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L'OPLITA LEGGERO

La riforma di Ificrate nei documenti


nicola zotti



Ificrate -- fratello adottivo di Filippo II di Macedonia -- di ritorno dalla guerra persiana nel 374, ridusse la protezione dell'oplita ateniese diminuendo la dimensione e il peso dello scudo, portandolo a 50-60 cm. di diametro e sostituendo la corazza di bronzo con una di tela di lino imbottita. Questo avrebbe reso l'oplita indubbiamente più vulnerabile -- soprattutto contro le frecce -- ma Ificrate dotò i suoi opliti di una lancia molto più lunga di quelle in uso: da m. 3,60 (secondo Diodoro) a m. 4,20 (per Cornelio Nepote) contro i m. 2,10 - 2,40 o anche meno della lancia oplitica tradizionale.

In pratica l'oplita di Ificrate aveva circa 60 centimetri almeno di vantaggio sugli altri opliti e poteva colpirli prima che questi giungessero a distanza utile.

I peltasti della riforma di Ificrate non vanno confusi con i peltasti che lo stesso Ificrate guidò alla vittoria contro gli spartani a Lechaeum nel 390 a. C. e a quelli della guerra peloponnesiaca: i primi sono opliti, questi ultimi vera e propria fanteria leggera da schermaglia.

Una testimonianza del dibattito che condusse alla riforma: la conversazione tra Socrate e Pericle il giovane (figlio del grande Pericle) riportato da Senofonte, Memorabilia, III, 5, 25-28.

"Hai notato, Pericle, che la nostra frontiera è protetta da grandi montagne che si estendono in Beozia, attraverso le quali vi sono ripidi e stretti passaggi che conducono nella nostra terra, e che l'interno è percorso da aspre montagne?"

"Certamente."

"Hai poi sentito che i Misiani e i Pisidi, occupando un terreno molto frastagliato nei territori del Grande Re, e armati alla leggera, riescono a sopraffare e danneggiare il territorio del re e a conservare la propria libertà?"

"Sì, l'ho sentito."

"E non pensi che giovani e energici Ateniesi, più leggermente armati e insediati sulle montagne che proteggono il nostro paese, si dimostrerebbero una spina nel fianco del nemico e un potente presidio a difesa del nostro popolo?"


Cornelio Nepote: Vita di Ificrate

"Per esempio egli cambiò le armi della fanteria. Se prima che egli diventasse comandante essa usava scudi molto grandi, lance corte e spade piccole, egli al contrario scambiò gli scudi tondi con le pelte, dai cui la fanteria ricavò il nome di peltasti, in modo che i soldati potessero muovere e caricare più facilmente e meno appesantiti. Egli raddoppiò la lunghezza della lancia ed aumentò quella delle spade. Cambiò il tipo di corazza, dandone loro una di lino anziché di bronzo o maglia di ferro. In questo modo egli fece i soldati più attivi e benché diminuisse il peso della loro armatura, riuscì a proteggerli in modo adeguato senza sovraccaricarli".


Diodoro Siculo 15.44.1-3

"Da quanto si dice, dopo aver acquisito una lunga esperienza nelle operazioni militari della guerra persiana, egli escogitò numerose migliorie negli strumenti di guerra, dedicando se stesso soprattutto in questioni di armi. In primo luogo, i greci usavano scudi grandi e quindi difficili da maneggiare. Egli li scartò, facendone altri piccoli ed ovali, di dimensioni modeste, raggiungendo in questo modo due obiettivi: conferire al corpo una copertura adeguata e consentire all'utilizzatore dello scudo piccolo, in virtù della sua leggerezza, di essere completamente libero nei movimenti. Dopo un periodo di prova del nuovo scudo, la sua facilità di utilizzo ne impose l'adozione, e la fanteria che veniva precedentemente chiamata "opliti" a ragione del loro pesante scudo, da allora ebbero il nome cambiato in "peltasti", dalla leggera pelta che portavano. In quanto alle lance e alle spade, egli fece una modifica in senso opposto: di fatto incrementò la lunghezza delle lance della metà e raddoppiò la lunghezza delle spade. L'uso pratico di queste armi confermò le prove iniziali e dal successo dell'esperimento si guadagnò grande fama di generale di genio e inventiva. Egl creò anche stivali da soldato facili da slacciare e leggeri che continuano ai giorni nostri ad essere chiamati ificratei. Egli introdusse anche altre utili migliorie nell'arte della guerra, ma sarebbe noioso scrivere di esse".