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" Haut les têtes, la mitraille n'est pas de la merde!"
generale Louis Lepic
8 febbraio 1807.


LA FATICA NECESSARIA

Disciplina

nicola zotti


Ares e Athena


La disciplina di Ares e quella degli uomini


Ares, dio della guerra, colleziona più sconfitte che vittorie. E invariabilmente perde contro Athena, dea della guerra.

Tra i due, lasciano intendere i miti, non c'è "partita": il primo infatti rappresenta le forze incontrollate della guerra, la seconda la guerra "disciplinata".

La forza bruta scatenata soccomberà sempre a quella che invece sa darsi un indirizzo ordinato e intelligente.

Sembrerà un paradosso, però gli uomini, nonostante siano animali "intelligenti", hanno sicuramente più simpatia verso l'indisciplina, e maggiore affinità naturale con Ares che con Athena: la violenza ha una sua sostanza ed immediatezza, che supera per comprensibilità quella del calcolo e del controllo.

La disciplina è faticosa e problematica: e spesso è confusa con l'obbedienza, meglio se cieca. In realtà questa è una verità molto parziale. Se è indubitabile, infatti, che il concetto di Disciplina sia strettamente connesso al problema del comando, sarebbe riduttivo limitarlo ad esso.

L'utilità della Disciplina ci appare intuitivamente in almeno due aspetti: innanzitutto, dato che la guerra è scontro di volontà, la Disciplina aiuta a sostenere queste volontà, mantenendole più a lungo in lizza tra loro; in secondo luogo, la Disciplina "automatizza" la trasmissione di un'essenziale componente di questa volontà, quella di origine gerarchica.

La Disciplina, quindi, entra tanto negli elementi statici della guerra, quanto in quelli dinamici, e in questo senso la guerra non potrebbe esistere senza Disciplina, proprio come non potrebbe scaturire senza un principio gerarchico di origine politica.

Che cosa sarebbe, infatti, un'ipotetica armata "indisciplinata"? nient'altro che forza senza controllo e azioni senza una traiettoria, molecole di gas casualmente a spasso per l'universo.

In sè, quindi, molto banalmente la Disciplina militare non è altro che una parte sostanziale dell'insieme di regole che definiscono un'organizzazione (militare), assieme alle persone che la compongono e gli scopi che esse si danno. E' quindi un altro aspetto della dipendenza della cultura militare dalla politica e dalla società che la esprimono.

Tuttavia, come ho anticipato, ciò rappresenta solo una parte del problema: dietro questa cortina fumogena ci sono ancora Ares e Athena che si confrontano, ma non in antitesi l'uno con l'altra, ma in modo dialettico, per sintetizzare un'idea della guerra.

E' l'impasto tra "Virtus" e "Disciplina", che deve trovare una sua calibratura e su questo le opinioni sono state diverse.

Per Omero, ad esempio, la Disciplina aveva più affinità con il coraggio e l'onore: qui sotto potete leggere come Aiace Telamonio, ad esempio, esortava i suoi alla Disciplina necessaria a difendere le navi achee dall'attacco di Ettore e dei troiani (dall'Iliade tradotta da Vincenzo Monti, versi da 15.649 a 15.655)

[...] Ma volto a' suoi
il gran Telamonìde, Amici, ei grida,
siate valenti, in cor v'entri la fiamma
della vergogna, e l'un dell'altro abbiate
tema e rispetto nella forte mischia.
De' prodi erubescenti i salvi sono
più che gli uccisi. Chi si volge in fuga,
corre all'infamia insieme ed alla morte.

Per Omero, dunque, la Disciplina è funzionale alla Virtus. La Virtus in sè, anzi, potrebbe fare a meno della Disciplina: al massimo essa aiuta a ritrovare la Virtus quando va perduta.

Di avviso opposto è Pirro, secondo il quale, invece, è la Disciplina a creare la Virtus, ne è condizione necessaria e sufficiente. Negli Stratagemmi di Frontino è riportata la raccomadazione che rivolgeva al suo reclutatore: "Sceglimeli grandi: io li farò forti", è sottinteso mediante la Disciplina.

Tucidide avrebbe sottoscritto entusiasta. Nella Guerra del Peloponneso insiste ossessivamente sull'importanza della Disciplina: scrive ad esempio "Non differisce molto l'uomo dall'uomo: ma sempre è superiore colui che è stato educato alla più rigorosa disciplina" (I, 84), e anche "[...] obbedite a ogni comando dei vostri capi: la disciplina e la solerzia siano per voi le armi migliori, con l'immediata e intelligente esecuzione di ogni ordine. Non si può assistere a una scena più nobile, più confortante di un esercito vasto, uno e concorde, disciplinato da un solo volere" (II, 11).

I romani, passati alla storia come esempio di Disciplina, avevano, invece un problema di controllo della Virtus: la Disciplina serviva a fissarne i limiti entro le coordinate volute.

Con uguale spietatezza colpivano, infatti, gli eccessi come le carenze di Virtus: e con la stessa inflessibile ferocia punivano tanto i troppo pavidi quanto i troppo coraggiosi.

Anche qui i riferimenti sono numerosi: tra i romani tanti, ad esempio, i figli indisciplinati e vincenti o indisciplinati e perdenti affidati dai padri senza distinzione e senza pietà alle cure del boia.

Questo nel passato: oggi quale senso ha la Disciplina? la questione può essere posta in termini dei dilemmi morali insiti in un meccanismo che potrebbe obbligare a fare cose che il senso morale della persona vieta. La cosa è in qualche misura irrilevante, in particolare quando l'adesione individuale alla guerra è volontaria.

I principi della guerra includono implicitamente la Disciplina nel principio dell'unità di comando. Un po' ipocritamente, va aggiunto, perché sembra voler evitare in questo modo di scendere in un dettaglio controverso.

Nello stesso articolo linkato sopra, io ho meno remore a parlare di "responsabilizzazione", che mi pare la forma di Disciplina più coerente con la modernità. Sempre che nella nostra epoca si sia ancora in grado di rappresentare un concetto di responsabilità capace di travalicare i confini della responsabilità verso se stessi per comprendere quelle di responsabilità collettiva.

La Disciplina militare è dunque sempre necessaria in guerra, ma cionondimeno la sua conformazione è il portato politico-culturale di una società, uno degli aspetti del rapporto tra politca e guerra.

Potere politico e rapporti politici sono determinanti nell'esprimere una forma storicamente individuata di Disciplina militare: un forte potere politico sostenuto da un'altrettanto forte legittimazione, esprimerà una disciplina militare altrettanto salda, mentre in caso contrario o non si avrà disciplina militare o quella che avremo sarà al massimo "autodisciplina" circoscritta a piccoli gruppi, nei quali, comunque, ritroveremo sempre una forte adesione comunitaria di origine politica.

A sostegno del potere politico. una predisposizione culturale a tollerare il duro lavoro e la pardita di libertà personale associati alla disciplina, oltre ad esprimere spirito di sacrificio di cui, ad esempio, diedero ripetute prove i Romani: una qualità "nazionale" che conferì a questo popolo una duratura superiorità militare sulle popolazioni con cui vennero in conflitto.