torna alla homepagetorna alla homepage
storia militare e cultura strategica
torna alla homepage
 
dalle discussioni
dell'area Warfare di MClink,
a cura di Nicola Zotti
 
home > storie > omosessuali e mestiere delle armi


ricognizioni
in territorio ostile


recce team

storie
strategia
tattica
what if?
vocabolario
documenti
segnalazioni
link
scrivici


quelle piccole sciabole incrociate

quelle piccole spade incrociate

Viaggi nei
campi di battaglia d'Italia
sulle carte del Tci


FORSE NON TUTTI SANNO CHE

omosessuali e mestiere delle armi

nicola zotti


il leone di Chaeronea



Negli anni Sessanta circolava una battuta tra i militari inglesi: quando qualcuno ambiva ad entrare nello MI5 gli veniva detto "se non sei omosessuale o comunista non hai speranza", ironizzando sui casi di infiltrati comunisti di tendenze omosessuali che numerosi scandali avevano portato alla luce.

Però il pregiudizio sugli omosessuali doveva cadere come già quello nei confronti delle donne, che oggi risultano essere i migliori cadetti di Sandhurst.

Un segnale della mentalità pragmatica che già troviamo in Horatio Nelson, secondo il quale "l'omosessualità aumenta l'autonomia della flotta" (come mi segnala con la consueta gentilezza e competenza Corrado "NightGaunt" Giustozzi).

Dal punto di vista legale si tratta indubbiamente di una discriminazione ingiustificabile: ma è anche una misura opportuna perché elimina la possibilità di ricattare o sottoporre a pressioni un militare, così come già avviene per i civili, solo per le sue tendenze sessuali. Voglio ricordare il caso del generale von Fritsch, un fiero oppositore di Hitler, di cui i nazisti si sbarazzarono montando contro di lui una falsa accusa di omosessualità.

L’omossessualità è sempre stata più diffusa di quanto comunemente si pensi in ambito militare. Ci sono parecchi comandanti militari noti per essere anche omosessuali: l'Achille omerico (particolare dimenticato nel film Troy), Alessandro Magno, l'imperatore Adriano, Riccardo I, il Generale Gordon, Robert Baden-Powell e T.E. Lawrence.

Abbastanza note sono le dicerie riguardo la curiosità per gli sconfinamenti verso i rapporti omosessuali di Giulio Cesare, ma certo in quel tormentato periodo della storia romana non era un caso isolato: altri due importanti protagonisti di quell'epoca non facevano mistero delle proprie scelte di vita quanto meno varie: Quinto Lutazio Catulo, che oltre che politico e militare di ottimo livello fu anche un raffinato poeta, e Lucio Cornelio Silla, che non ha bisogno di presentazioni.

Luigi di Borbone principe di Condé, noto alla storia come il grande Condé, vincitore dell'armata spagnola alla battaglia di Rocroi (18-19 maggio 1643), pare avesse assunto usi omosessuali proprio durante le sue numerose compagne e, tornato alla vita civile, disdegnò sempre la compagnia femminile preferendo quella del circolo libertino di Pomme de Pin, animato dall'abate Saint-Pavin.

Nel libertino Secolo dei lumi sono da segnalare i casi del principe Eugenio di Savoia e di Federico II di Prussia: tuttavia a sottolineare quanto tale libertinismo potesse essere più nominale che sostanziale, va specificato che già all'epoca entrambe le notizie venissroe considerate espllicitamente diffamatorie. Il che autorizza noi ad esprimere qualche dubbio in merito.

Secondo Plutarco, unica nostra fonte a riguardo, la famosa Compagnia Sacra tebana era costituita esclusivamente di 300 omosessuali, suddivisi in 150 coppie, ed era opinione comune che la sua forte coesione fosse appunto dovuta dall'essere composta di coppie di amanti: "e l'amante non abbandonava mai l'amato".

È possibile che questo sia un po' esagerato, e che il legame tra i componenti della Guardia Sacra tebana fosse più assimilabile alla "Paideia", che tra i greci faceva parte dell'apprendistato maschile e dell'iniziazione militare, perché simbolo di sottomissione ad una gerarchia o, se preferite, a una forma di "peer tutoring".

Tuttavia quando nella battaglia di Chaeronea la Compagnia Sacra tebana fu distrutta fino all'ultimo uomo dalle falangi macedoni di Filippo II, questi, di fronte al tremendo spettacolo scoppiò in lacrime ed esclamò: «Muoia di mala sorte chi pensa che costoro compirono o subirono qualcosa di cui debbano vergognarsi».

In onore della Compagnia Sacra venne eretto sul luogo della battaglia un monumento marmoreo raffigurante un leone e recenti ricerche archeologiche hanno rinvenuto nei pressi una tomba comune con 254 scheletri disposti su sette file.

Nell'antichità l'omosessualità non era tollerata in due soli casi: se uno dei due non era consenziente (in particolare tra i romani) e se un adulto si prostituiva. In quest'ultimo caso tra i greci si perdeva addirittura la nazionalità: si sosteneva, infatti, che un adulto che vende il proprio corpo può vedere anche il proprio Paese.

I samurai giapponesi avevano un istituto analogo alla Paideia greca chiamato "Shudo", ovvero Via della promiscuità o dell’amicizia maschile (ci sono due diverse interpretazioni) e secondo la massima 120 dell’Hagakure, il codice del samurai di Yamamoto Tsunetomo, "un giovane che manchi di un compagno che funga da fratello maggiore, in senso omosessuale, è come una donna senza marito".

Nell’antichità, ognuno poteva disporre liberamente del proprio corpo e non ci sono codici militari antichi che proibiscano le pratiche omosessuali tra consenzienti: quello che viene vietato - anche Scipione Africano si impegnò in questo senso - è l'abuso di un non consenziente.

In realtà gli omosessuali non venivano affatto penalizzati nel servizio militare: almeno non più di quanto non avvenisse nella vita civile. Se la cultura e la morale corrente tolleravano l'omosessualità, era tutto lecito, altrimenti potevano sorgere problemi.

I persiani tolleravano l'omosessualità, così i celti, che erano di costumi abbastanza licenziosi e le comunità di pirati, che nei lunghi viaggi per mare di donne ne incontravano poche.

Era praticata anche tra i Giannizzeri turchi: con tutto che erano di religione mussulmana. Perché il Corano tollera l'omosessualità quando è praticata tra un adulto e un giovane consenziente.

I germani invece disprezzavano l'omosessualità: ad esempio era loro uso cavalcare a pelo e caricavano impetuosamente tutti coloro che invece usavano la sella perché li consideravano effemminati.

Dunque, se la società viveva sotto una legge morale anti-omosessuale, come quella giudaico-cristiana, l'omosessualità era punita e costretta alla clandestinità, altrimenti non c'erano discriminazioni.

D'altra parte in tutte le comunità militari chiuse, come in tutti i luoghi dove c'è una alta densità di uomini e nessuna presenza femminile, c'è stata sempre omosessualità: c'era nelle accademie militari prussiane di Federico II come tra le comunità guerriere degli indiani nord americani.

Molto spesso, poi, la mentalità sessuofobica dei militari più bigotti faceva il resto, allontanando le "vivandiere" dal seguito dell'esercito.

Anche con le vivandiere, però, potevano capitare i casi come quello della signora Nash, lavandaia del 7mo Cavalleggeri a Fort Meade, proprio sotto il generale Custer. Quando nel 1878, dopo 10 anni di servizio, morì, in assenza dell'ultimo dei suoi numerosi "mariti", la spoglia venne composta da altre donne del campo.

Con una certa sorpresa scoprirono che la signora Nash era un uomo. Il suo ultimo "marito", ridicolizzato dai commilitoni, si sparò per la vergogna.