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ANCORA SU BARTOLOMEO BERTOLINI

Bartolomeo Bertolini: un approfondimento (1766-1871)

nicola zotti


Alcuni mesi fa il lettore Cesare mi aveva inviato una mail segnalandomi un monumento funebre del cimitero di Trieste dedicato al cav. Bartolomeo Bertolini.

Mi ero ripromesso, con l'aiuto dei lettori, di approfondire la conoscenza di questo testimone e protagonista dell'epopea napoleonica e ho da proporvi qualche primo risultato.

Riccardo Rizzante, animatore del sito Porta di Ferro (che si occupa di scherma) ci fa sapere che:

«Jacopo Gelli, nella sua "Bibliografia Generale della Scherma" (1895), riporta a proposito di Bartolomeo Bertolini:
a Bologna, il B., nel 1863, alla veneranda età di anni 97, diede una pubblica accademia di scherma il giorno 23 agosto, nalla sala dell'antico Palazzo Pepoli.
Aggiunge inoltre che "il Bertolini ha creato moltissimi e forti tiratori di sciabola" (cit.).

All'attivo, il B. ha due pubblicazioni principali:

"TRATTATO DI SCIABOLA DI BARTOLOMEO BERTOLINI di Trento, cavaliere della Legion d'Onore dedicato a S.E. il conte Ettore Lucchesi-Palli-Pigatelli d'Aragona, dei principi di Campo Franco, e Duchi della Grazia", TRIESTE, 1842.

"TEORIE SULLA SCIABOLA per una scuola di contro-punta di genere misto di Bartolomeo Bertolini ecc. ecc.", FERRARA, 1856.

E poi ne ho identificata una terza:
" TRATTATO DI CONTRAPUNTA DI BARTOLOMEO BERTOLINI DI TRENTO", Trieste, 1844.

NB: "scherma di contro-punta", o contropunta, o contre-point è una delle definizioni sotto le quali viene appellata la scherma di sciabola, soprattutto nella prima metà del XIX secolo. Poi la si chiamerà genericamente scherma di sciabola. A livello storico-bibliografico, mi sento di affermare essere questa una visione della materia che nasce in Francia.»

Per mio conto, sono andato a ricercare i libri di Bertolini e gli articoli che parlavano di lui partendo da quello di Arduino Berlam, intitolato "Il veterano napoleonico cav. Bartolomeo Bertolini scrittore di memorie e maestro di scherma", pp. 269-277. In «Archeografo Triestino», 1913 - III SERIE - VOL. VII (= XXXV), articolo N. 640.

In questo articolo scopriamo che il monumento funebre venne reso perenne dal Comune di Trieste su richiesta di un comitato promotore formato da allievi ed estimatori di Bertolini il 31 maggio 1912: la vedova di Bertolini era infatti indigente e le ceneri sarebbero state di lì a poco disperse.

Nello suo scritto Arduino Berlam ricorda la "marziale figura del Bertolini, alto, asciutto, dai candidi capelli e dai candidi baffi da vero 'grognard', istruttore di scherma ricercato dai giovanotti eleganti della prima metà del secolo scorso, che accorrevano a lui non solo per apprendere il maneggio della spada, ma anche, e forse di più, per ascoltare dalla voce di un testimonio oculare racconti ed aneddoti di persone e di fatti che avevano del soprannaturale".

Bertolini raccolse poi le sue memorie in almeno quattro libri, due dei quali ho avuto tra le mani e letto proprio con l'animo di chi stava facendo un'esperienza soprannaturale.

Berlam prosegue riportando lo stato di servizio di Bertolini che si arruolò volontario nell'esercito rivoluzionario francese nel 1791 (la prima leva di massa della Francia rivoluzionaria) partendo dalla natia Trento ed entrando nelle guide del governo a Parigi. L'anno successivo queste vennero sciolte e formarono "Les Chevaliers d'Arpajones", che l'anno successivo ancora diventeranno il 19 Régiment de Dragons. Bertolini seguì tutti questi passaggi.

Dal 1791 al '93 l'unità venne impiegata per la protezione dell'ordine pubblico e Bertolini subì tre ferite. Nel 1794-'95 il reggimento era aggregato all'Armata d'Anjou
(una ferita); quindi nel 1796 in quella del Reno (una ferita).

Dal 1797 al 1798 il reggimento partecipò alla repressione dei moti vandeani, durante i quali Bertolini ebbe modo di distinguersi "par des preuves de courage et de bravoure militaires".

Nel maggio del '98 Bertolini si arruolò volontario per la spedizione in Egitto, evidentemente attratto dalla fama di Napoleone, e nel '99, nuovamente ferito, fece ritorno in Francia per entrare nell'Armata dei Grigioni, agli ordini del maresciallo Macdonald. Nel 1800 lo troviamo ancora in Francia negli accantonamenti di La Rochelle.

Vi si trattenne per poco: nel 1801 si arruolò volontario per la spedizione americana e vi rimase fino al 1803.

Nel viaggio di ritorno in Francia fu coinvolto in una battaglia navale contro gli inglesi e vi subì quattro ferite.

Nel 1805 fu ancora agli ordini di Napoleone, arruolandosi nell'armata del Reno e combattendo ad Austerlitz, e nel 1806 partecipò alla campagna contro la Prussia, durante la quale al comando di un distaccamento di 24 uomini catturò una batteria di artiglieria prussiana.

Nel 1807 si congedò dal 19mo Dragoni per entrare nella compagnia d'artiglieria a cavallo della Guardia Reale: nell'esercito del Regno d'Italia combatté nel 1809 a Wagram.

Nel 1810 lo ritroviamo di nuovo in cavalleria in Catalogna dove rimase fino alla fine del 1811.

Bertolini non poteva mancare alla campagna di Russia del 1812: quarantaseienne partì con la guardia reale e combatté alla battaglia di Borodino (o della Moskowa), subito dopo la quale venne preso prigioniero, riuscendo però a fuggire dopo tre settimane di detenzione (e con tre ferite) per riunirsi al IV corpo d'armata. Qui venne ricevuto da Napoleone che voleva conoscere le circostanze dell'evasione.

Bertolini, alla soglia dei 50 anni, infine partecipò alla battaglia di Waterloo nella divisione di cavalleria di Pajol.

L'Enciclopedia MIlitare riporta una breve voce dedicata a Bertolini:

«Bertolini (Bartolomeo). Ufficiale e scrittore trentino (1782-1871). Entrò a vent'anni nell'esercito francese; nel 1812 partecipò alla spedizione di Russia. Durante le sue campagne toccò ventisette ferite. Scrisse diverse opere di crattere autobiografico., Quali: "Il veterano d'Oriente"; "La mia prigionia in Russia"; "Il valore vinto dagli elementi"; "Storia della caduta di S. Giovanni d'Acri"».

Come si vede la data di nascita è diversa e probabilmente sbagliata: se veramente fosse nato nel 1782 avrebbe avuto 9 anni quando si arruolò nell'esercito rivoluzionario francese.

Ho letto, come dicevo sopra, due libri di Bertolini, entrambi incentrati sulla campagna di Russia: "La mia prigionia in Russia" (Milano, 1863) e "Il valore vinto dagli elementi" (Milano, 1869): dal primo riporto uno scontro coi cosacchi, dal secondo un'analisi sulla campagna di Russia del 1812.

Se permettete, è cosa incredibile non solo che abbia vissuto le esperienze che narra, ma che a quell'età centenaria abbia trovato la memoria e la forza di volontà per scrivere anche libri che ne conservassero il ricordo.