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UN'ANALISI, NON UN WHAT IF?

Waterloo: quali le cause?

nicola zotti

Su Waterloo ho pubblicato un bel po' di articoli:

Ma siccome una parola definitiva su Waterloo non si può dire mai, ecco qui un tentativo, non solo di ricordarvi ciò che ho scritto, ma di spiegare con un po' più di parole quali penso siano stati i fattori decisivi della sconfitta di Napoleone.

Credo che le domande che vi ponete su questa battaglia siano molte, e spero che il tempo che mi trovo davanti sia sufficiente a rispondere ad almeno la maggior parte di esse. Una riguarda proprio i motivi principali della sconfitta: tra i molti che illustro negli articoli citati, infatti, si rischia di fare un po' di confusione. Nell'abbondanza, si sà, la prima a sacrificarsi è l'essenzialità.

Allora sarò sintetico e cercherò con il minor numero di parole possibile di descrivere i fattori che hanno deciso questa battaglia: ho ridotto il numero a 3, e sono convinto che ciascuno di essi sarebbe stato sufficiente a determinare l'esito infausto per le armate francesi. Il fatto che si siano verificati tutti ha il sapore di un inutile accanimento del destino, ma dobbiamo anche ricordarci che la sfortuna ha la naturale tendenza ad accumularsi.

Il primo e più importante fattore che ha determinato la sconfitta di Napoleone fu Napoleone stesso. Le sue condizioni fisiche e mentali non erano all'altezza della situazione.

Qualsiasi siano state le cause, Napoleone perse il controllo degli eventi sul campo quando il lor corso iniziò a farsi caotico: ovvero proprio quando un tempo erano gli avversari a perdere la testa, e lui ad approfittarne tenendo lucida la propria. Da Ligny in poi, gli stati di abulìa che lo colpirono superartono di gran lunga quelli di attività, e durante questi ultimi, molto raramente riuscì a trarre profitto.

Il piano di battaglia adottato a Waterloo, ad esempio, fu sicuramente influenzato dalle condizioni atmosferiche del giorno precedente (vedi sotto), concretizzandosi in un brutale attacco diretto assai poco immaginativo. Tuttavia, proprio per questo motivo, avrebbe anche dovuto permettere un più facile controllo dell'azione da parte di Napoleone. Fu piuttosto vero il contrario e l'imperatore fu in deficit di attenzione e di reattività durante tutto lo svolgersi della battaglia. Delegando ai suoi subordinati (a Ney in particolare) il comando effettivo, diede scarsa prova di saggezza, soprattutto viste le prestazioni a dir poco deficitarie di cui avevano dato prova nei giorni precedenti.

Tanto per essere chiari, un "altro" Napoleone, quello di Marengo, ad esempio, avrebbe immaginato e organizzato un'altra battaglia anche dopo Waterloo: solo i prussiani, infatti, inseguirono e in un modo così caotico e disordinato che un attacco notturno alle loro colonne, composte in massima parte da milizia inesperta, avrebbe provocato il completo collasso della loro organizzazione.

Veniamo alla seconda causa decisiva: la pioggia che per molte ore dal primo pomeriggio del 17 giugno 1815 allagò la campagna belga.

Il primo effetto negativo che essa causò fu l'impossibilità da parte di Napoleone di raggiungere e costringere a battaglia gli inglesi e i loro alleati che si stavano ritirando da Quatre Bras. Wellington si sarebbe trovato di fronte alla difficile scelta se schierare la retroguardia per affrontare una battaglia su un terreno scelto dal caso, oppure per sacrificarla guadagnando il tempo necessario a prendere la strada dei porti e dell'Inghilterra. Ho pochi dubbi che la sua decisione sarebbe stata quest'ultima, certificando in questo modo la vittoria di Napoleone.

La mattina del giorno successivo, il terreno di Waterloo era ancora così intriso di pioggia che Napoleone non solo dovette attendere l'una che il terreno si asciugasse quel tanto da renderlo praticabile, ma non quello che sarebbe stato necessario a rendere efficace il tiro di rimbalzo delle sue artiglierie: tanto che

La sua arma principe, decisiva in tante battaglie, si rivelà così, spuntata.

Infine il terzo e ultimo elemento che mi è sembrato giusto evidenziare è stato il comportamento tenuto da Grouchy tra il 17 e il 18, ovvero durante il suo inseguimento dei prussiani. Quando riuscì a prendere contatto con loro a Wavre era ormai troppo tardi e anche se avesse marciato "verso il suono del cannone", non si può essere certi che sarebbe riuscito ad essere di qualche utilità. Tuttavia è nel periodo precedente che una sua azione più decisa (e fortunata) avrebbe potuto avere una influenza decisiva: e senza i prussiani sul campo di battaglia, Wellington sarebbe stato sconfitto.