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IL FUTURO DELL'ALLEANZA ATLANTICA

La Nato: leggera, anoressica o bulimica?

nicola zotti


Dalla fine della Guerra Fredda, l'Alleanza Atlantica è entrata in una crisi profonda che pare giunta al suo culmine.

Ormai sembra inevitabile la rinuncia alla realizzazione della Forza di reazione rapida: 25.000 uomini mobilitati permanentemente per intervenire con tempestività nei vari scenari di crisi internazionale e anche in funzione antiterrorismo.

Gli stati membri hanno finito uomini e risorse, in particolare gli europei: semplicemente non ce ne sono più disponibili da destinare ad alcunché, al di là dell'impegno comune di destinare il 2% del Pil alle spese militari (che noi Italiani non raggiungiamo, per altro).

Le nazioni dell'Unione europea hanno inenarrabili difficoltà a mettere assieme 3.000 uomini per intervenire in Darfur, impossibile pensare che riescano a contribuire alla Forza di intervento rapido, così come, in prospettiva, a realizzare gli "eurobattaglioni".

La Nato, a questo punto, più che una struttura dinamica e di rapido intervento, "leggera" come scrivono i commentatori sui giornali, è diventata anoressica, gracile e incapace di assolvere una funzione qualsiasi.

Un peso morto per gli Stati Uniti, che ormai ipotizzano di farne a meno, progettando la "Future Force", con la quale cercano evidentemente di attutire gli effetti negativi della crisi dell'Alleanza.

Gli alleati tradizionali degli Stati Uniti conoscono sempre maggiori difficoltà di bilancio e di immagine quando devono affrontare il capitolo militare, una voce che, per quanto riguarda gli europei, al di là degli annunci retorici e ad effetto, non rientra nelle agende politiche di nessuno dei maggiori azionisti della Comunità.

Ovviamente questo ha un prezzo politico, che l'Europa, però, si accinge a pagare senza troppi drammi: gli stati membri che hanno ambizioni politiche (anche piccolissime, come ad esempio la Francia) le tuteleranno in piena autonomia, gli altri faranno solo atto di presenza aullo scenario internazionale.

Per questo motivo, ad esempio, la Russia non ha troppo da preoccuparsi e da mostrare i muscoli per l'ingresso dei paesi dell'ex Patto di Varsavia nella Nato: nessuno (tranne ovviamente i Russi stessi) poteva immaginare che le loro FFAA fossero ridotte così male, tanto da portare un contributo assolutamente risibile all'Alleanza e anzi da aggravarne la crisi piuttosto che risolverla: in questo caso rivelando una tragica e autodistruttiva bulimia.

Credo al contrario che i Russi approfitteranno di questa "esposizione a Est".

Ve li immaginate gli Europei che muoiono per Narva, invasa a causa del delirio panrusso degli oligarchi del Cremlino? Ve lo immaginate un Presidente americano che schiera in quella città estone, ma russofona, i propri soldati come ostaggi sacrificali per impedirne l'invasione e auto-costringersi così ad una guerra mondiale?

La Nato non esiste più.

Nel lungo periodo mi aspetto una vera e propria rivoluzione nelle alleanze: non più grandi trattati, ma pochi e significativi accordi bilaterali, anche limitati nel tempo, tra gli Stati Uniti e chi ha qualcosa da portare in dote.

Tra qualche lustro, se la diplomazia americana saprà lavorare bene e accudirà alleati di teatro (ovvero che agiscono in un preciso contesto geografico) affidabili e sufficientemente popolosi da contribuire alle esigenze delle crisi internazionali (nazioni come il Brasile, l'Egitto, la Tailandia, ad esempio), la Nato sarà diventata inutile e potrà essere sciolta.