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UNA INTRODUZIONE

I trattati militari dell'antica Grecia: 1) il contesto storico-culturale.

nicola zotti


 

Quando si deve raccontare qualcosa che riguarda la Grecia antica una cosa è certa: non sarai preso dal "blocco del foglio bianco", perché tutto parte da Omero.

Lungi da me argomentare che l'Iliade e l'Odissea siano trattati militari, eppure sono comunque una miniera di informazioni sulle operazioni belliche in Grecia nel lasso di tempo che va dal XII all’VIII secolo, dalle quali, con un po’ di impegno interpretativo, possiamo dedurre che già allora esistessero procedure tattiche "ufficiali".

Nell'Iliade troviamo infatti dettagliate descrizioni su come veniva schierata e su come manovrava la falange, formazione naturale già dei primi opliti greci ai tempi di Omero, ovvero, secondo le opinioni più moderne, nell'VIII secolo a. C. Leggiamo dell'orgoglio dei capi per la loro abilità di organizzarne i ranghi: Nestore ad esempio schierava i suoi uomini meno affidabili in prima fila e i migliori all’ultima, in modo da avvantaggiarsi della spinta di questi e da costringere gli altri a combattere, volenti o nolenti.

Sappiamo anche che la falange conosciuta da Omero, per quanto disciplinata, era difficile da far avanzare all'attacco, cosa che, però, occasionalmente accadeva. Al contrario era molto solida e affidabile sulla difensiva.

Iliade e Odissea testimoniano che in Omero, se non nella generalità della comunità greca, era già chiaro quanto importante fosse la "partecipazione" dell'intelligenza ad ogni impresa militare, e la sua stessa supremazia sulla forza bruta: una convinzione confermata dal rapporto conflittuale tra Ares e Athena che nel mito vede sempre vincitrice quest'ultima, incarnazione della forza disciplinata e intelligente.

Il vantaggio asimmetrico per i Greci si ottiene con l'intelligenza, non con il numero: e allo stesso concetto di "forza" diventa connaturato quello della sua educazione, affinamento e preparazione alla lotta.

Deve trascorrere almeno un secolo dal probabile momento in cui Omero scrisse le sue opere per avere testimonianza di una falange diversa e più combattiva, e di un campo di battaglia in cui non trovano più posto eroi che si affrontano in duello scendendo dal loro carro.

Contemporaneamente la cultura greca si apre al ragionamento filosofico: a cavallo tra VII e VI secolo a.C., Talete e Anassimandro affrontano ragionamenti cosmologici sofisticati, proponendo ai Greci modelli di funzionamento dell'Universo capaci di influenza pervasiva in ogni evento umano: guerra compresa.

Sono anche gli anni in cui Il poeta spartano Tirteo, vissuto all'epoca della Seconda guerra Messenica, nel VII secolo, celebra un combattimento accanito con lancia e spada, scudi che si scontrano, uomini che lottano per la vita o per la morte.

Con le sue parole esprime l'approdo della Grecia ad una nuova fase della maturazione delle procedure tattiche della falange oplitica, e offre a questa il sostegno di una poesia che infiamma gli animi degli uomini e li sostiene nel drammatico momento dello scontro.

Tirteo conosce bene la falange, le sue armi, le sue passioni, le sue paure: lo dobbiamo considerare il primo dei due anelli di una catena che collega il mito con la storia.

Ci avviciniamo al più turbinoso e creativo dei secoli greci, il V.

L'anello successivo, infatti, è Erodoto, lo storico alle cui "ricerche", le "histories", dobbiamo il racconto della guerra persiana, che non è ancora un testo di storia militare, ma un primo tentativo di analizzare e raccontare i “fatti” storici (distinguendoli finalmente dai miti) e di imbastire su di essi un’analisi militare.

Scopriamo così che la guerra Persiana del 480-79 costituisce uno spartiacque nella storia militare greca. L'apice dell'arte della guerra oplitica è raggiunto, e inizia un cambiamento che si farà maturo già durante la guerra Peloponnesiaca (431-404), per diventare sempre più marcato col passare del tempo.

Naturalmente, di fronte alle centinaia di straordinarie opere letterarie che in quegli stessi anni la Grecia ha regalato al mondo, possiamo capire che i trattati militari siano passati un po' in secondo-terzo piano nell'attenzione del pubblico.

Lo scampato pericolo e il vittorioso esito della guerra Persiana alimentarono un pervasivo risveglio di sentimenti nazionali ad Atene e la lunghezza e l'intensità del conflitto Peloponnesiaco insinuarono nel cittadino greco il sospetto e poi la convinzione che la guerra fosse un affare che richieda "Techné", ovvero competenze tecniche.

Il guerriero dilettante greco non può reggere il peso delle lunghe campagne militari, delle guarnigioni in territori lontani dalla propria casa, degli assedi esasperanti, ma si deve affidare a professionisti.

Ci illustra tutti gli aspetti di questa transizione Tucidide, primo vero storico militare e primo analista strategico, capace non solo di racconti precisi e circostanziati, ma soprattutto di riflessioni brillanti e consapevoli.

Ad esempio racconta i progressi tattici della falange spartana, che si basa sull’addestramento e non più sull’incitamento morale fornito da Tirteo: le canzoni e il suono del flauto forniscono il ritmo che serve a far marciare la falange spartana ordinata e composta, e non ad esaltare lo spirito guerriero dei suoi membri.

Ci viene spiegata la profondità standard della Falange (8 uomini) e le sue variazioni sul tema, con particolarità e dettagli di cui, prima, non si era sentita la necessità e l’importanza.

Soprattutto, però, Tucidide ha ben compreso la portata e la lucidità delle manovre strategiche intraprese dai contendenti, ne riconosce i pregi e i difetti con riflessioni acute e inappuntabili.

E, infine, è anche uno storico-politico, e il contesto degli avvenimenti non è mai assente dalla sua narrazione, anzi, ne è sempre il protagonista.

Con Tucidide, così, dopo Erodoto, constatiamo una scena pronta ad accogliere ragionamenti maturi e compiuti sulla guerra, sulle sue tecniche come sulla sua conduzione, sulle sue componenti e sulla sua stessa natura.

La strada per i primi trattati militari è tracciata, anche se per incontrare le prime vere e proprie opere di questo genere dovremo aspettare il IV secolo a. C., quando i filosofi sofisti inventarono la manualistica tecnica sui più diversi soggetti.

I trattati militari greci: parte 2) le opere >>>