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GUSTAVO ADOLFO DI SVEZIA

Il Leone del Nord

Nicola Zotti


Gustavo Adolfo di Svezia è uno tra i maggiori geni dell'arte militare.

Poco noto a noi italiani perchè i suoi successi maggiori appartengono ad una guerra che ha toccato solo marginalmente il nostro territorio e che è quanto mai lontana dalla nostra cultura: la Guerra dei Trent’anni (1618-1648).

Gustavo Adolfo fu un eccezionale innovatore: rivoluzionò le armi e la tattica del periodo e fu anche un ottimo stratega.

Insomma fu uno tra i comandanti più completi della storia militare.
Riarmò la sua fanteria, rendendo le picche più maneggevoli e rinforzò con lunghe e solide bandelle laterali le punte affinchè le sciabole di cavalleria non potessero tranciarle.


Gustavo Adolfo di Svezia


Alleggerì il moschetto dimezzandone in pratica il peso. Adottò, se non inventò addirittura, la cartuccia a carica fissa e con palla annessa. In questo modo non solo veniva reso più spedito il tiro, ma veniva anche ad esso conferita un'uniformità balistica prima sconosciuta. In questo modo le truppe svedesi riuscivano a sparare il doppio più veloce degli avversari.

Gustavo Adolfo fu anche il padre della moderna artiglieria, innovandola tecnologicamente e introducendo il concetto di fuoco mobile di massa, mai praticato prima. Diminuì peso e ingombro delle artiglierie, riducendone e razionalizzandone i calibri ai soli 24, 12 e 3 once -- i leggerissimi cannoni reggimentali --, facilitando enormemente i problemi logistici. L'artiglieria diventò definitivamente il mezzo di distruzione principe sul campo di battaglia, decisivo per il suo esito finale.

Nella tattica rielaborò in modo originale i precetti di Maurizio di Nassau. Trovò in pratica il modo migliore per realizzare la tattica delle armi combinate nell'epoca della picca e del moschetto. L'alta cadenza di tiro dei suoi moschettieri e soprattutto l'invenzione della salva di fucileria, mediante la quale la linea di moschettieri scaricava contemporaneamente i suoi colpi sul bersaglio, provocava nei nemici non solo perdite ma anche una pericolosa disorganizzazione.

Definita in inglese "Salvo-", "Salvee-" o "Volley-" Fire, è una tecnica di fuoco mediante la quale un'intera unità scarica contemporaneamente sul nemico il fuoco delle sue armi.

Gli svedesi di Gustavo Adolfo praticarono per primi la salva di fucileria serrando i sei ranghi di fanteria e facendoli diventare tre. Il primo si inginocchiava, il terzo puntava il fucile nei varchi del secondo e quindi, all'ordine, tutta la formazione sparava contemporaneamente.

Questo aveva effetti pratici considerevoli: innanzitutto va ricordato che fino all'adozione della cordite (1892) i campi di battaglia erano oscurati dopo pochi minuti di fuoco dal fumo della polvere da sparo: la salva dava modo a questo fumo di diradarsi almeno un poco tra un colpo e l'altro, consentendo una migliore visibilità al tiro successivo.

Inoltre i moschetti non erano affatto precisi: si diceva che se si veniva presi di mira da un archibugio oltre i 150 metri si era al sicuro come in una cattedrale.

Si danneggiava seriamente il nemico, anche solo per il calcolo delle probabilità, sparandogli a breve distanza, meglio sotto i cento metri, e con un tiro coordinato di unità, o l'effetto sul nemico era praticamente nullo.

L’effetto morale, le perdite e il disordine causato dalla salva di fucileria fermava l’avversario. I picchieri ne approfittavano precipitadosi su di esso con le picche abbassate. Anche se il loro attacco non sfondava, i moschettieri avevano il tempo di ricaricare per sparare una nuova salva di copertura e di preparazione per un nuovo attacco dei picchieri, e così via, colpo dopo colpo, fino alla disintegrazione dell’avversario.

La cooperazione tra moschettieri e picchieri, in unità miste, aveva due secoli di vita, ma Gustavo Adolfo la perfezionò con lo schieramento a diamante o a T, con il quale si costruivano veri e propri corridoi di fuoco, protetti da formazioni di picchieri, che incrociavano il tiro contro il nemico da più direzioni.

Enorme fu anche la rivoluzione nella cavalleria che abbandonò il "caracollo" -- manovra con la quale i cavalieri si avvicendavano facendo fuoco con le pistole -- per reintrodurre la carica a briglia sciolta: un'innovazione che sconvolse i campi di battaglia, riportando in auge le unità a cavallo.

Gustavo Adolfo aveva potuto valutare di persona l’efficacia della cavalleria polacca, che non aveva mai abbandonato la tradizione della carica di cavalleria anche con la lancia, anche dopo che la picca e l’archibugio avevano consigliato la più prudente tattica del caracollo.

Gustavo Adolfo rivalutò l’importanza dell’urto di cavalleria e per sopperire alla sua mancanza di potenziale di fuoco (i cavalieri dovevano scaricare le pistole mentre caricavano il nemico per impugnare la sciabola), faceva accompagnare gli squadroni da speciali distaccamenti di moschettieri.

La diminuzione di manovrabilità della cavalleria che ne conseguiva, veniva compensata dalle salve di ammorbidimento dei moschettieri.

Sul campo di battaglia il sistema di armi combinate così realizzato massimizzava i punti di forza di ciascun tipo di truppa compensandone i difetti e ottimizzando la sinergia complessiva del dispositivo bellico.

Un meccanismo veramente ammirevole, mediante il quale gli svedesi potevano affrontare e vincere nemici molto superiori di numero ed anche in vantaggio strategico.

Gustavo Adolfo è un precursore della guerra moderna: egli, infatti, inventa la tattica lineare, rimasta praticamente invariata fino alla Prima Guerra Mondiale: ma anche oggi, nell'era atomica, le intuizioni di Gustavo Adolfo sono perennemente fissate nell'arte militare.

Forse fu un po' meno abile come stratega: ma comunque rimane un grande.

Fu grande anche nella sfortuna: morì, infatti, colpito per errore dalle sue stesse truppe nella battaglia di Lützen nel 1632: precursore anche del "friendly fire".