torna alla homepagetorna alla homepage
storia militare e cultura strategica
torna alla homepage
 
dalle discussioni
dell'area Warfare di MClink,
a cura di Nicola Zotti
 
home > storie > un passato ingombrante


ricognizioni
in territorio ostile


recce team

storie
strategia
tattica
what if?
vocabolario
documenti
segnalazioni
link
scrivici


quelle piccole sciabole incrociate

quelle piccole spade incrociate

Viaggi nei
campi di battaglia d'Italia
sulle carte del Tci


GUERRA E POLITICA UN SECOLO DOPO

un passato ingombrante

nicola zotti


L'obelisco di Axum, è tornato nel suo luogo di origine.

Sbaglieremmo, però, se pensassimo con questo di liquidare almeno in parte il nostro ingombrante passato e in particolare il ricordo di noi in Africa: non possiamo farci restituire i ricordi in cambio di obelischi.

L'Italia, nostro malgrado, è ancora presente nel dibattito politico africano.

Un esempio è la polemica partita dall'articolo "Italy: not yet in its finest hour" del dott. Tseggai Isaac, lettore di scienze politiche all'università del Missouri.

L'analisi del dott. Isaac vuole essere un incitamento affinché l'Italia adotti una politica estera più decisa ed interventista nelle questioni del Corno d'Africa.

In quest'area e soprattutto in Eritrea -- sostiene il dott. Isaac -- l'Italia gode ancora di una riserva di stima e di potenziale influenza che la politica estera italiana, in particolare col governo Berlusconi, costantemente rifiuta di mettere in gioco, tradendo così anche la gloria del proprio passato.

La grandezza di Roma -- che il dott. Isaac illustra con grande partecipazione emotiva -- venne brevemente rivificata dal Risorgimento per essere però delusa negli anni successivi, quando l'Italia affrontò l'esperienza coloniale.

In particolare Isaac condanna la superficialità con la quale il nostro paese rinunciò a rivendicare la vittoria ad Adua, dando in questo modo origine ad un pernicioso razzismo africano.

Un'accesa risposta è venuta dal dott. Ghelawdewos Araia nell'articolo Falsification of History Will Not Conceal Ethiopia's Victory at Adwa.

Trovo significativo che questo intervento, come si può capire dli titolo, abbia contestato a Isaac non il suo punto centrale, ovvero la legittimità dell'Italia a contribuire in qualche maniera alla soluzione di un problema africano -- la cosa non viene neppure presa in considerazione, in effetti -- ma le basi su cui si fonda la richiesta del dott. Tseggai Isaac.

Da un lato, Ghelawdewos Araia stigmatizza che Tseggai Isaac, esaltando la civiltà romana, si sia dimenticato completamente del contributo di quella egiziana.

Dall'altro, ripercorre l'avventura coloniale italiana nel Corno d'Africa per contestare che l'Italia ne sia uscita vincitrice.

Capisco che sembri agli italiani una polemica bizzarra e non sono riuscito a scoprire se e quando le esortazioni del dott. Tseggai Isaac siano state ascoltate da un pubblico italiano prima di questa mia breve sintesi.

Però trovo interessante che questa polemica tutta africana usi quanto c'è di comune tra le nostre storie come strumento dialettico. Io comunque le ho ascoltate e le propongo a voi perché credo che sia giusto e doveroso per noi essere più attenti a quanto accade in quella parte del mondo.

In entrambe le posizioni mi pare ci siano delle forzature: difficile chiamare Adua una vittoria italiana, anche se Menelik non riuscì a sloggiarci dal Tigrai. Certo un po' più di solidità politica e culturale da parte nostra avrebbe evitato di dare ad una sconfitta il valore di una disfatta epocale. Ma la società italiana non era affatto unanime nell'approvare le guerre coloniali e gli avversari di Crispi non persero l'occasione di inneggiare a Menelik per le strade: non condivido, ma le vite e i soldi spesi in guerre coloniali non possono avere grande consenso in un paese con un Mezzogiorno già allora in condizioni di sottosviluppo.

Se fossi abissino, comunque, mi tratterrei dal gloriarmi eccessivamente per una vittoria ottenuta contro una squadra così poco affiatata. Ed è indubbio che l'esercito di Menelik fu duramente provato dallo scontro di Adua ed incapace di assumere l'iniziativa per riconquistare i territori perduti: questo probabilmente non equivale ad una sconfitta, ma certo è una vittoria privata dei suoi frutti materiali.

Senza nulla togliere alla grandezza della civiltà egiziana, poi, vorrei solo far notare che i romani in Egitto ci sono arrivati (e anche oltre se è per questo), e vi hanno lasciato tracce indelebili, mentre gli egiziani a Roma no, se non sotto forma di (altri) obelischi rubati e per interposta persona di un eccentrico romano, Caio Cestio, che si fece seppellire nella piramide che porta il suo nome.

Ma questi sono dettagli. Rimangono i conti in sospeso tra africani. Non credo che il dott. Tseggai Isaac sia così ingenuo da pensare che l'Italia possa improvvisamente riscoprire la grandezza della propria civiltà e ricoprire autorevolmente il ruolo di arbitro nel Corno d'Africa, né credo lui stesso lo auspichi.

L'Eritrea moderna può aver bisogno di aiuti economici (e chi non ne ha?) ma certo non necessita di tutori politici.

L'intervento del dott. Tseggai Isaac ha invece il sapore di una provocazione per colpire l'orgoglio degli etiopici che, in effetti, sulla vittoria contro i nostri sgangherati generali ci hanno costruito un'identità nazionale e rinvigorito la legittimità di una supremazia locale.

E' quest'ultima che al dott. Ghelawdewos Araia preme salvaguardare e al dott. Tseggai Isaac ridimensionare, coinvolti come sono in un conflitto sempre pronto a tornare guerra.

Da italiano, io mi accontenterei se la storia del nostro paese venisse letta per quello che è e accolta per quel poco o tanto (tanto, credo) può dare.

In realtà, la storia d'Italia è tanto mia quanto di Tseggai Isaac e di Ghelawdewos Araia: è storia dell'umanità.

Spero almeno su questo i due si trovino d'accordo.



PS (chiedo scusa al lettore, ma ho dovuto riportare per esteso i nomi dei due protagonisti della polemica perché non ho saputo distinguere il nome dal cognome: spero apprezziate questa mia pubblica ammissione di ignoranza...)