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METAURO, FANO (PS), CENTRO tav. 7 F6

Il Metauro 207 a. C.

nicola zotti


Annibale abbandona i quartieri invernali


Effettivamente, Annibale era rimasto sorpreso per la velocità della marcia del fratello ed aveva abbandonato in ritardo gli alloggiamenti invernali: una circostanza che si rivelerà pregiudizievole per l'esito finale della campagna.

Il tempismo dell'azione era fondamentale, perché l'obiettivo strategico dei fratelli Barca era il ricongiungimento.

Dato questo fine, gli altri ragionamenti, in un'arte logica come quella militare, venivano di conseguenza:

1) il loro movimento doveva essere incisivo ed armonico, per impedire ai romani di concentrare le forze contro uno solo;
2) la loro azione, in una terra così travagliata di ostacoli naturali come l'Italia, doveva essere coordinata o i due rischiavano di rimanere separati per sempre;
3) dovevano operare secondo il principio della massima economia delle forze, evitando di perdere uomini in scontri inutili.


Sui romani, poi, pesava una consapevolezza, molto efficacemente espressa da Livio (27.40.6): «Quello dei due comandanti cartaginesi che avesse vinto per primo, in pochi giorni avrebbe riunito i suoi accampamenti in quelli dell'altro».

Però Annibale, in pratica, non aveva ancora un esercito: doveva far uscire le truppe dal letargo invernale, adunandole nelle piazzaforti principali, quindi effettuare la raccolta delle guarnigioni: il pericolo, che si rivelerà fondato, è che i romani approfittino di questo momento di riorganizzazione per attaccare le deboli colonne.

Anche i romani stanno effettuando una fase di riorganizzazione, conseguente alla nomina dei due nuovi consoli. Hanno sul campo 21 legioni e due le stanno reclutando tra i cittadini di Roma.

Le prime due, formate dagli elementi migliori, vengono consegnate al console Caio Nerone, che deve dirigersi contro Annibale. C.Nerone è console per la prima volta. Era già stato candidato, ma era sembrato ai cittadini romani che egli fosse troppo incline al rischio, a spingersi pericolosamente oltre la soglia di quanto fosse sopportabile dalla debole fibra degli anziani senatori: nel corso della campagna, come vedremo, non si smentirà, anzi. Per inciso voglio ricordare che i romani erano molto restii a nominare consoli inesperti: anzi, più le fasi della guerra erano difficili e meno sembrano propensi a cambiare cavallo.

Il 15 Marzo del 207, giorno in cui i consoli entrarono in carica, il popolo romano avrebbe probabilmente visto volentieri riconfermati i due consoli precedenti: M.Claudio Marcello, il conquistatore di Siracusa e buon conoscitore di Annibale, e T.Quinto Crispino, altro militare di lunga esperienza.

Se non che, Annibale li aveva eliminati entrambi nella più classica delle imboscate dei cavalieri numidi, mentre con una piccola scorta erano impegnati in una temeraria opera di ricognizione!

L'altro console, Marco Livio Salinatore, ha al suo comando anch'egli due legioni e il compito di occuparsi di Asdrubale. In Spagna, poi, ci sono quattro legioni, e due -- definite molto deboli -- in Gallia con il pretore Lucio Porcio.

Corpi d'armata di due legioni ciascuna sono pure schierati in Sardegna, Sicilia e in Etruria: questo in particolare, sotto il comando del propretore Caio Terenzio, dovrà occupare con guarnigioni le piazzaforti principali della regione per controllare la popolazione, di cui si temeva una defezione.

Il dispositivo era poi completato dalla "gabbia" eretta attorno ad Annibale: il propretore Quinto Claudio Flamine costituisce con le sue truppe lo sbarramento sud; protegge Taranto e il Salento; il pretore Caio Ostilio Tubulo, con una legione, e il proconsole Quinto Fulvio Flacco, con due, rappresentano lo sbarramento a nord, facendo perno su Capua.

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