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Paul Emil von Lettow-Vorbeck

nicola zotti

Le imprese di Paul Emil von Lettow-Vorbeck (1870-1964) durante la campagna di Tanga sono descritte da lui stesso nel suo libro "Campagne dell'Africa Orientale", e così le sintetizza:

"La nostra piccola banda, che al massimo comprese 300 europei e 14.000 ascari, per l'intera guerra ha detenuto una posizione di estremo vantaggio. Secondo quanto mi è stato detto da ufficiali inglesi, sono stati sul campo 137 generali, e in tutto sono stati impiegati contro di noi 300.000 uomini.

I caduti nemici non sono stati inferiori a 60.000, se la stampa inglese valuta in numero di 20.000 solo gli europei e gli indiani morti o uccisi e a questi vanno aggiunti i soldati africani caduti.


Paul Emil von Lettow-Vorbeck

Il nemico ha lasciato dietro di sé sul campo di battaglia 140.000 tra cavalli e muli. E nonostante l'enorme superiorità di forze a disposizione del nemico, la nostra piccola forza, che al momento dell'armistizio contava solo circa 1.400 fucili, ha tenuto il campo sempre pronta all'azione e sostenuta dalla più alta determinazione".

Ma più che il racconto della guerra, due altri episodi ci aiutano a capire meglio la sua figura.

Von Lettow-Vorbeck dopo la guerra venne dimenticato tanto in patria quanto nel resto d'Europa. Non aveva aderito al nazismo, nonostante le profferte di Hitler in persona.

Anzi, pare che fosse stato particolarmente esplicito nel suo rifiuto, spiegando al Füher che una sua adesione al nazismo era “anatomicamente impossibile”.

Questo vecchio orgoglioso tornò, da privato cittadino, nel secondo dopoguerra nei luoghi scenario delle sue gesta: e qui, a sua insaputa, era ad attenderlo un'accoglienza degna di un eroe: in centinaia lo salutarono cantando "Haya Safari", l’inno delle truppe indigene. In terra d'Africa non lo avevano dimenticato, ma avevano conservato vivo il suo mito.

Va considerato che le colonie tedesche erano senza dubbio le meglio organizzate e le più equilibrate, soprattutto se paragonate al razzismo spietato del vicino Congo belga. Il ricordo dei colonizzatori era migliore che altrove, ma soprattutto il ricordo di von Lettow-Vorbeck aveva un peso non indifferente: quest'uomo aveva dimostrato come i "negri" potevano battersi alla pari coi bianchi, e aveva costretto gli alleati ad armare altri "negri" per rispondere adeguatamente alla minaccia tedesca.

Questo significò molto per l'orgoglio della gente africana: e aiutò più di quanto si possa pensare la nascita dei movimenti di indipendenza.

Una cosa altrettanto eccezionale avvenne negli anni Sessanta e viene riferita da Charles Miller nel suo libro "Battle for the Bundu: The First World War in German East Africa".

Finalmente i tedeschi si decisero a saldare agli ultimi 350 ascari superstiti quanto ancora dovevano delle paghe di guerra.

Il commissariato tedesco aveva a suo tempo assegnato speciali bonifici alle truppe indigene, ma al momento del pagamento pochissimi, dopo quasi 50 anni, tra i vecchi guerrieri che si erano presentati agli ufficiali pagatori potevano mostrare quel documento.

Era necessario un espediente e fu brillantemente trovato: se volevano essere pagati, i vecchi soldati dovevano ripetere (impugnando una scopa!) la lunga serie di esercizi col fucile prescritti dagli ordinamenti del tempo.

Nessuno tra i vecchi Askari sbagliò il minimo movimento.


Un filmato dei funerali di Paul Emil von Lettow-Vorbeck.