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IL PESO DEL DESTINO

Waterloo 18 giugno 1815

nicola zotti

 

Senza commento

"Tutto fallì proprio quando ogni cosa stava andando per il meglio".

(Napoleone Buonaparte - commento sulla battaglia di Waterloo)
Errori e sfortune
Gerolamo, Gerolamo...
Il peso del destino


Giusto in tempo

Il giorno della battaglia Napoleone affidò al Maresciallo Michel Ney il comando tattico delle operazioni: l'Imperatore non era nelle migliori condizioni fisiche, non si sa bene per quale motivo, e una lieve indisposizione lo tenne a tratti lontano dal campo.
Così fu Ney a guidare le truppe francesi in alcuni momenti cruciali: purtroppo per loro in modo certo non perfetto. La sconfitta finale non può essere imputata a lui, ma indubbiamente in altre occasioni si dimostrò comandante di ben più alta lungimiranza ed alcuni suoi errori pesarono sull'infausto esito della battaglia.
Ney era stato chiamato da Napoleone appena l'11 giugno e si era potuto congiungere con l'armata solo il giorno 14.

L'Enforceur

Uno dei momenti più drammatici della battaglia avvenne durante l'attacco francese alla fattoria di Hougomont. Un attacco senza senso, che presto si trasformò in una vera carneficina.
Contro le alte mura della fattoria, trasformata in una specie di fortezza dai britannici, si consumarono forze assai più utili altrove.
La fattoria era praticamente imprendibile, ma ciononostante i francesi riuscirono quasi ad espugnarla.
Il pericolo più grave fu portato dal sottotenente Legros, un gigante soprannominato per la sua foga "lo Sfondatore".
Questi, strappata l'ascia ad un granatiere-zappatore si precipitò contro una delle porte della fattoria.
Le pallottole volavano attorno a lui, ma Legros, picchiando come un forsennato, riuscì ugualmente ad aprire una breccia e a spalancare la porta.
Fu subito dentro, seguito da una decina di uomini.
Scoppiò una mischia breve e furibonda a colpi di baionetta.
I francesi furono spraffatti e il solo Legros rimase in piedi mulinando la sua ascia, nonostante avesse già una ventina di ferite.
Inevitabilmente, un colpo di fucile pose fine alla sua avventura.
Nel frattempo altri francesi tentarono di entrare per la porta mezza abbattuta, ma furono prevenuti da cinque Coldstreamers (il 2nd Regiment of Foot Guards era anche detto Coldstream Foot Guards per il fatto che erano state reclutate la prima volta a Coldstream sul fiume Tweed), che si gettarono sulla porta richiudendola e resistendo con tutte le proprie forze alla spinta dei francesi.
Uno di quei cinque era il generale sir Henry Wyndham, delle Coldstream Guards. Lui e la sua famiglia furono così colpiti da quell'episodio (giudicato da Wellington decisivo per la vittoria finale) che anni dopo una sua nipote poteva vantarsi del fatto che nessun Wyndham, da quel giorno, aveva più chiuso una porta.

Scusate il disturbo (secondo Uxbridge)

Era giunto il momento per la cavalleria belgo-olandese del maggior generale Tripp di entrare in combattimento.
Lord Uxbridge, il secondo in comando dopo Wellington tra gli inglesi e comandante in capo della cavalleria alleata, soddisfatto per la loro bella presenza, si pose alla loro testa per guidarli in un contrattacco.
Uxbridge sollevò la sciabola con un ampio gesto, ordinò ad alta voce "Carica" e spronò il suo cavallo verso i francesi.
Fece poca strada perchè il suo aiutante di campo lo fermò suggerendogli di guardarsi alle spalle: non un solo cavaliere lo aveva seguito...
Il comandante inglese girò il cavallo e corse da Tripp, rivolgendosi a lui con particolare "calore". Poi prese ad incoraggiare gli uomini che gli sembravano più animosi.
Dopo essere corso sù e giù per i ranghi in questa opera di convincimento, riprese la sua posizione in testa alla formazione e ordinò nuovamente la carica: ma ancora una volta nessuno si mosse per seguirlo.
Esasperato ed indignato, Uxbridge abbandonò la brigata in modo che essa e il suo comandante tornassero a fare i propri comodi.
Questo episodio viene raccontato da Seymour e da Uxbridge, il quale racconta anche di come fu deluso dai quotati Ussari del Duca di Cumberland, che abbandonarono addirittura il campo in massa, presi dal panico, verso le 17:30 del pomeriggio, proprio quando la pressione francese aveva raggiunto il suo massimo.

Ma i Karabiniers belgo-olandesi fecero il loro dovere (secondo Tripp)

Chi salvò i quadrati inglesi dalle cariche dei corazzieri francesi fu però proprio la brigata di cavalleria pesante comandata dal maggior generale Jonkheer A. D. Tripp.
Quando le Horse Guard erano state respinte con gravi perdite dai francesi, la maggiore unità di cavalleria rimasta per gli alleati era la prima brigata della divisione di cavalleria belgo-olandese, composta da 3 reggimenti di carabinieri a cavallo:
1o Karabiniers Regiment (o) - Lt-Kolonel L. P. Coenegracht (446 cav.)
2o Karabiniers Regiment (b) - Kolonel Jean B. de Bruyn de Basisque (399 cav.)
3o Karabiniers Regiment (o) - Lt-Kolonel C. M. Lechleitner (392 cav.)
I belgo-olandesi respinsero con numerose cariche i francesi riportando considerevoli perdite: rispettivamente il 23%, il 40% e il 16% degli effettivi.
Se può valere come testimonianza, il Duca ringraziò Tripp per il suo contributo alla vittoria.

Una storia inventata ma divertente


Questa storia forse non è vera, ma comunque è assai divertente.
Pare che Wellington ad un certo punto della battaglia sia rimasto a corto di aiutanti di campo cui affidare gli ordini per le unità e si fosse ridotto ad utilizzare i civili che si trovavano a fare da spettatori.
Uno di questi era un cittadino svizzero: Wellington lo chiamò a sè e lui si avvicinò chiedendo al Duca: "Signore? Ordini per Todd & Morrison?" (Todd & Morrison era una ditta che fabbricava bottoni a Birmingham di cui l'uomo era rappresentante).
E il Duca, senza scomporsi "No, ma mi farebbe un favore? Andrebbe da quell'ufficiale dicendogli di rifiutare un fianco?"

Cose più importanti da fare

Le cannonate fioccavano ormai ovunque, anche vicino a Wellington e al suo staff. I cavalli erano piuttosto impressionati e iniziavano a scalpitare, urtandosi l'un l'altro, tanto che persino Copenhagen, il cavallo del Duca, dava segni di nervosismo.
Avendo motivo di rimanere sul posto e per nulla impressionato dalle cannonate, Wellington si rivolse gelidamente ai suoi subordinati "Signori non stiamo un po' troppo attaccati? non potreste allontanarvi?"
Poco dopo un ufficiale di artiglieria arrivò da lui visibilmente eccitato: "Vostra Grazia - disse - proprio davanti alla bocca dei miei cannoni c'è Napoleone e il suo seguito: datemi l'ordine e proverò a colpirlo!" Ma il Duca senza esitare un momento rispose: "No! No! Neanche per sogno: i comandanti in capo hanno ben altro da fare che spararsi addosso".

Il primo della classe

Napoleone chiese al suo Capo di Stato Maggiore Soult se avesse inviato un certo messaggio a Grouchy e quello rispose che aveva mandato un ufficiale a portarlo ad una certa ora.
Napoleone scuotendo la testa esclamò "Un ufficiale! Ah mio povero Berthier! se fosse stato qua ne avrebbe mandati venti!"
In effetti Louis-Alexandre Berthier era stato un insuperabile Capo di Stato Maggiore, ma in quel momento non era esattamente nelle condizioni giuste per aiutare il suo Imperatore: innanzitutto perchè si era schierato, seppure timidamente, per il re, in secondo luogo perchè era morto.
Un incidente? Un suicidio? Un omicidio? Non si stabilì mai: Berthier era caduto dallla finestra della sua villa di Bamberg mentre cercava, pare, di vedere il passaggio in lontananza di unità della cavalleria russa.
Era il 1o giugno 1815: pochi giorni prima della battaglia.

Eggià...

Proprio verso la fine della battaglia una scheggia di mitraglia sfiorò il collo del cavallo di Wellington e colpì il ginocchio di Lord Uxbridge facendoglielo letteralmente a pezzi. Il Duca, che stava colloquiando col suo sfortunato comandante in seconda, lo sorresse, trattenendolo dal cadere dalla sella.
Le parole di Uxbridge a tanto evento pare siano state "Per dio! Signore: ho perso la mia gamba!" e il commento di Wellington "Per dio! Signore, pare proprio".
L'operazione di amputazione avvenne sul tavolo di cucina della casa di un certo M. Paris, che chiese ed ottenne il permesso di seppellire l'arto "...dans notre petit jardin".
M. Paris fece mettere anche una graziosa lapide.
Secondo quanti assistettero all'intervento, l'unico commento di Lord Uxbridge fu una garbata rimostranza sulla scarsa affilatura degli strumenti chirurgici, rimanendo per il resto assolutamente indifferente alla cosa.

Fate più attenzione

Le truppe prussiane, ansiose di partecipare ai combattimenti, cannoneggiarono per errore anche le truppe britanniche. La cosa accadeva più comunenemente di quanto si pensi, perchè il fumo che oscurava il campo di battaglia, la concitazione del momento, l'inesperienza, non aiutavano a prendere le decisioni.
Fu così che la batteria inglese del capitano Mercer fu presa a bersaglio da una batteria prussiana, provocando la risposta degli inglesi.
Un ufficiale di Brunswick (un piccolo stato tedesco facente parte della composita alleanza anti-francese) si accorse dell'errore e corse dagli inglesi per farli smettere.
Mercer protestò asserendo che se quelli erano gli alleati prussiani, si stavano comportanto "in modo veramente incivile", ma alla fine accondiscese a cessare il fuoco.
Non così, però, fecero i prussiani che continuarono a sparare contro la batteria inglese.
Allora il capitano Mercer ordinò che venisse ripreso il fuoco "Adesso signore - disse al brunswickiano - sarete convinto; noi continueremo a sparare mentre voi andrete da loro e li convincerete che stanno uccidendo i loro amici inglesi; nel momento in cui il loro fuoco cesserà io cesserò il mio".

Una ricca conversazione

Così Wellington raccontò il suo incontro con il comandante in capo delle forze prussiane Blücher.
"Eravamo ambedue a cavallo; tuttavia egli mi abbracciò esclamando: 'Mein lieber Kamerad' e poi 'Quelle affaire!', pressochè tutto quello che conosceva nella lingua francese".

A chi tocca?

Appena il maresciallo Ney iniziò a comprendere la brutta piega presa dagli avvenimenti, reagì come ci si poteva aspettare da un uomo del suo coraggio: non per nulla Napoleone lo aveva chiamato "il più prode tra i prodi".
Si mise alla testa dei suoi uomini per guidarli col proprio esempio incitandoli dicendo: "Guardate come muore un Maresciallo di Francia!".
Comunque sopravvisse, e sinceramente credo non fosse nelle sue intenzioni: durante la restaurazione aveva giurato fedeltà al re e la sua sorte in caso di sconfitta era segnata.
Morirono invece sotto di lui uno dopo l'altro ben 4 cavalli.
Ney fu fucilato il 7 dicembre 1815: un uomo dei dodici del plotone di esecuzione sparò alto.

Cambronne: ovvero un uomo sboccato ma baciato in fronte dalla fortuna

Quando ormai tutto il suo esercito si era trasformato in una marea di uomini in fuga, Napoleone diede ordine a quello che restava della Guardia, tre battaglioni ciascuno di circa 500 uomini, di schierarsi in quadrato per agire da retroguardia.
Il quadrato del 2¼ battaglione del I reggimento Grenadier-Chasseur (appena 40 metri circa di lato) si stava arrampicando sulla salita de La Belle-Alliance quando fu raggiunto e circondato dai nemici.
Gli ufficiali inglesi, di fronte alle uniformi della Vecchia Guardia rimasero intimiditi.
Per alcuni istanti un silenzio glaciale e irreale bloccò vinti e vincitori, ma poi la voce di un ufficiale superiore inglese offrì ai veterani della Guardia la resa.
Fu allora che il Generale Pierre Cambronne che si ergeva a cavallo al centro del quadrato pronunciò la famosa risposta: "Merde!".
Nel furioso scambio di fucileria che seguì, Cambronne fu colpito in piena fronte.
Ma non morì: rimase svenuto sul campo di battaglia, fu perfino spogliato di tutto durante la notte, ma sopravvisse e alla fine sposò, ironia della sorte? rivincita postuma?, una gentildonna inglese.

Il dopo è peggio

Il saccheggio è un diritto delle truppe vincitrici. Sul campo di battaglia ci sono fortune che aspettano solo chi abbia abbastanza sangue freddo da raccoglierle.
Gli ufficiali, in particolare, hanno borsellini, orologi, pistole, sciabole, piccoli gioielli come anelli o medaglioni, e altri oggetti di valore.
Quando tutto ciò è stato rubato rimangono i vestiti e l'equipaggiamento: e le spalline, i cordoni ed altri ornamenti dorati avevano un certo valore.
Infine quando il cadavere era nudo rimanevano i denti.
I denti falsi erano scolpiti nell'avorio o fatti con altri denti umani, e i dentisti pagavano bene perchè potevano essere facilmente riadattati.
Dopo la battaglia di Waterloo il bottino in denti fu talmente alto che per anni a seguire i denti falsi in Inghilterra furono chiamati "Waterloo Teeth".