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METAURO, FANO (PS), CENTRO tav. 7 F6

Il Metauro 207 a. C.

nicola zotti


Il messaggio di Asdrubale

Il console Claudio Nerone dopo la battaglia di Grumentum cambia strategia: non cerca più lo scontro con Annibale. Sono intervenuti dei fatti nuovi.

Asdrubale, infatti, ha deciso di abbandonare l'assedio di Piacenza. Ma prima vuole avvisare il fratello delle proprie intenzioni. Va precisato che nel racconto di Tito Livio altre volte si sottintende l'esistenza di una linea di comunicazione tra i due fratelli. Questa è, però, la prima volta che ci viene descritta.

Asdrubale incarica quattro cavalieri galli e due numidi di portare un messaggio al fratello. Un messaggio nel quale lo avvisa che si dirigerà verso l'Umbria e in questa regione dovrà avvenire l'incontro tra le due armate.

I sei cavalieri discendono tutta la penisola ma, inseguendo Annibale nei suoi complicati spostamenti verso Metapontum, sbagliano strada e arrivano, invece, a Tarentum dove vengono catturati da cavalieri romani in servizio di foraggiamento.

Condotti da Nerone sono costretti a fare una piena confessione e a consegnare il plico con il messaggio.

Fin qui la cronaca dell'avvenimento. Però ai posteri sorge un dubbio. Asdrubale era davvero così ingenuo da pensare che cavalieri galli e numidi potessero passare inosservati attraversando tutta l'Italia da nord a sud? Individui che certo non conoscevano né il paese né la lingua? Non sarebbe stato più sicuro utilizzare delle spie, reclutandole tra gli italici o gli etruschi nemici di Roma?

Ci sarebbe più di un elemento dal quale sospettare che il messaggio sia in realtà una trappola. Asdrubale non dà altre informazioni al fratello che questa così generica localizzazione del luogo d'incontro: l'Umbria. Una regione che allora comprendeva in pratica anche le Marche e che quindi era vermanete troppo vasta per dare elementi utili di giudizio ad Annibale. Il quale, per di più, non poteva pretendere che i romani gli lasciassero agevolmente transito libero verso il Nord della penisola.

Ammesso pure che egli avesse voluto abbandonare gli ultimi santuari su cui poteva contare, per andare verso una terra nella quale aveva effettuato un veloce transito dieci anni prima, e niente altro.

Può oggettivamente trattarsi, dunque, di un tranello di Asdrubale per disperdere in due direttrici -- una interna ed una costiera -- le truppe che aveva di fronte.

Voglio però invitare a riflettere su altre due suggestive ipotesi: tutt'altro che fantasiose se ci permettiamo qualche disgressione dal racconto di Tito Livio e cerchiamo una logica dietro questo avvenimento così oscuro.

Prima ipotesi: che il messaggio sia stato redatto da Annibale stesso con la medesima intenzione di depistare i romani. Dopo due scontri tanto sfavorevoli, egli doveva trovare un po' di tregua per reintegrare i propri ranghi. Annibale sapeva che Nerone non era tipo da concedere regali tanto generosi, a meno da non ritenerli funzionali ai propri scopi. E questo può dirsi di un Annibale fermo a Canosa, mentre invece avrebbe dovuto muovere con decisione verso l'Umbria.

Seconda ipotesi: anche lo stesso Nerone avrebbe potuto inventarsi quel messaggio -- e i disertori galli e numidi come messaggeri -- per utilizzarlo a Roma, dove l'azione che egli aveva intenzione di intraprendere poteva essere altrimenti male accetta.

In effetti, dal punto di vista strettamente militare l'azione che tra poco descriverò non può trovare nel "messaggio" di Asdrubale un motivo necessario e sufficiente: le condizioni che la rendono possibile sono già tutte perfettamente note.

<<La battaglia di Grumentum