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LA CAMPAGNA DI RIGA (1917)

la tattica di von Hutier

nicola zotti

La campagna di Riga credo possa a buon titolo rientrare tra i dieci eventi più importanti della storia dell'arte militare.

Dopo una prima breve fase in cui la Grande Guerra fu una guerra di movimento, i fronti si congelarono in una guerra di posizione, che rappresentò per i militari dell'epoca un problema tattico enorme: come fare per rompere questo blocco e ritornare alla fase di guerra di movimento?

Un' importante episodio verso la soluzione arrivò dal generale tedesco Oskar v. Hutier, comandante della VIII armata germanica del fronte orientale, quando questa venne incaricata di conquistare le fortificazioni di Riga, il 1 settembre 1917.

Oskar von Hutier

La città baltica, che aveva resistito a tre anni di attacchi furenti, cadde in 5 giorni quando von Hutier applicò gli elementi che componevano la formula per la "fluidificazione" della guerra di trincea: sorpresa, concentrazione di fuoco, infiltrazione, velocità.

In poche parole von Hutier impiegò le proprie truppe con una tattica nuova, nata con il contributo di molti ufficiali tedeschi e fino ad allora sperimentata su scala minore e con successi meno eclatanti, mostrando in modo evidente e paradossalmente logico come si poteva risolvere l'atroce dilemma al quale si erano immolati milioni e milioni di uomini fino ad allora.

Sorpresa, occultando in ogni modo l'arrivo delle riserve da impegnare nell'attacco, mentre in precedenza si curava anzi di impressionare l'avversario mettendolo a conoscenza dell'imponenza delle proprie forze.

Concentrazione di fuoco, evitando i lunghi ed estenuanti bombardamenti di soppressione del nemico che duravano giorni e giorni e sortivano in realtà scarsi effetti pratici, ma rendevano impraticabile il terreno agli attaccanti. Essi furono sostituiti da un bombardamento violento e concentrato della durata di 5 ore, di cui le prime due esclusivamente condotte con proiettili a gas, e indirizzato principalmente contro le artiglierie avversarie.

Infiltrazione, portando l'attacco di fanteria non su un fronte allargato, ma in profondità: le truppe d'assalto specializzate (le Stosstruppen) non riducevano ogni caposaldo, ma penetravanoo il più possibile nelle retrovie nemiche aggirando le posizioni troppo resistenti per essere superate di slancio ed ignorando quanto accadeva ai propri fianchi: questi erano compiti specifici di forze di seconda ondata.

Velocità, che diventava la prerogativa strategica principale, perchè il successo dipendeva essenzialmente dalla rapidità complessiva di tutto il dispositivo, tanto che il passo dell'avanzata doveva essere segnato dall'elemento più veloce e non da quello più lento, che doveva in ogni modo sforzarsi per non rimanere indietro.

Questo poi puntualmente avveniva, perchè non si era ancora all'epoca della guerra meccanizzata.

Solo la tecnologia e l'industrializzazione di venti anni dopo consentiranno all'intuizione tattica applicata da von Hutier di essere pienamente operativa.

E credo proprio che se Oskar von Hutier dal passato venisse portato su un campo di battaglia odierno, dopo qualche legittimo imbarazzo, non avrebbe alcuna difficoltà ad adattarvisi.