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METAURO, FANO (PS), CENTRO tav. 7 F6

Il Metauro 207 a. C. - i numeri

nicola zotti

Le truppe cartaginesi

1. L'armata di Asdrubale
. Asdrubale entra in Aquitania dopo essere stato sconfitto da Scipione alla battaglia di Baecula. Pare che in questo scontro egli abbia salvato tutta la fanteria "di linea", sacrificando a questo scopo la fanteria leggera e la parte maggiore della cavalleria leggera.

Dobbiamo accreditarlo di una forza ancora coerente e di rispettabile entità, perché altrimenti non avrebbe avuto la credibilità necessaria per riuscire ad attirare delle altre truppe tra le proprie fila: da 15.000 ai 20.000 uomini.

Impossibile scomporre questi numeri in indicazioni più specifiche: sappiamo solo che alla battaglia del Metauro giunsero 10 elefanti. In Gallia possiamo ipotizzare che si aggregarono 10.000 guerrieri dell'Aquitania e altrettanti dal Rodano e arriviamo ad un totale di circa 35.000, dei quali la cavalleria doveva essere un'esigua minoranza, visto l'andamento della campagna.

Attraversate le Alpi si aggiunsero a queste cifre 8.000 fanti liguri e, probabilmente, altri 10.000 galli. Con diserzioni, attacchi di disturbo da parte di Licinio Porcio (il Pretore della Gallia), e altre cause varie, arriviamo ad una cifra di 45-50 mila uomini, di cui circa una metà galli.

Queste cifre si accostano di più a quelle proposte da Appiano e da Livio, piuttosto che a quelle generalmente accettate dagli storici moderni, che tendono addirittura a dimezzarle.

Si fa leva sulla evidente incompatibilità tra i 56.000 morti indicati da Livio e i «non meno di 10.000», riportati da Polibio. Io, però, ritengo vada sottolineata una circostanza a cui accennano, seppure in modi diversi, tanto Livio quanto Polibio.

Secondo il primo, lo schieramento cartaginese «era più profondo che largo», mentre per lo storico greco, Asdrubale «aumentò la profondità dell'esercito» e lo ridusse tutto in breve spazio.

Ora, noi sappiamo che nessuna delle due ali poté avvolgere l'altra, fino alla manovra di Nerone, per cui dobbiamo accreditarle della stessa estensione di fronte; ma di una profondità ben diversa, perché i romani avevano la loro profondità standard su tre linee che copriva circa un centinaio di metri.

Se entrambe le fonti sottolineano la profondità delle ordinanze cartaginesi -- parlando addirittura di schieramento più lungo che largo -- è indubitabile che questi avessero, almeno localmente, un grande vantaggio numerico.

Se, per ipotesi, accreditiamo la fronte dell'armata romana di una estensione pari a 1.600 metri e ipotizziamo che l'attacco di Asdrubale si sia concentrato su una frazione di soli quattrocento metri, allora dobbiamo stimare la profondità dell'ala sinistra cartaginese, prendendo alla lettera i racconti degli storici, di almeno altri quattrocento metri: in pratica i due eserciti coprivano la stessa area e quindi dovevano essere numericamente equivalenti.

Naturalmente da questa ipotesi sono rimasti esclusi i galli addormentati dopo la marcia notturna, che pure dovevano essere numerosi.

Da questo calcolo astratto si può dedurre in realtà solo che Asdrubale doveva avere un esercito di tutto rispetto: almeno sotto il profilo numerico.

2. Annibale Nel corso di tutta la manovra condotta nell'Italia meridionale per raccogliere truppe, prima, per sganciarsi da Nerone poi, il comandante cartaginese non sembra risentire eccessivamente delle sconfitte subite: probabilmente tutte le perdite riportate dovevano essere facilmente rimpiazzabili. Il cuore del suo esercito doveva essere ancora integro e sufficientemente pericoloso, tanto da far ritenere a Nerone preferibile andare a battersi contro Asdrubale. Non dobbiamo essere lontani dal vero accreditando ad Annibale 35-40 mila uomini.

I romani

1. Livio Salinatore Il Console poteva contare su un'armata consolare integra: 18-20 mila uomini, tra romani e alleati. Era un'armata fresca di truppe di media levatura.

2. Licinio Porcio Il Pretore aveva in Provincia un'armata consolare "debole", diciamo 10-15 mila uomini. Non può averla portata tutta con sé in Italia, con la costante minaccia dei turbolenti galli alle porte della sua zona di influenza.

Quando egli venne a conoscenza della minaccia di Asdrubale, comunicò al Senato che tenterà di disturbarlo per rallentarne la marcia.

A questa sua intenzione di combattere una guerra di guerriglia è implicita la composizione e il numero della sua "armata": un ristretto numero di sole truppe leggere, forse non più di 4.000 uomini. Conferma indiretta di questo, l'abbiamo nella marcia di inseguimento notturno precedente la battaglia, durante la quale è proprio a Licinio Porcio cui viene affidato il comando della colonna delle truppe leggere.

3. Nerone Nel caso del Console Claudio Nerone le cifre che ci sono giunte sono più precise: all'inizio della campagna ha con sé 40.000 fanti e 2.500 cavalieri, perderà circa mille uomini nelle battaglie di Grumentum e Venusia; arriverà quindi al Metauro al comando di 6.000 fanti e mille cavalieri scelti.


Bibliografia

Oltre al testo di Livio, a quello di Polibio e alla «Guerra Annibalica» di Appiano, sono state utilizzate varie opere, tra le quali: Lazenby, J.F., «Hannibal's War», Warminster 1978; Griffith, G.T., «The mercenaries of the Hellenistic world», Cambridge 1935; Kromeyer, J. Schlachtfelder der antiken Kriegsgeschichte, Berlin 1929.


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