torna alla homepagetorna alla homepage
storia militare e cultura strategica
torna alla homepage
 
dalle discussioni
dell'area Warfare di MClink,
a cura di Nicola Zotti
 
home > tattica > ordine di battaglia di Arriano contro gli Alani: commento


ricognizioni
in territorio ostile


recce team

storie
strategia
tattica
what if?
vocabolario
documenti
segnalazioni
link
scrivici

quelle piccole sciabole incrociate

quelle piccole spade incrociate

Viaggi nei
campi di battaglia d'Italia
sulle carte del Tci


L'ORDINE DI BATTAGLIA DI ARRIANO CONTRO GLI ALANI

Ektaxis kata Alanon

commento

Nicola Zotti



L'ordine di marcia

L'armata di Arriano procede in territorio conosciuto: il dispositivo di marcia è proiettato ad agganciare il nemico, più che a non farsi sorprendere da lui.

Infatti la parte principale della cavalleria è concentrata nell'avanguardia, due sole unità sono sui fianchi e una di retroguardia. Probabilmente in situazioni di maggior incertezza la cavalleria sarebbe stata distribuita con più equilibrio.

Dopo la cavalleria sono disposte le fanterie: nell'ordine un contingente di fanti pesanti, quindi tutti gli arcieri, le catapulte, i fanti leggeri della legione, i legionari pesanti. Dopo di questi gli alleati e infine i bagagli.

Escludendo i non combattenti e gli alleati, l'ordine di marcia è praticamente opposto allo schieramento sul campo di battaglia.

Arriano non prevede di poter essere aggirato. Al contatto col nemico la cavalleria proteggerà lo schieramento della fanteria e poi ripiegherà dietro di essa.

Arriano si riferisce a se stesso nel testo chiamandosi Senofonte; un vezzo che nasconde la sua ammirazione per il mondo ellenistico dal quale proveniva.

Il suo ruolo nel corso della marcia è molto attivo: contribuisce in modo diretto allo spedito e ordinato procedere della marcia, assistito in questo da una nutrita serie di collaboratori, oltre che dalle due colonne di cavalleria sui lati e dalla retroguardia, che sembrano destinate più a questo scopo che a proteggere da eventuali sorprese.


Lo schieramento

Arriano sa dove poter intercettare gli Alani, un passaggio obbligato in collina. Un anfiteatro naturale sul quale schiera in prima linea le fanterie pesanti -- centralmente le legioni, sulle ali piccoli contingenti di fanti --, in seconda linea i tiratori appiedati, seguiti dalla cavalleria, tutta in posizione riparata.

Sulle ali, tra arcieri e cavalleria, dispone le macchine: escludendo i tiratori a cavallo (anch'essi comunque chiamati a fornire un contributo di tiro) l'ordine di schieramento è opposto alla gittata delle armi.

Il passaggio dalla formazione di marcia a quella di battaglia non è spiegato. Alcune minime incongruenze nel testo ne complicano un po' l'interpretazione: gli alleati armeni Vasace e Arbelo non sono citati nell'ordine di marcia, a meno che non si tratti degli alleati della Colchide, che invece sono citati nell'ordine di marcia e non in quello di schieramento.

Un'altra stranezza è rappresentata dalla coorte Cirenaica: la troviamo nell'ordine di marcia divisa in due parti: la componente di cavalleria è aggregata alla coorte degli Itirei, mentre la fanteria è agli ordini di Pulcro con la coorte Italica. Invece nello schieramento 100 fanti pesanti cirenaici sono con la coorte Apula, all'ala sinistra (mentre Pulcro è all'ala destra) e altri cirenaici sono citati assieme agli arcieri a piedi numidi, bosforici e itirei: forse la componente di cavalleria delle coorti cirenaica e itirea erano in effetti fanterie montate.

Il tragitto di schieramento più lungo è compiuto dalla coorte Apula che, dalla retroguardia, muove fino al fronte dell'ala sinistra.

Possiamo ipotizzare questa sequenza di schieramento in prossimità del nemico:

1) gli esploratori occupano le posizioni;
2) la cavalleria li segue schierandosi a semicerchio e iniziando a schermagliare con gli alani;
3) le fanterie si aprono a ventaglio:
3.1) le truppe al comando di Pulcher si dividono: gli italici a destra e i cirenaici a sinistra;
3.2) li seguono gli arcieri, che si schierano lungo tutto il fronte;
3.3) quando i tribuni hanno individuato l'estremo limite utile destro per lo schieramento della XV Legione, la sua prima coorte lo raggiunge e le altre la seguono in sequenza: per primi i lanciari, che guidano la colonna, seguiti dai legionari, che però prendono posizione di fronte a loro;
3.4) la XII Legione si schiera in modo simile: partendo però dal limite sinistro della XV Legione e proseguendo verso sinistra.
4) Seguono gli alleati armeni che si pongono ai fianchi delle Legioni: dietro i bastioni rappresentati dai contingenti di fanteria pesante;
5) gli arcieri al centro attraversano la linea delle legioni e si schierano dietro di loro;
6) la cavalleria rompe il contatto con gli Alani e, attraverso appositi varchi, si rifugia dietro la muraglia umana della fanteria.

Il piano di battaglia

Per prevalere sugli Alani, Arriano fa praticamente esclusivo affidamento sul potenziale di tiro delle sue truppe. Gli Alani erano cavalieri catafratti armati di lancia, capaci di cariche travolgenti. La frase tronca che chiude il testo sembra dire il contrario e contraddire anche quanto precedentemente sostenuto dallo stesso Arriano.

Probabilmente l'interruzione a metà della frase ci porta fuori strada. perché anche nell'Arte Tattica Arriano descrive gli Alani cone catafratti.

Il generale romano ha una visione molto chiara della dinamica della battaglia, dall'inizio alla fine: dal momento della prima carica nemica, fino all'inseguimento, preparato in ogni dettaglio: anzi, forse con maggiore cura della fase acuta della battaglia stessa.

Tre aspetti attirano particolarmente l'attenzione:

la posizione dei due "baluardi" di fanteria pesante sulle ali, che sembrano anticipare la formazione a T degli svedesi di Gustavo Adolfo;
la modernità del concetto di concentrazione di tiro dalla circonferenza verso il centro, una vera fissazione per Napoleone;
infine il principio della massa applicata al tiro, che viene perseguita con tutti gli strumenti disponibili all'epoca e in particolare sfruttando il tiro scalare consentito dall'elevazione del terreno.

Sono la dimostrazione di una comprensione tattica veramente profonda.

<< 3. il piano di battaglia