione dalla Chiesa è sottolineata dai contemporanei ricordando come il suo stendardo di battaglia mostrasse un paganeggiante drago sormontato da un'aquila dorata.

Ma una quarta figura spicca nella battaglia. Tra le personalità preminenti dell'esercito francese nelle cronache dell'epoca della battaglia di Bouvines, spicca il cavaliere dell'Ordine degli Ospitalieri Guerin de Senlis.

La sua figura emerge con tale forza nei resoconti dei contemporanei da lasciar supporre agli storici che, nonostante l'indiscussa centralità della figura del re Filippo Augusto, il comando effettivo delle operazioni militari sul campo fosse in realtà nelle mani del monaco-guerriero.

È lui che convince il re ad accettare lo scontro secondo il cronachista Anonimo di Bethune, ed è sempre lui, nel resoconto di Guglielmo il Bretone, a sventare l'attacco di sorpresa delle forze coalizzate nemiche guidando con grande abilità la retroguardia francese.

Energia e tempismo, ma anche tecnica militare raffinatissima che molto probabilmente Guerin aveva mutuato dai cavalieri Templari. Nei decenni precedenti, infatti, l'Ordine Templare aveva formalizzato nei propri statuti le più efficaci tattiche di cavalleria dell'epoca medioevale, molte delle quali rimarranno inalterate nei secoli.

Secondo quei principi, Guerin organizzò le truppe sotto il suo comando in squadroni che, adattandosi alla situazione, furono basati sui vari contingenti feudali. Quindi li impiegò a scaglioni, e non in un'unica massa compatta, per una migliore economia delle forze. Infine utilizzò i Sergenti mercenari, armati più alla leggera dei cavalieri, per spezzare la compattezza e l'ordine della fomazione nemica.

Anche in virtù di queste innovazioni tattiche, Bouvines inaugurò il secolo della Cavalleria e come tale venne percepita e celebrata dal mondo Medioevale: il Duecento affermava la supremazia culturale e morale, e non più solo militare, del cavaliere nobile.

Un'egemonia nata sulla forza aveva ottenuto la legittimazione di un inequivocabile "giudizio di Dio" che aveva premiato in Filippo Augusto e nei suoi uomini virtù per la prima volta individuate come specificamente "cavalleresche": onore, lealtà, coraggio, fede in Dio. Valori che travalicheranno il Medioevo per giungere inalterati fino a noi.



È in qualche misura straordinario, però, che Bouvines contenga anche un messaggio tattico diverso, che verrà raccolto nel secolo successivo: i picchieri Fiamminghi, infatti, dimostrano una solidità e una forza insospettabili che esprimeranno compiutamente a Courtrai e che segnerà la fine dell'egemonia politica e sociale della cavalleria.

La vittoria di Bouvines cambiò l'Europa per sempre.

La Francia raggiunse un'unità politica dalle Fiandre all'Atlantico, che gli eredi di Filippo Augusto seppero consolidare nel tempo. Un processo irreversibile, come dimostrò più di un secolo dopo il fallimento della rivincita inglese che prese il nome di Guerra dei Cent'anni: nonostante i numerosi successi delle armi inglesi, e la lunghezza e l'ampiezza del conflitto, pevalse in ultimo la solidità nazionale francese.

Tornato in Germania sconfitto e umiliato, l'imperatore Ottone IV perse la supremazia sui tedeschi, che già nel 1215 riconobbero come proprio re Federico II, destinato anche a raggiungere il trono imperiale. Figura chiave nella storia del Medioevo, Federico II, "stupor Mundi", anticipò in Europa e particolarmente in Italia il lievito umanista che fiorì poi nel Rinascimento.

In Inghilterra, infine, la sconfitta "indiretta" di Bouvines indebolì inesorabilmente Giovanni Senzaterra. L'ira dei Baroni per la perdita dei loro feudi francesi, si concretizzò in aperta rivolta, che sfociò addirittura nell'offerta del trono inglese a Luigi, figlio di Filippo Augusto: una minaccia che Giovanni sventò accordando loro la Magna Carta, antenata delle moderne costituzioni. Recise per sempre le originarie radici francesi, i Baroni subirono una "inglesizzazione" forzata che creò una nazione, una lingua e una cultura: e la stessa Magna Carta fu uno degli ultimi documenti ufficiali in Inghilterra ad essere redatto in francese.